FACCIOLI, Giantommaso
Nacque a Vicenza nel 1741 da Giambattista.
Il padre, orefice di professione, gli garantì un'esistenza tranquilla e dignitosa sin dalla nascita. Giovanissimo, espresse la volontà di percorrere la carriera ecclesiastica, progetto che realizzò pochi anni dopo, entrando nel convento di S. Corona, sempre a Vicenza, dove pronunciò i voti. Presso i domenicani di quel convento condusse gli studi, nei quali progrediva notevolmente al punto che i superiori decisero in breve tempo di mandarlo a Roma, dove avrebbe potuto percorrere il corso stabilito e necessario per laurearsi nelle scienze filosofiche.
A Roma il F. fu poi nominato lettore e ammesso all'insegnamento pubblico della filosofia e della teologia. Le cattedre di teologia si contendevano la sua presenza, poiché la sua fama crescente lo aveva segnalato all'attenzione generale degli ambienti ecclesiastici. Infine ottenne la laurea in teologia presso l'università di Padova. La difficoltà ed il numero degli incarichi ricevuti non gli impedirono di continuare a coltivare assiduamente il suo interesse primario, la lettura, alla quale si applicava costantemente, tanto che, con il supporto di una prodigiosa memoria, si segnalò a Vicenza per la sua cultura enciclopedica.
Pubblicò due biografie, La vita di Giovan Tommaso Ricci di Casal Monferrato dell'Ordine de' predicatori (Vicenza 1774) e la Vita e virtù del b. Bartolomeo de' Conti di Breganze (Parma 1794), in onore del fondatore del monastero di S. Corona. Uno dei lavori che più rese celebre ai suoi tempi il F. fu senza dubbio il catalogo dei libri stampati a Vicenza nel corso del sec. XV, cui egli si dedicò con pazienza e continuità per molti anni. L'opera, la cui prima edizione fu riportata nel XLI volume della Nuova Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, ottenne consensi e critiche al suo apparire. Ma poiché i primi sopravanzavano le seconde il F. corresse e arricchì il lavoro nel corso degli anni seguenti, fino alla definitiva seconda edizione (Catalogo de' libri stampati a Vicenza e suo territorio nel sec. XV, Venezia 1785).
Grande rilievo nella stesura dell'opera assume la narrazione della storia della stampa nella zona di Vicenza e della sua provincia. Sono indicate le biblioteche di cui l'autore si è servito, per lo più vicentine e padovane, oltre alla Regia Biblioteca di Milano. Il criterio scelto per la selezione e la catalogazione dei libri consiste nell'annotazione del nome dell'autore e del titolo del libro. Seguono indicazioni varie: il luogo in cui il libro è conservato, la datazione della stampa (al riguardo sono segnalate le eventuali dispute sorte), la descrizione dell'edizione (specie se particolarmente pregiata). La metà dell'opera è dedicata ai libri vicentini stampati in altre città, catalogati con identico criterio. Tra questi, maggior rilievo è dato ai lavori prodotti dai più autorevoli scrittori della città di Vicenza.
L'impresa che rese al F. gloria maggiore fu senza dubbio il recupero di epigrafi rinvenute sulle lapidi vicentine, cui egli si dedicò per lunghi anni. Da questo accurato lavoro nacque un'opera, il Musaeum lapidarium Vicentinum (Vicentiae 1776-1805), stampata in tre volumi, nella quale però le epigrafi vengono riportate del tutto prive di accenni alle persone, ai fatti menzionati, alle epoche spesso dubbiose. T. Mommsen segnala (Corpus inscritionum Latinarum, V, 1, Berolini 1872, pp. 306-319) centoquattordici epigrafi rinvenute dal F., nei confronti del quale non omette parole di elogio, definendolo colui che "etiam antiquis titulis locum dedit, nec plane spernenda sunt quae collegit".
L'opera del F. è divisa in otto sezioni, che da un "Index sacrarum aedium et locorum urbis" giunge fino all'"Index exterorum", privilegiando la descrizione delle epigrafi di personaggi illustri sepolti a Vicenza, sia ecclesiastici sia civili, ma non omettendo un "Index eorum qui nec agnomine nec patri distinguuntur".
Subito dopo il 1805, anno in cui concluse la faticosa stesura del Musaeum, il F. ritenne opportuno continuare l'opera del suo concittadino B. Calvi, che, iniziata la storia letteraria di Vicenza, l'aveva interrotta all'anno 1700. Ma poté lavorare al progetto per soli tre anni. Il 31 ott. 1808, infatti, morì a Longara, nei pressi della città natale. Della Storia letteraria vicentina rimase solo il manoscritto (ora conservato a Vicenza), pronto per esser dato alle stampe.
Bibl.: E. De Tipaldo, Biografia degli Italiani illustri, VII, Venezia 1841, pp. 118 ss.; G. Dandolo, La caduta della Repubbl. di Venezia e i suoi ultimi cinquanta anni, II, Venezia 1857, p. 91; S. Rumor, Bibliografia storica della città e provincia di Vicenza, Vicenza 1916, pp. 164 s.; G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle bibl. italiane, III, p. 212; LV, p. 114.