GIANO (Ianus)
È il dio della porta, che guarda l'interno e l'esterno, ed era perciò rappresentato con due volti contrapposti. Tale era la statua nel tempio di G. presso il Foro, che si diceva posta da Numa (Plin., Nat. hist., xxxiv, 33). La più antica immagine a noi conservata è sulla prima monetazione romana, sull'asse librale, che risale alla fine del IV sec. a. C. (e poi sull'asse semilibrale). E molto dubbio che sia da riconoscere G. in alcune monete etrusche, specialmente di Volterra, raffiguranti una doppia testa giovanile coperta da un pètasos. Una statua di G., della quale era incerta l'attribuzione a Skopas o a Prassitele, fu dedicata da Augusto nel tempio, probabilmente del Foro Olitorio (si è pensato ad un Hermes di Skopas, ricordato da un epigramma dell'Anthologia Palatina). Una figura intera di G. nel tipo di ianitor, con chiave e verga, ed un'altra di G. tra le quattro Stagioni e la personificazione dell'anno nuovo sono in monete imperiali. È infine ricordato un antico simulacro di G. con quattro teste, portato da Falerî a Roma e più tardi collocato nel Foro Transitorio. Il modello del G. bifronte fu derivato probabilmente dalla Grecia: dalle figure di Argo, Borea e altre.
Il termine G. è usato anche per indicare gli archi quadrifronti o tetrapili (v. arco onorario e trionfale).
Bibl.: W. H. Roscher, in Roscher, II, i, c. 49 ss., s. v.; W. F. Otto, in Pauly-Wissowa, Suppl. III, 1918, c. 1175 ss., s. v. Ianus; R. Pettazzoni, Per l'iconografia di Giano, in Studi Etruschi, XXIV, 1955-56, pp. 79-90.