PITTI, Giannozzo di Francesco
PITTI, Giannozzo di Francesco. – Nacque il 6 gennaio 1402 a Firenze nel quartiere di Santo Spirito, nel gonfalone del Nicchio, da Francesco di Neri e da Francesca di Giovannozzo (Giannozzo) Biliotti.
Come gli altri membri della famiglia, ebbe verosimilmente un’educazione mercantile. Iscritto all’arte dei mercanti di Calimala nel 1425 (di cui fu anche console nel 1435 e nel 1447), praticò per tutta la vita il grande commercio, soprattutto con la corte di Napoli; svolse inoltre anche un’intensa attività politica. La sua carriera negli uffici pubblici iniziò verosimilmente come camerlengo dei Dieci di Balìa negli anni 1424-25, coprendo ben presto posti chiave del reggimento come membro della Balìa del 1434, priore nel 1437 (altre volte nel 1440 e 1444), accoppiatore (1439), membro dei Dodici buonuomini (1439), dei Dieci di Balìa (1441, 1443-44), e Otto di guardia (1444-48, 1465). Raggiunse la suprema carica di gonfaloniere di Giustizia nel 1452.
Il centro della sua attività politica si colloca tuttavia, a differenza di quella di suo cugino Luca di Buonaccorso Pitti, sul versante diplomatico. Fu molte volte ambasciatore presso il re Alfonso d’Aragona a Napoli (1438, 1440, 1442, 1443, 1447, 1451), che nel 1443 gli conferì anche la dignità cavalleresca. Fu inviato a Milano (1448) e a Venezia (1449-50). Negli anni 1453-54 fu ambasciatore insieme con Bernardo Giugni a Roma presso Niccolò V per trattare la pace con lo stesso re di Napoli, missione contrastata politicamente a Firenze.
Sia degli atti originali di Giannozzo Pitti riguardanti le sue missioni diplomatiche a Napoli, citate ancora nell’inventario del 1693 dell’archivio Rinuccini-Pitti (nn. 88-89), sia delle sue ricordanze, che coprono gli anni 1423-68, e consultate da Domenico Moreni prima del 1805, non rimane alcuna traccia.
La parte oggi conservata dell’archivio Pitti si trova in gran parte all’Archivio di Stato di Firenze nei fondi Ginori Conti e Fondo Rinuccini (serie Pitti); abbastanza ben documentata è la sua attività politica a Firenze: moltissimi suoi interventi si sono conservati nel fondo Consulte e pratiche, soprattutto tra gli anni 1448-54.
Come anche suo cugino Luca, Giannozzo Pitti era famoso per lo stile di vita cavalleresco, soprattutto nel suo castello di Santa Maria Novella di Lucardo. Nel 1457 e nel 1460 fu chiamato a presiedere alla cerimonia di investitura di un cavaliere. Anche dopo il 1466, quando si rivelò come uno dei capi dell’opposizione antimedicea, continuò a rivestire importanti incarichi pubblici, prima come membro del Consiglio dei cento, poi come console del Mare (1468-69), ufficiale della Mercanzia (1469) e vicario della Valdelsa (1471). Per motivi politici nel 1468 fu esiliato un suo genero, Cappone di Bartolomeo Capponi, per tre anni. Ciononostante ebbe rapporti continui con la famiglia Medici, come attestato dalle sue numerose lettere.
Morì il 13 aprile 1478 e fu sepolto nell’antica cappella di famiglia nella chiesa di S. Felicita.
Dalla prima moglie, Francesca, ebbe vari figli tra cui uno di nome Cione, di cui sopravvisse soltanto un altro figlio, Raffaele di Cione. Dalla seconda moglie, Costanza di Bartolomeo Corbinelli, ebbe altri tre figli, Alfonso, Giovanni e Bastiano, suoi eredi universali.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Signoria, Dieci di Balia, Otto di Pratica, Legazioni e commissarie, Missive e responsive, 2, cc. 90-93 (lettere dei priori a Pitti e Luca di Maso degli Albizi a Venezia, 1449-1450); V, 5, cc. 74-154; 62, 6, cc. 155-196 (registro delle lettere di Pitti e Bernardo Giugni ambasciatori a Roma, ottobre 1453 - marzo 1454); Signori, Missive della prima cancelleria, 39, c. 174r, passim; Signori, Legazioni e commissarie, 13, passim; Consulte e pratiche, 52-53, passim; Arte di Calimala, 8, cc. 83r, 94v, 97r, 98r, 104v, 106v, 107r, 108r, 110r; Tratte, 79, c. 17r; 902, cc. 24rv, 32r, 44v, 82r, 106v, 122r, 123r, 218r, 277v, 321r, 332r; 903, cc. 25r, 53r, , 64r, 73v, 140r; 915, cc. 19r, 32r, 50v, 79r, 80v; 984, cc. 37v; 985, cc. 7r, 19r, 21r, 144v; Consoli del Mare, 7; Giudice degli Appelli e Nullità, 75, c. 231; Ufficiali poi Magistrato della Grascia, 190, c. 145r.; Catasto, 65, cc. 54v-56r; 394, cc. 97r-98v; 488, cc. 174r-176v; 689, cc. 758r-761r; 906, cc. 399r - 401r; Capitani della Parte Guelfa, 66, cc. 8v, 64v (per le proprietà a Pisa e Peccioli); Notarile antecosimiano, 1741, cc. 48r-51v (testamento del 1457); 1743, cc. 233r-237r (testamento del 1463); 16123, c. 158r (Signori e Collegi, Deliberazioni in forza di ordinaria autorità, 80, c. 19v); Manoscritti, 542 (12 giugno 1425); Acquisti e doni, 320, ins. 2; ins. 5: Cronaca di casa Pitti; Archivio mediceo avanti il principato, ad ind.; Indice, repertorio ed inventario dell’archivio Rinuccini (manoscritto), anno 1693; Ugolino di Niccolò Martelli, Ricordanze dal 1433 al 1483, a cura di F. Pezzarossa, Roma 1989, pp. 281 s., n. 15; Vespasiano da Bisticci, Le vite, a cura di A. Greco, I-II, Firenze 1976, I, pp. 58 s., 500, II, pp. 297, 323-327, 556; Lorenzo de’ Medici, Lettere, I, 1460-1474, a cura di R. Fubini, Firenze 1977, pp. 97, 206, 277, 306; Benedetto Dei, La Cronica dall’anno 1400 all’anno 1500, a cura di R. Barducci, Firenze 1984, ad ind.; Marco Parenti, Lettere, a cura di M. Marrese, Firenze 1996, ad ind.; Pagolo di Matteo Petriboni - Matteo di Borgo Rinaldi, Priorista (1407-1459), a cura di J. Gutwirth, Roma 2001, ad indicem.
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