CASTIGLIONI, Giannino
Figlio di Giacomo e Piera Bergamaschi, nacque a Milano il 4 maggio 1884. Studiò scultura con E. Butti all'Accademia di Brera. Il padre era direttore dello Stabil. Johnson, di cui il C. stesso diverrà uno dei più apprezzati medaglisti. Il suo esordio è del 1906, all'Esposizione internazionale di Milano. Vinse il concorso per la medaglia premio dell'Esposizione, dove espose alcune targhe e medaglie, un ritratto ad olio di Signora in giallo (Milano, eredi Dal Castagné) e la statua in gesso di Plauto, poeta comico (distrutta dai bombardamenti). In seguito lasciò da parte la pittura, a cui avrebbe continuato a dedicarsi solo per passatempo, per passare poi all'attività di medaglista, intensa fino al 1930, e soprattutto a quella di scultore.
Tra le opere del primo periodo si ricordano medaglie ritratti (Giovanni Stucky, 1906; Giovanni Ricordi, 1908; A. Boito e A. Toscanini, 1924, per la prima del Nerone),medaglie commemorative (per il Centenario della nascita di Cavour, 1910; per il Cinquantenario della proclamazione del Regno d'Italia, 1911; per il Trattato di pace [Ricci, p. 52]; per il Primo centenario della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, 1923;per i Caduti della guerra1915-18, 1926 (Milano, collezione Johnson), targhe e composizioni di argomento vario, aperte alle suggestioni della contemporanea pittura lombarda (Ore tranquille, 1912:Milano, raccolta Castiglioni) e, per alcuni anni, della decorazione floreale (Le quattro stagioni, circa 1910 [Milano, collezione Johnson], per cui si veda anche La Cultura moderna. Natura e arte, XXI[1911-12], pp. 132-134).
Nel 1922 partecipò alla prima Mostra nazionale d'arte sacra a Milano. Dello stesso anno è la sua prima affermazione importante, quando, subentrando all'ultimo momento a E. Rubino, vinse il concorso internazionale per le sculture del palazzo legislativo di Montevideo (Emporium, LVI [1922], pp. 378-381; Bausero, 1959 e 1968): timpano della facciata principale, due grandi fregi per le basi dei pronai delle due facciate laterali, e quattro gruppi scultorei, che lo tennero impegnato fino al 1928.
Dei giganteschi gessi, inviati in Uruguay, fu tradotto in marmo quello relativo alla composizione del frontone, dove numerose figure allegoriche si distribuiscono simmetricamente, come nei frontoni greci prefidiaci, ai lati dell'immagine della Patria. Furono anche realizzati - in bronzo - rilievi con Fanciulli che intrecciano ghirlande, che decorano basi delle antenne per le bandiere sulla scalinata di accesso al palazzo. Gli altri gessi si trovano tuttora all'interno del palazzo legislativo (una seconda copia nell'ultimo studio del C., a Milano, piazza Coriolano, n. 2 a). I bozzetti sono stati pubblicati dal C. stesso presso Bestetti e Tuminelli a Milano nel 1923.
Del 1926 è la seconda opera di scultura che gli procurò una notevole fama nell'America latina: il basamento dell'antenna monumentale in bronzo (su progetto dell'architetto Gaetano Moretti) offerta dalla colonia italiana alla città di Buenos Aires a ricordo della visita del principe di Piemonte: "limpide e piacenti figure muliebri e di adolescenti intrecciano corone fiorite intorno alla figura nuda dell'ospite adolescente" (La Patria degli Italiani: il commento del quotidiano argentino è nell'archivio privato Castiglioni). Contemporaneamente il C. affrontava il tema del monumento ai caduti della prima guerra mondiale: a Magenta un gruppo equestre in bronzo, 1925; a Lecco il Risorgimento dellaPatria, 1926; a Ghiffa, un bacino d'acqua da cui emergono tre colonne sormontate dalle Vittorie del cielo, del mare e della terra 1926.
Il motivo delle colonne si trova anche nel progetto dal titolo AllaGloria, con cui il C. vinse, ex aequo con un altro suo progetto intitolato Alla Fiamma, ilconcorso nazionale di primo grado per un monumento ai caduti di Milano (di fatto l'incarico verrà poi affidato da Mussolini a Giovanni Muzio). Il grande successo di pubblico ottenuto dal C. suscitò l'invidia di due concorrenti, che giunsero a distruggere il progetto. Ma la descrizione che se ne ha basta a dare l'idea della magniloquenza che lo caratterizzava, analoga per molti aspetti a quella dei progetti degli architetti di Napoleone: "sono dodici colonne, disposte a viale, sorreggenti dodici gruppi scultorei a ricordo delle dodici maggiori battaglie con nel mezzo, piccola e umile, l'ara del caduto. Il basamento che unisce le colonne, alternato di lapidi e bassorilievi, si dilata, da una parte e dall'altra, in un piano rialzato, con doppie scalee, terminato ai lati esterni da una fontana" (Torriano).
Segue la serie delle fontane: da quella di S. Francesco in piazza S. Angelo a Milano (1927: R. Giolli, in Emporium, LXVI [1927], pp. 379 s.), senz'altro la sua opera più popolare, forse proprio per la sua semplicità, al monumento-fontana che è invece macchinoso e retorico, eretto (1932) nel giardino dell'Istituto di prevenzione antitubercolare infantile Olgiate Olona in memoria di Luigi Mangiagalli.
L'attività ufficiale del C. sotto il regime fascista si concluse con la realizzazione, insieme con l'architetto G. Greppi, dei cimiteri di guerra del Monte Grappa (1935), del Timavo (1937), di Caporetto e di Redipuglia (1938). Si tratta di opere d'indubbio interesse, delle quali il cimitero del Grappa e quello di Redipuglia si direbbero ispirati ai progetti visionari di un Boullée, e che varrebbe la pena fossero studiati dal punto di vista architettonico, isolandoli dal clima di celebrazione ad esse collegato.
Al Grappa cinque gradoni concentrici delimitanti altrettanti ripiani ad anello culminano in un sacello a pianta circolare (all'interno Via Crucis del C.: vedi D. Dini, La Via Crucis...,Milano 1939); al fondo doveva ergersi una gigantesca Patria, che fu realizzata dal C. in gesso ed eliminata in seguito al parere sfavorevole del re. Due disegni della statua si trovano nella raccolta Castiglioni a Milano.
A Redipuglia il tema patriottico si esprime soprattutto nella parola "Presente" ripetuta a grandi lettere su ciascuno dei sarcofagi di bronzo disposti lungo i gradoni della seconda delle due scalinate. All'interno del tempio della Fede sulla sommità, si trovano una Deposizione e una Via Crucis sempre del Castiglioni.
Nel 1943 nella sua casa di Lierna, dove dal 1927 aveva un secondo studio, lavorò alle formelle di una delle porte minori del duomo di Milano, commissionatagli e iniziata sin dal 1937 (la porta, seconda da sinistra, illustra "l'opera religiosa e politica di s. Ambrogio nella Milano imperiale" e fu inaugurata il 7 dic. 1950: vedi Corriere della Sera, 7dic. 1950).
Nel dopoguerra il lavoro del C. riprese intenso, anche se limitato per lo più all'area milanese. Lavorò a medaglie (per il 60º di fondazione del Banco Ambrosiano 1956: vedi L. Cremaschi, in Riv. ital. di numismatica, LIX [1957], pp. 103 s.; ritratto di Angelo Rizzoli, 1956; per il Centenario della liberazione di Lombardia, 1959; per il Centenario della ditta Davide Campari, 1960; ritratto di Mons. Galbiati, prefetto dell'Ambrosiana, 1961, conservata a Milano nella collezione Johnson insieme a quella con il ritratto di A. Bertarelli, ill. in Medaglia, I[1972], 1, p. 14), statue, bassorilievi, busti commemorativi (Paracelso, 1951: Milano, Biblioteca Ambrosiana; La battaglia di Parabiago, in terracotta, di m 6 × 10, 1968: Parabiago, Sala comunale; busto di Padre Gemelli, detto "L'Ariete":Milano, Università cattolica; busto di Cesare Cantù, 1967: Milano, Museo Cantù, 1967), e soprattutto a gruppi e bassorilievi funerari per il cimitero Monumentale, ove già da molti anni aveva lavorato per le tombe di molte tra le più importanti famiglie (1931: L'Amore, la Fede e la Carità per la tomba Balzaretti; 1933: il Golgota del mausoleo Bernocchi, formato da una spirale di centodieci statue in marmo con le sembianze degli artefici del monumento, tra i quali lo stesso C.; in Giuda fu raffigurato A. Minerbi, il vincitore del concorso per la porta del duomo; 1939: l'Ultima Cena per la tomba di Davide Campari), e dove realizzò nel 1953 il Monumento ai caduti in Russia, nel 1955 il Cristo seminatore della tomba Valsecchi e nel 1967 un "generoso, classico bassorilievo" (D. Buzzati, in Corriere della Sera, 31 ott. 1967) per la tomba Pasini, in cui riprendeva il motivo di uno dei suoi fregi per Montevideo. Altri lavori importanti sono quelli eseguiti per l'ospedale Fatebenefratelli (cappella Smiderle, 1961) e per il cimitero di Busto Arsizio (Redenzione della cappella Tovaglieri, 1964,che gli costò quattro anni di appassionato lavoro).
E non mancano neppure alcuni monumenti civili: per gli operai morti durante i lavori della diga di Cancano nel 1955, e per i Martiri della Resistenza, a piazzale Loreto, nel 1960.
Il C., che attraverso gli anni seppe conservare la sua bonomia lombarda e una spontaneità non comune (A. Bucci, Visita allo studio, in Il Corriere della Sera, 10 febbr. 1951), morì a Lierna (Como) il 27 ag. 1971.
Una ricca raccolta di bozzetti, piccole sculture, targhe e medaglie, disegni e numerosi quadri a olio (tra cui autoritratti) si trova presso l'archivio della famiglia Castiglioni a Milano, che conserva tra l'altro vari registri dove il C. annotava giorno per giorno, negli anni più intensi della sua carriera, gli impegni di lavoro, e una documentazione fotografica completa delle sue opere, di cui si sta curando la schedatura.
Fonti e Bibl.: Oltre alla documentaz. conservata a Milano nell'archivio Castiglioni, vedi i necrologi in Corriere della Sera, 28 ag. e 27 sett. 1971; R. Viviani, Esposizioni individuali indette dalla Famiglia artistica (catalogo), Milano 1912, ad Ind.; C.Ricci, La R. Scuola della medaglia, in Rass. d'arte, IX (1922), pp. 51 s.; P. Torriano, Cronache milanesi. Il concorso di primo grado per il Monumento ai Caduti di Milano, in Emporium, LXI (1925), pp. 201 s.; A. M. Comanducci, Pittori ital. dell'Ottocento, Milano 1934, p. 128; N. Salvaneschi. Le fontane di G. C.,Milano 1945; G. Galbiati-M. Bezzola, La porta del duomo di Milano di G. C.,Milano 1950; L. Cremaschi, Una medaglia ambrosiana, in Riv. ital. di numismatica, LIX (1957), pp. 103 s.; L. Bausero, Las esculturas en el Palacio Legislativo de Montevideo, in Dialogo, I (1959), 4, pp. 23-27; V.Johnson, G. C.: il Liberty lombardo in medaglia, in Medaglia, III (1963),6, pp. 56-71; D. Falconi, Lo scultore e la mela, in Stampa sera, 19 maggio 1965; V. Johnson, Una famiglia di artigiani medaglisti, Milano 1966, pp. 100-113 passim, 139, 149 s., 167, 177; Guida illustr. al Cimitero Monumentale di Milano, Milano 1966, ad Ind.; L. Bausero, Historia del Palacio Legislativo...,Montevideo 1968, passim; Milano 70/70 (catal.), I, Milano 1970, pp. 150, 156, 172; H.Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh.s, I, p. 406.