Rondolino, Gianni
Storico e critico del cinema, nato a Torino il 13 gennaio 1932. Per il suo costante impegno organizzativo e di diffusione del cinema, a Torino e in Italia, e per i suoi studi, che hanno spesso posto in luce cinematografie e autori tra i meno conosciuti, R. si colloca tra gli studiosi di cinema di maggiore rilievo del secondo Novecento.
Dopo il liceo studiò musica e si iscrisse alla facoltà di Lettere, laureandosi nel 1956. Animato da una forte passione per il cinema, iniziò a frequentare sin dall'immediato dopoguerra i cineclub torinesi e, durante gli anni universitari, fu tra i coordinatori del CUC (Centro Universitario Cinematografico) di Torino. Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta contribuì a fondare una rivista di cinema legata agli ambienti universitari e il cineclub L'occhio selvaggio. In quello stesso periodo iniziò la sua attività di critico cinematografico, collaborando con riviste come "Bianco e nero" e "Il nuovo spettatore". Nel 1966 vinse la libera docenza e l'anno successivo tenne il primo corso di cinema per la cattedra di estetica di G. Vattimo. Nominato nel 1970 professore incaricato, dal 1980 sino al 2000 ha insegnato storia e critica del cinema all'Università di Torino come ordinario. Nel 1981, insieme ad A. Giannarelli e in collaborazione con gli animatori del cineclub torinese Movie Club (R. Turigliatto, S. Della Casa, A. Barbera, tutti suoi allievi), ha creato un festival teso a promuovere l'idea di un cinema realizzato dai giovani, il Festival cinema giovani di Torino, la cui prima edizione ha avuto luogo l'anno successivo e di cui R., dal 1983 e per diversi anni, è stato il direttore. Autore di numerosi scritti sul cinema, ha sempre lavorato in una duplice prospettiva: se, da una parte, i suoi studi si sono soffermati sul cinema come linguaggio, mettendo in evidenza i momenti, le correnti e gli autori più innovativi in tal senso ‒ in testi come Jean-Luc Godard (1970), L'occhio tagliato. Documenti del cinema dadaista e surrealista (1972), Storia del cinema d'animazione (1974), Cinema e musica. Breve storia della musica cinematografica (1991) e in studi su autori come Alexandre Alexéieff o Norman McLaren ‒, dall'altra il suo interesse si è costantemente rivolto verso le forme di critica sociale e politica messe in atto da tale mezzo espressivo, come dimostrano le sue monografie sugli autori del Neorealismo ‒ che R. considera uno dei momenti più importanti del cinema mondiale ‒ quali Roberto Rossellini (1977) e Luchino Visconti (1981). Una duplice prospettiva che ha trovato una sintesi nella sua ponderosa Storia del cinema (3 voll., 1977, 1996³), in cui l'autore disegna un percorso complesso volto a seguire entrambe queste direzioni: il rinnovamento espressivo e l'impatto della produzione cinematografica sulle battaglie politiche e sociali.
C. Bragaglia, Critica e critiche, Milano 1987, passim; L. Pellizzari, Critica alla critica. Contributi a una storia della critica cinematografica italiana, Roma 1999, passim.