GIANGASTONE de' Medici, granduca di Toscana
Figlio di Cosimo III e di Margherita d'Orléans. Nel 1723, quando successe al padre, già conosceva il destino della Toscana, che le potenze europee, col trattato di Londra, avevano destinato, alla sua scomparsa, a un'altra dinastia. L'età non più giovane, il sapersi semplice usufruttuario della dignità granducale, la natura proclive alla vita spensierata e allegra, che gli crearono cattiva fama, lo fecero apatico e indifferente alle cure dello stato. Tuttavia, un po' per influsso dei tempi e di circostanze favorevoli, un po' per l'azione di coloro che gli furono consiglieri e guide, i pochi anni del suo granducato rappresentano, sotto certi aspetti, un restauramento seguito alla fiacca e rovinosa politica paterna. Molti provvedimenti di pubblica economia e politica ecclesiastica preannunziano il grande movimento riformatore dei primi sovrani lorenesi. Notevole l'impulso dato al rifiorimento della cultura con la libertà dell'insegnamento universitario, che Cosimo III aveva stretto nei lacci dell'aristotelismo, vietando ogni intrusione di dottrine nuove. G. moriva il 9 luglio 1737; ma non era già più sovrano del suo stato, occupato dalle milizie di Francesco Stefano, duca di Lorena.
Bibl.: R. Galluzzi, Istoria del granducato di Toscana sotto il governo della casa Medici, Livorno 1781, VIII; A. Reumont, Geschichte Toscana's seit dem Ende des florentinischen Freistaates, Gotha 1876, I, pp. 477-500; G. Pieraccini, La stirpe dei Medici di Cafaggiolo, Firenze 1924, II, pp. 737-873.