STRAPAROLA, Gianfrancesco
Novelliere, nato a Caravaggio nell'ultimo ventennio del Quattrocento, condusse vita che ci è rimasta completamente oscura, e che dovette a ogni modo essere assai lunga, se era ancora vivo nel 1557. Non per il suo Canzoniere, del tutto trascurabile, merita egli un posto nella storia della letteratura, ma per il suo novelliere, che, edito nel 1550-53 a Venezia, ebbe larghissima fama in Italia e fuori, e fu presto tradotto in francese e in tedesco.
S'intitola Le piacevoli notti, e racconta come Ottaviano Maria Sforza vescovo di Lodi, riparando da domestiche sventure nell'isola di Murano vi accogliesse una brigata di dame e gentiluomini, i quali in tredici notti consecutive espongono favole e novelle, intramezzandole con enigmi in ottava rima. Stentato e meschino, avvolto in un'aria di grigia monotonia è il quadro in cui lo S. inserisce le sue novelle (che sono in numero di 75, con 73 enigmi); ombre vane, figure scialbe e convenzionali i personaggi dei novellatori. Ma l'interesse che languisce nella cornice, si ravviva alquanto nei racconti, specialmente in quelli delle prime cinque notti, pubblicati separatamente nel 1550 ed evidentemente elaborati dallo S. con maggiore cura e più riposato lavoro. Novità felice è quella di aver fatto largo posto alla fiaba in tutte le sue forme e sfumature: dalla vera e propria fiaba da bambini alla favola fantastica e avventurosa, e a quella comica e indecente. Non solo esseri soprannaturali, ma anche le bestie entrano spesso in azione; tuttavia si deve riconoscere che l'autore, scrittore di scarsa cultura e genialità, è rimasto per questo lato assai lontano dal suo connazionale G. B. Basile e da Ch. Perrault, i quali egli precorre di circa un secolo. Se ha saputo talvolta ravvivare con gaiezza borghese la materia popolare, e spaziare con abbastanza varia fantasia, gli ha fatto invece difetto l'arte, e si rivela spesso sciatto e scolorito. V. delle Piacevoli notti l'ed. a cura di G. Rua (Bari 1927).
Bibl.: G. Rua, Intorno alle Piacevoli notti, in Giornale st. della lett. it., XV e XVI; id., Le Piacevoli notti di G. F. S., Roma 1848.