STOPPANI, Gianfrancesco
– Nacque a Milano il 16 settembre 1695, ultimo di cinque figli del marchese Giovanni Francesco Stoppani, questore soprannumerario di cappa corta del Magistrato straordinario di Milano, e di Laura Croce. Il padre fu amministratore dell’officio del corriere maggiore dello Stato di Milano.
Gianfrancesco attese agli studi nel collegio Borromeo di Pavia e il 24 giugno 1715 ricevette la tonsura. Proseguì negli studi all’Università di Pavia, laureandosi in utroque iure il 10 novembre 1716.
Portatosi a Roma, frequentò la Pontificia Accademia dei nobili ecclesiastici, ove si formava la diplomazia al servizio papale. Intraprese la carriera curiale, divenendo referendario del tribunale della Segnatura il 30 giugno 1724; fu poi ammesso fra i camerieri d’onore di Innocenzo XIII e nominato prelato domestico di mantelletta. Il 19 novembre 1730 Clemente XII lo inviò come inquisitore nell’isola di Malta, ove rimase per cinque anni. Il 14 giugno 1734 prese gli ordini minori, e dal 19 giugno gli ordini sacri divenendo suddiacono, diacono il 25 luglio e presbitero il 1° agosto 1734.
Il 14 marzo 1735 fu eletto titolare della diocesi di Corinto in partibus e consacrato arcivescovo il 25 marzo dal cardinale Giorgio Spinola, assistito da Antonio Pallavicini e Carlo Alberto Guidobono Cavalchini. Il mese seguente fu inviato dal papa a Firenze come nunzio apostolico e poi con analogo mandato rappresentò il Papato presso il Senato di Venezia dal 10 marzo 1739 fino al 12 novembre 1743. Successivamente Benedetto XIV lo inviò come nunzio alla corte dell’imperatore Carlo VII di Wittelsbach, del quale si guadagnò la stima e la fiducia. Erano gli anni della guerra di successione austriaca, che aveva opposto i Wittelsbach agli Asburgo nella contesa per il conseguimento della dignità imperiale e per la successione ai domini ereditari austriaci. Alla morte di Carlo VII, Stoppani fu nunzio straordinario alla Dieta di Francoforte riunita per l’elezione imperiale. Nuovo imperatore eletto fu Francesco Stefano di Lorena, marito di Maria Teresa d’Asburgo. Stoppani era considerato fautore del partito bavarese e la sua dedizione alla causa dei Wittelsbach gli alienò la benevolenza imperiale: Francesco I non lo volle come nunzio a Vienna ed egli dovette tornare a Roma. In questo frangente la sua carriera conobbe un periodo di incertezze: rimase per due anni senza incarichi e poi dovette accontentarsi della nomina a presidente di Urbino, conseguita il 26 gennaio 1747, ove si distinse per aver inaugurato una fase di buon governo.
Nonostante il veto imperiale sulla sua persona Benedetto XIV lo ritenne degno della porpora cardinalizia. Stoppani poté fare affidamento anche sull’appoggio del segretario di Stato, cardinale Silvio Valenti Gonzaga, suo amico e parente. Alla nomina tuttavia si opponeva energicamente Maria Teresa, rappresentata a Roma dal cardinale Mario Millini. Infine il papa sciolse la riserva e lo creò cardinale nel Concistoro del 26 novembre 1753. Il breve apostolico gli fu recapitato a Urbino il 1° dicembre da monsignor Benedetto Veterani. Due giorni dopo ne informò il Consiglio decurionale di Milano, che non mancò di inviare al papa un attestato di pubblica gioia per l’avvenuta nomina. Per celebrare il suo cardinalato fu stampato un componimento poetico, redatto da un certo Pier Maria Ghini, verseggiatore d’occasione. Fu quindi legato apostolico di Urbino, ove il suo ritorno fu celebrato da un’ode scritta dall’abate Giovan Battista Passeri, accademico pesarese. Dopo tre anni passò alla legazione di Romagna, ove rimase fino al 13 luglio 1761.
Clemente XIII lo creò prefetto della congregazione de Propaganda Fide il 1° marzo 1763 e vescovo suburbicario di Palestrina. Si dedicò con zelo alla cura della sua diocesi, compiendo frequenti visite pastorali e impegnandosi nel riordino del seminario, che dotò di un’ampia biblioteca e arricchì di arredi per le messe solenni. Partecipò ai conclavi del 1758 e del 1769. Nel 1767 acquistò il palazzo Caffarelli e lo elesse sua residenza.
La tradizione vuole che egli vi ponesse le Tavole prenestine, un antico calendario romano di marmo da lui rinvenuto a Palestrina, oggi conservato al Museo nazionale romano. Il palazzo nel 1816 sarebbe stato acquistato dal cardinale Pietro Vidoni, da cui prese il nome, ed è oggi sede del dipartimento della Funzione pubblica.
Dal 12 dicembre 1770 Stoppani fu impegnato nella carica di segretario della congregazione della Santa Inquisizione, che tenne fino alla morte, sopraggiunta a Roma il 18 novembre 1774 per insufficienza renale. Fu sepolto a Roma, nella chiesa di S. Andrea della Valle, cappella di S. Maria Vergine.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivio storico civico, Dicasteri, 104/13, 105/2; Famiglie, 1454.
P.M. Ghini, Per la promozione alla sagra porpora di monsignor G. S., Forlì 1753; G.B. Passeri, Nel faustissimo ritorno a Pesaro dell’eminentissimo signor cardinale G. S. nostro presidente dopo la di lui applauditissima promozione alla sacra porpora. Ode, Pesaro 1754; P. Petrini, Memorie prenestine disposte in forma di annali, Roma 1795, pp. 41 s.; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della santa romana Chiesa, IX, Roma 1797, pp. 283-285; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro sino ai nostri giorni specialmente intorno ai principali santi, I-CIII, Venezia 1840-1861, LXX, pp. 93-95, LXXI, pp. 4 s.; R. Ritzler - P. Sefrin, Hierarchia catholica Medii et recentioris aevi, V, Patavii 1952, pp. 16, 183; F. Arese, Le supreme cariche del Ducato di Milano da Francesco II Sforza a Filippo V, in Archivio storico lombardo, XCVII (1970), p. 106; Ch. Weber, Legati e governatori dello Stato pontificio, 1550-1809, Roma 1994, pp. 372, 420; The cardinals of the holy roman church. Biographical Dictionary, Pope Benedict XIV (1740-1758), Consistory of November 26, 1753 (IV), http://webdept.fiu. edu/ ~mirandas/bios1753.htm#Stoppani (11 marzo 2019).