FORTUNIO, Gianfrancesco
Dalmata di nascita, discepolo dell'umanista Marcantonio Sabellico, esercitò l'avvocatura a Venezia, poi fu giudice ad Ancona, dove finì tragicamente la vita nei primi decennî del Cinquecento. È noto soltanto per essere stato dei primi a occuparsi di grammatica italiana. Infatti le sue Regole grammaticali della volgar lingua (dalle quali egli accusò, a torto, il Bembo di aver tolto la prima idea delle sue Prose della volgar lingua) videro la luce ad Ancona nel 1516. Il F. fonda le sue regole non già sull'uso corrente, ma su quello fissato nelle opere dei tre sommi trecentisti; sull'autorità e sull'imitazione, non già sulla lingua parlata; e il suo metodo fu universalmente seguito dai molti grammatici che trattarono dopo di lui questa materia. Le Regole del F. si ristamparono una ventina di volte nella prima metà del sec. XVI.
Bibl.: V. Cian, Un decennio della vita di m. Pietro Bembo, Torino 1885, pp. 40, 231, 240; C. Trabalza, Storia della grammatica italiana, Milano 1908, pp. 65-72; V. Brunelli, G. F. Fortunio primo grammatico italiano, in Atti e mem. della Società dalmata di st. patria, II (1927).