BALDINI, Gianfrancesco
Nacque a Brescia il 4 febbr. 1677 da Bartolomeo e da Maddalena Calvati. Vestì l'abito della Congregazione somasca (1694) e, dopo aver studiato teologia a Venezia e avere insegnato filosofia a Brescia, ove si dimostrò seguace del metodo cartesiano, insegnò filosofia e poi teologia al Collegio Clementino di Roma (1714). Fu consultore della Congregazione dell'Indice (1729) e di quella dei Riti, teologo qualificatore nel tribunale dell'Inquisizione, generale del suo Ordine (1748-51) e poi vicario generale. Era socio della romana Accademia di storia romana e antichità e di quella di storia ecclesiastica, dell'Accademia etrusca di Cortona e dell'Arcadia (col nome di Brennalio Reteo). Mori a Tivoli il 14 giugno 1764.
Come antiquario, gli interessi del B. furono prevalentemente rivolti alla numismatica: su argomenti numismatici ebbe con A. Zeno un fitto carteggio tra il 1723 e il 1744 (A. Zeno, Lettere,Venezia 1785, III-VI, passim),e anche S. Maffei si rivolse a lui per barattare iscrizioni con monete (S. Maffei, Epistolario,II, Milano 1955, n. 889). Assai buona, e in definitiva la migliore tra le opere del B., è la riedizione dei Numismata imperatorum Romanorum praestantiora... di J. Vaillant, il celebre numismatico e antiquario di Luigi XIV: il B. ne curò una nuova edizione in tre volumi (Numismata... per Ioannem Vaillant. Editio prima romana plurimis rarissimis nummis aucta,Romae 1743), in cui raddoppiò il numero delle monete prese in esame. Oltre che di numismatica classica, il B. era anche sagace intenditore di monete più recenti (fu lui che stimò la collezione di 5067 monete pontificie offerta nel 1747 dagli eredi di S. Scilla a Benedetto XIV) e aveva una importante raccolta personale di bulle pontificie da Pasquale II a Clemente XIII che, dopo la sua morte, i somaschi donarono al papa.
Notevole anche, del B., lo scritto Sopra certi vasetti di creta trovati in una cammera [sic] sepolcrale nella vigna di S. Cesario in Roma (nei Saggi di Dissertazioni dell'Accademia Etrusca di Cortona, II, Roma 1738, pp. 151-162), Cioè sulle note olle di S. Cesareo, trovate nel 1732 durante scavi archeologici in un terreno dei somaschi sull'Appia antica. Più modesti invece alcuni altri scritti antiquari: Sopra un'antica piastra di bronzo che si suppone un'[sic]orologio da sole (nei Saggi citati, III, Roma 1741, pp. 185-194); Sui sepolcri degli antichi Romani (1756, ma stampata postuma, a cura di C. Muzzarelli, nel Giorn. Arcadico,XLV [1830], pp. 229-245). Fu il primo, nel 1742, a esaminare il famigerato "dittico Quiriniano", e dopo qualche tentennamento lo giudicò opera del XV secolo (cfr. Epistolae A. M. Quirinii...,Venetiis 1756, pp. 78, 87, 96 ss.), trascinando con sé, nell'errore, eruditi quali il Maffei e P. M. Paciaudi. Negli studi di storia ecclesiastica il B. si segnalò per le note di cui arricchì il IV volume (1745) dell'edizione del Liber pontificalis di F. e G. Bianchini (aveva anche preparato le note per il V volume, ma queno non fu mai pubblicato) e i voll. II-III (1752-55) dell'edizione di G. Vignoli.
Il B. mostrò anche interesse per le scienze fisiche: ne sono testimonianza la Lettera sopra le forze moventi (in Raccolta d'opuscoli...,di A. Calogerà, IV, Venezia 1730, pp. 431-474), ove rivela buona conoscenza delle dottrine del tempo, e la Relazione dell'aurora boreale veduta in Roma li 16 dec. 1737 venendo li 17 (ibid., XVII, Venezia 1738, pp. 47-68), assai lodata ai suoi tempi nonostante che la spiegazione scientifica del fenomeno si riveli oggi fortemente errata.
Si ricordano anche, del B., le Meditazioni sopra la passione di Gesù Cristo e sopra li dolori di Maria,Roma 1733 (traduzione dell'opera in spagnolo del p. Rojas, ma condotta sulla versione in francese di H. X. Belsunce, vescovo di Marsiglia); manoscritta sembra essere rimasta l'opera Sulle indulgenze (1743); infine il Mazzuchelli ricorda Li alberi, idillio francese tradotto in versi latini e toscani (Firenze 1751): il testo francese di P. Desforges-Maillard si accompagna a due traduzioni, una di G. B. Casaregi, una del Baldini.
Varie lettere al march. A. G. Capponi (1723-1740) si conservano nella Bibl. Vaticana (Vatic. Capponi,274, 275, 2772, 2812.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, GliScrittori d'Italia,II, 1, Brescia 1758, pp. 137-139; G. Cevasco, Breviario storico... della Congregazione di Somasca...,Genova 1898, pp. 7 s.; St. Le Grelle, Saggio storico delle collezioni numismatiche italiane,in C. Serafini, Le monete e le bulle plumbee pontificie...,I, Roma 1910, pp. XXIII, XXX; L. Montalto, Il Clementino, Roma 1938, passim; sullo scavo di S. Cesareo e sulle singolari vicende delle olle, ora solo in parte al Museo naz. romano, v. L. Montalto Tentori, Scoperte archeologiche del sec. XVIII nella Vigna di S. Cesareo,in Riv. d. R. Ist. d'arch. e storia dell'arte, VI (1937-38), pp. 289-308 (a p. 291, ritratto-caricatura del B. di P. L. Ghezzi); le iscrizioni arcaiche si trovano in Corpus Inscriptionum Latinarum,I, 2, ediz.(1918), II. 1015-1195.