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ALBERTRANDI, Gianbattista

di Mattia Loret - Enciclopedia Italiana (1929)
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ALBERTRANDI, Gianbattista

Mattia Loret

Figlio di un italiano stabilitosi e naturalizzatosi in Polonia nella prima metà del Settecento, nacque a Varsavia nel 1731 e vi morì nel 1808. Fu a scuola dai gesuiti, gesuita egli stesso e professore nei varî collegi della Compagnia. Studioso appassionato, si procurò una cultura enciclopedica, tipica per l'epoca in cui visse. Filologo insigne, conoscitore di varie lingue, fu bibliotecario della famosa biblioteca dei Zaluski a Varsavia. In seguito, lettore e conservatore del gabinetto numismatico del re Stanislao Augusto Poniatowski, fu da lui mandato nel 1782 in Italia (dove già prima aveva soggiornato, 1769-1773), e qui si diede a ricerche negli archivî e nelle biblioteche. Frutto di questi viaggi fu una ricca raccolta di monete, di medaglie antiche e di copie di documenti, che in seguito costituirono un fondo speciale nella raccolta del re. Si può dire che da queste iniziative prendesse origine e sviluppo lo studio critico della storia polacca, basato su fonti e ricerche di documenti. Secolarizzatosi e sempre protetto dal sovrano, l'A. ebbe alcuni canonicati, fu prelato, quindi vescovo di Zenopoli in partibus. Dopo le spartizioni della Polonia, fu uno degli organizzatori della Società degli amici delle scienze di Varsavia e primo presidente di essa. Storico non tanto profondo quanto scrupoloso e veritiero, pubblicò molti studî negli Annali della detta società. La bibliografia dei suoi scritti, in Wiek XIX, Stolat mysli polskiej, I, p. 162 seg., Varsavia 1906.

Bibl.: C. Sommervogel, Bibliothèque de la comp. de Jésus, I, Bruxelles e Parigi 1890, pp. 122, 132.

Vedi anche
filologia In ogni ricerca, l’interpretazione di fatti (o di personaggi ecc.) basata sull’esame di testi, documenti o su notizie storiche. Definizioni Il termine f., inteso nel mondo greco e latino come amore della dottrina, con particolare riguardo all’erudizione storica, si andò affermando in Europa dopo l’Umanesimo ... storiografia Scienza e pratica dello scrivere opere relative a eventi storici del passato, in quanto si possano riconoscere in essa un’indagine critica e dei principi metodologici. Il complesso delle opere storiche scritte in un determinato periodo o relative a un determinato argomento o basate su un determinato ... vescovo Nel cristianesimo primitivo e in molte Chiese cristiane non cattoliche, il capo di una comunità di fedeli, in posizione più elevata rispetto agli altri ordini del ministero ecclesiastico. Nella Chiesa cattolica, prelato che, sotto l’autorità del romano pontefice, ha il governo ordinario di una diocesi, ... Sebastiano Ciampi Sacerdote (Pistoia 1769 - Firenze 1847); prof. di letterature antiche a Pisa, poi (1818-22) a Varsavia, si dedicò soprattutto alla storia della cultura polacca e ai suoi rapporti con quella italiana (Feriae Varsavienses, 1818-19; Bibliografia critica, 1834-42, dei rapporti tra Italia, Russia e Polonia); ...
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    Storiografo polacco (Varsavia 1731 - ivi 1808) di origine italiana; gesuita, poi secolarizzato, fu vescovo titolare di Zenopoli e primo presidente (1800-1808) della "Società degli amici delle scienze" di Varsavia. Amico e collaboratore di A. Naruszewicz, ne continuò la grande opera storica con monografie, ...
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