GAVAZZENI, Gianandrea (App. III, i, p. 712)
Musicista, morto a Bergamo il 5 febbraio 1996. Abbandonata fin dal 1949 l'attività compositiva, si dedicò negli ultimi anni soprattutto alla direzione d'opera, portando sulle scene numerose riprese moderne di melodrammi dell'Ottocento e del primo Novecento. Il lavoro critico e interpretativo di G. ha impresso un impulso fondamentale al recupero di questi brani e al loro reinserimento in repertorio, come pure al confronto con la letteratura operistica contemporanea. L'attenta opera di analisi e ricerca, volta a superare i limiti delle convenzioni accumulatesi nel corso degli anni sul testo musicale e drammaturgico e al tempo stesso a favorirne una resa fedele alle esigenze storiche e culturali, ha infatti accompagnato e segnato costantemente il suo impegno come interprete. Figura carismatica e tuttavia scevra da tentazioni divistiche, G. riuscì a cogliere e ad assumere la complessità del ruolo richiesto nel 20° sec. al direttore d'orchestra - in particolare in campo operistico -, elemento centrale e 'demiurgico' di un'articolata costellazione di personalità artistiche che concorrono alla costruzione dello spettacolo.
Direttore artistico della Scala dal 1965 al 1968, e poi più volte ospite del teatro milanese, diresse inoltre nei maggiori teatri del mondo, proseguendo al tempo stesso nell'interpretazione del repertorio sinfonico, con particolare attenzione per il sinfonismo tedesco. Dal 1986 fu socio nazionale dell'Accademia dei Lincei.
Tra le registrazioni si ricordano: L'elisir d'amore (1967) di Donizetti; Jerusalem (1963) e Simon Boccanegra (1973) di Verdi; Cavalleria rusticana (1977) di Mascagni.
L'impegno critico e musicologico di G. era inoltre proseguito con scritti come Trent'anni di musica (1958); I nemici della musica (1965); Non eseguire Beethoven e altri scritti (1974); La bacchetta spezzata (1987); Quaderno del musicista (1988); Il sipario rosso. Diario 1950-1976 (1992).