CAROTO, Gian Francesco
Pittore. Nacque circa il 1480 a Verona; vi morì dopo l'aprile 1555. Fu scolaro di Liberale del quale sviluppò le tendenze formali e cromatiche pur subendo influenze notevoli del Mantegna. Si distingue fra i contemporanei veronesi per fluidità lineare, morbidezza coloristica e dolcezza luministica, anche nel paesaggio. Capolavoro della sua giovinezza è la cappella Spolverini in Santa Eufemia, frescata con storie di S. Raffaele, la cui pala coi tre arcangeli si ammira nel Museo scaligero. Dopo aver dipinto a Mantova nel 1514 e a Milano, divenne pittore aulico dei marchesi di Monferrato. Di tale lunga attività non rimane che la medaglia di Bonifacio Paleologo e un Rimpianto di Cristo (1515) nel Museo Borgogna di Vercelli. Tormato in patria eseguì, sotto l'impressione di Giulio Romano, la magnifica pala di S. Fermo del 1528. Notevoli a Verona in S. Girolamo l'Annunciazione (1508), in S. Bernardino il Commiato di Cristo dalla Madre, in S. Maria in Organo varî affreschi; in S. Giorgio in Braida un polittico e la S. Orsola (1545), in S. Anastasia il S. Martino, nel Museo scaligero dipinti di vario genere; a Bionde di Visogna uno Sposalizio di S. Caterina, a Trento nel duomo una Madonna con Santi, a Firenze agli Uffizî due sportelli d'altare già in S. Cosimo a Verona; a Bergamo e altrove predelle, Madonne, ecc.
Il fratello Giovanni, nacque a Verona circa il 1488, morì dopo il 1562. La sua arte mostra dipendenza da Francesco Morone più che da Gian Francesco: forme intagliate, colori lucenti a marezzature. Di lui in S. Giorgio ìn Braida un'Annunciazione del 1508, nel battistero del duomo una Madonna con donatore, in S. Paolo una grandiosa pala datata 1516, nel Museo scaligero due donatori di un'ancona distrutta. In seguito preferì dedicarsi agli studî archeologici. Fece poi i disegni di tutte le antichità di Verona per un trattato di Torello Saraina stampato nel 1540, che ripubblicò nel 1560: De le antiquità de Verona con novi agianti da M. Juane Caroto pitore Veronese. Insegnò i rudimenti dell'arte a Paolo Veronese.
Bibl.: M.H. Bernath, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibl. precedente); A. Avena, Sei paesaggi da rivendicare a G. F. C., in Madonna Verona, IX (1915), pp. 133-35.