DAVARI, Gian Antonio Stefano
Nato a Mantova il 6 giugno 1836 da Domenico e da Gaetana Vermigli, dopo aver frequentato il corso di studi classici affiancò per qualche tempo il padre nella sua attività di "scalettiere". Assunto poi nell'amministrazione statale e assegnato all'Archivio governativo e giudiziario di Mantova, nel novembre 1859, in connessione con la seconda guerra d'indipendenza, si rifugiò a Brescia. liberata dalla donunazione austriaca, ottenendo dall'Amministrazione centrale di Lombardia di poter continuare a prestare servizio presso l'Archivio governativo e giudiziario di quella città. Nell'aprile del 1860 si arruolò nell'esercito italiano per combattere "fino a tanto che la sua patria non fosse libera dallo straniero" (Arch. di Stato di Brescia, Arch. Direzione, busta 5). Rientrato, dopo la terza guerra d'indipendenza, a Mantova, nel 1869, in seguito a concorso per esami e titoli fu nominato, per un triennio in via provvisoria, cancelliere scrittore nella carriera di concetto e addetto all'Archivio Gonzaga di Mantova, allora affidato all'amministrazionecomunale. Confermato nel posto, lo occupò ininterrottamente fino al 1909, anche dopo il passaggio dell'archivio gonzaghesco allo Stato distinguendosi per la particolare laboriosità e per l'amore verso le carte affidategli.
Nel 1872, con uno studio sulla vita e le opere dell'ingegnere G. Bertazzolo, il D. iniziava la serie delle sue pubblicazioni, d'interesse esclusivamente mantovano ed esclusivamente basate sui documenti dell'Archivio Gonzaga. Senza pretese letterarie, redasse esposizioni schematiche, di forma scarna e disadorna, ed esigue di mole, che hanno tuttavia il merito di essere estremamente circostanziate e ricche di informazioni esatte e puntuali. Autodidatta, appartenne a quella schiera di studiosi mantovani della seconda metà dell'Ottocento che. proseguendo i metodi e la cultura della storiografia romantica e risorgimentale, si adoperarono ad illustrare la storia locale, limitando studi; ricerche e pubblicazioni all'ambito dell'archivio patrio alla cui valorizzazione, peraltro, diedero un impulso determinante.
Tra il 1873 ed il 1908 uscirono, con un ritmo quasi annuale, le altre sue ventotto pubblicazioni, di volta in volta sulla storia civile, su quella dell'arte e della musica, sulle vicende familiari dei Gonzaga, sulla topografia mantovana. Tra i principali argomenti, il saggio del 1879 nel quale esaminava le vicende del tribunale dell'Inquisizione nel mantovano dal suo sorgere, nel 1252, alla fine dei sec. XVI; le notizie storiche, pubblicate tre anni prima, intorno allo Studio pubblico ed ai maestri a Mantova nel '400 e nel '500; le notizie biografiche su Claudio Monteverdi edite nel 1888 e seguite, l'anno successivo, da un lavoro sulle tormentate trattative nuziali tra Dorotea Gonzaga e Galeazzo Maria Sforza. Seguirono memorie su Federico Gonzaga ed i suoi rapporti con la famiglia Paleologo del Monferrato, sui palazzi gonzagheschi di Marmirolo, su quello dei Te a Mantova e, nel 1897, una preziosa raccolta di notizie sulla struttura topografica di Mantova e sul suo sviluppo nei secc. XIII e XIV, successivamente rifatta, accresciuta ed estesa al sec. XV.
L'attività di studioso dei D. fu connessa, e spesso conseguente, con il lavoro da lui svolto come archivista. Si occupava innanzitutto delle serie gonzaghesche, revisionandole e fornendole di adeguati supporti di corredo atti a facilitare le ricerche; inoltre doveva corrispondere alle richieste degli studiosi che abbisognavano di trascrizioni di documenti e di indicazioni di segnature e dati archivistici. Nell'ambito di questa intensa e lunga attività nacquero così, redatti a mano, gli "indici" e le "schede", strumenti di tale utilità da essere ormai divenuti, pur nella loro irregolarità strutturale e di contenuto, la base imprescindibile per ogni ricerca nell'archivio gonzaghesco.
Gli "indici", suddivisi in trentasette registri, sono degli elenchi cronologici di tutti coloro che scrissero ai Gonzaga dallo Stato mantovano e dagli altri Stati italiani e stranieri: recano talvolta l'indicazione del destinatario e sono spesso corredati da annotazioni relative a quelle notizie, contenute nelle rispettive lettere, che al D. parvero più importanti alla luce dei suoi interessi culturali. Se il risultato fu disuguale, non omogeneo. poiché, essendo stati privilegiati argomenti e periodi. storici a discapito di altri, in certi casi si abbonda di notizie, in altri si resta troppo nel sommario, si trattò pur sempre di un lavoro monumentale, per il quale il D. effettuò praticamente uno spoglio generale della corrispondenza gonzaghesca, come testimoniano anche le scritte di suo pugno apposte sulle fascette che, nell'ambito di ogni faldone d'archivio, raccolgono, suddividendole per anno, per mittente e per località, le varie lettere.
Le "schede", conservate in ventitré buste e raggruppate per soggetto o per argomento, consistono in una miriade di fogli, foglietti, bigliettini, listerelle di carta, sui quali il D. raccolse notizie, memorie, segnature archivistiche, transunti e parziali trascrizioni di documenti, accumulandone più di 20.000. Vergate durante il lavoro di spoglio e di ricerca, le "schede" avevano lo scopo di facilitare ed arricchire le ricerche successive: circoscritte dai limiti di un lavoro personale, che sotto taluni punti di vista è, ovviamente, incompleto, le "schede" costituiscono, tuttavia, un avvio prezioso per le più disparate indagini nell'archivio Gonzaga, avendo l'autore "schedato" un numero tale di argomenti che la "ricerca entro i suoi spogli non si può dire mai vana" (P. Torelli, L'Archivio Gonzaga ...). Va ricordato, infine, che un merito non piccolo di quest'opera è dovuto al fatto che spesso vengono fornite notizie e contenuto anche di documenti ormai deterioratisi irreparabilmente.
Con un tale bagaglio di erudizione, il D. "sul finire del secolo scorso poteva dirsi una figura veramente rappresentativa della cultura mantovana" (A. Bellù, Il D. ...). A lui si rivolsero per quesiti e ricerche, fra i molti altri, studiosi come il D'Ancona, il Novati, il Pastor, il Cipolla, il Renier, il Luzio; e in molte occasioni egli fece da consulente storico su questioni relative alla storia locale. Nell'Archivio di Stato di Mantova resta il relativo ricco carteggio.
Socio emerito dell'Accademia Virgiliana di Mantova, il D. fu anche corrispondente della Deputazione storica subalpina e collaboratore dell'Annuario dei Musei imperiali di Vienna nonché dell'Archivio storico lombardo; vari altri istituti di cultura gli concessero encomi e riconoscimenti.
Della sua vita familiare e privata poco si conosce: fu sposato due volte e due volte vedovo. Mori a Mantova l'8 marzo 1909.
Scritti: Cenni tratti da lettere inedite di G. Bertazzolo che possono chiarirne la vita ed i suoi principali lavori, Mantova 1872; Della famiglia Spagnolo, ibid. 1873; Studi fatti nell'Archivio storico Gonzaga. Relazione, ibid. 1873 e 1875; Il matrimonio di Federico Gonzaga primo duca, 1517-36, ibid. 1874; Cenni storici intorno alle opere di fortificaziorte della città di Mantova dei sec. XVI, ibid. 1875; Notizie storiche intorno allo Studio pubblico ed ai maestri dei secc. XV e XVI che tennero scuola in Mantova, ibid. 1876; Lettere inedite di Pietro Pomponazzo filosofo mantovano, ibid. 1877; Cenni storici intorno al Tribunale dell'Inquisizione in Mantova. Milano 1879; Sulle pergamene dell'Ospedale Civile di Mantova, Mantova 1881; Notizie storiche intorno al pubblico orologio di Mantova, ibid. 1883-84; La musica a Mantova. Notizie biografiche di maestri di musica, cantori e suonatori presso la corte di Mantova nei secc. XV, XVI e XVII, ibid. 1885; Notizie biografiche del distinto maestro di musica C. Monteverdi, ibid. 1885; Sperandio da Mantova e Bartolomeo Meliolo Mantovano, scultori orefici del XV sec., ibid. 1886; G. B. Viani di Cremona intagliatore in legno, ibid. 1887; Lo stemma di Andrea Manregna, Roma 1888; 1 palazzi dell'antico Comune di Mantova e gli incendi da essi subiti, Mantova 1888; Il Cristo del nostro Ospedale, in Gazzetta di Mantova, 11 ag. 1889; I palazzi dei Gonzaga in Marmirolo, Mantova 1890; Il matrimonio di Dorotea Gonzaga con Galeazzo Maria Sforza, Genova 1890; Federico Gonzaga e la famiglia Paleologa del Monferrato, ibid. 1891; La palazzina annessa al Castello di Mantova e i supposti dipinti del Correggio, Milano 1895; Urkunden und Inventdre aus dem Archivio Storico Gonzaga zu Mantua, estr. da jahrbuch der Kunsthistor. Sammlungen des Allerhdchstert Kaiserhauses, XVI (1895); Il quadro del pittore Domenico Moroni: La caduta dei Bonacolsi, Mantova 1897; Il paese e la chiesa di S. Maria di Prato Lamberto, ibid. 1899; Ancora della chiesa di S. Sebastiano in Mantova e dello scultore Luca Fancelli, Milano 1901; Per la genealogia dei Bonacolsi, ibid. 1901; Notizie storiche topografiche della città di Mantova nei secc. XIII, XIV e XV, Mantova 1903 (già apparso in forma meno ampia in Archivio stor. lomb., XXIV [1897], pp. 1-66; 249-296); Descrizione dello storico palazzo del Te di Mantova, Mantova 1905; L'affresco di Andrea Mantegna nella Sala detta "degli sposi" nel Castello di Mantova e il cronista S. Gionta ibid. 1908; Notizie di fabbricatori d'organi e d'altri istrumenti, liuti, viole ecc., in ispecie pel maestro Sebastiano Napolitano "dall'organo", autore dell'organo d'alabastro, e di maestro Vincenzo Bolcione, fabbricatore d'organi a Firenze, edito postumo a cura di A. M. Lorenzoni e C. M. Brown, in Atti e memorie dell'Accademia Virgiliana, XLIII (1975), pp. 29-47.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Brescia, Arch. della Direzione, Carte d'Ufficio fino a tutto il 1866, Busta 5 - Impiegati; L'Arch. Gonzaga di Mantova, I,a cura di P. Torelli, Ostiglia 1920, pp. XIV s.; II, a cura di A. Luzio, Mantova 1922, pp. 30-33; Necrologio, in Arch. stor. lomb., 54, XI (1909), pp. 276 ss.; G. Mazzoni, L'Ottocento, II,Milano 1953, p. 1354; L. Mazzoldi, Le guide all'Arch. Gonzaga: Le schede Davari, in Boll. stor. mantovano, 1957, pp. 281-297; A. Bellù, Il D. e le sue ricerche nell'Archivio Gonzaga, in Mantova e i Gonzaga nella civiltà del Rinascimento, Atti del Conv...., 1974,Milano 1978, pp. 481 -91.