BARTOLOMMEI, Giampaolo
Nato a Centuri, in Corsica, il i o maggio 1812, da Angelo e da Angela Durand, si trasferì presto con la famiglia, che si era notevolmente arricchita col commercio dei coloniali, a Livomo, dove conobbe e si innamorò della poetessa Angelica Palli, molto più anziana di lui. Contro la volontà delle famiglie i due si sposarono e fuggirono a Corfù, donde rientrarono a Livomo solo dopo un certo periodo. Imbevuto delle nuove idee liberali, il B. cominciò a frequentare elementi sospetti alla polizia toscana e divenne perciò presto anche lui un vigilato. Amico del Guerrazzi, partecipò nel 1831 a varie riunioni politiche e favorì la fuga dei fuorusciti che transitavano per la Toscana. Diede larghi aiuti alle scuole di mutuo insegnamento, promosse a Livomo la fondazione della Cassa di Risparmio, ma rapidamente si distaccò dalla parte democratica, che in un primo tempo aveva maggiormente avvicinato, e si uni al gruppo dei moderati di cui divenne il capo livornese. Entusiasta fautore delle riforme, nel 1847 fece parte della deputazione cittadina che si recò a chiedere al granduca l'istituzione della Guardia civica. Scoppiata la guerra nel 1848, armò a sue spese e guidò un battaglione di volontari livomesi, ma non riuscì a mantenere la disciplina e presto i più si dispersero. Combatté con valore il 29 maggio a Curtatone e Montanara, poi passò al seguito dell'esercito piemontese e rimase agli ordini del gen. Bava. Partecipò ai combattimenti di Goito e di Govemolo, dove si distinse tanto da ottenere dal re Carlo Alberto la croce dei S S. Maurizio e Lazzaro. Seguì il re anche nelle successive tristi vicende, e fú accanto a lui nella famosa giornata di Milano dell'agosto 1848. Congedato, rientrò in Toscana e fu chiamato a far parte di una commissione che doveva affiancare il governatore per mantenere l'ordine a Livorno. Convinto che la sua opera sarebbe riuscita vana, rifiutò e si ritirò a vita privata. Errate speculazioni finanziarie portarono alla completa rovina il suo cospicuo patrimonio. Fu costretto a porre all'asta i propri beni e morì povero a Livomo il 7 maggio 1853.
Fonti e Bibl.: Lettere e carte dei B. si conservano nella Biblioteca Labronica di Livorno. Si vedano anche i documenti della polizia toscana in Arch. di Stato di Firenze, Buon Governo Segreto,1836, aff. 253 e 1841, aff. 82. Si vedano anche: F. [G. Fabrizil, Necrologia di G. P. B.,Torino 1863; A. Linaker, La vita e i tempi di E. Mayer,Firenze 1898, 11, passim; G. M. Oxilia, La campagna toscana del 1848, Firenze 1903, passim; E.Michel, F. D. Guerrazzi e le cospirazioni politiche in Toscana,Roma 1904, passim;Id., Il gen. Eusebio Bava ministro della guerra,in Il Risorgimento ital., 1 (1908), pp. 881-888 (lettere al B.); F. D. Falcucci, Ricordo di G. P. B.,Milano 1913; G. Maioli, La guerra piemontese austriaca del 1848 in una lettera di G. P. B.,in Bollettino storico livornese, V (1941), pp. 64-66.