VASCO, Giambattista
Nato a Mondovì (Cuneo) il 10 ottobre 1733, morto a Rocchetta Tanaro nel novembre 1796. Abate e dottore in legge, insegnò per varî anni teologia all'università di Cagliari, pur coltivando le scienze naturali e l'economia politica. Studioso di Turgot e di Smith, nonostante le continue persecuzioni tenne sempre fede alle sue idee liberali e morì in grande povertà.
Tra le sue molte opere economiche, chiare e profonde, che, pur rispecchiando le idee dei massimi economisti del tempo, contengono osservazioni originali, tratte per lo più dall'esame della realtà, vanno soprattutto ricordate: il saggio Della moneta (1772), che si oppone alla fissazione legale del valore delle monete e denuncia i pericoli di un abbassamento del valore metallico; il Mémoire sur les causes de la mendicité et sur les moyens de la supprimer (1788), in cui, analizzato il fenomeno, sono avanzate proposte per semplificare i sistemi di soccorso degl'inabili al lavoro e per eliminare la disoccupazione; Delle università delle arti e mestieri (1793), in cui si propugna la massima libertà economica e la necessità di abolire le corporazioni di mestiere e qualsiasi privilegio nell'industria e nel commercio. Particolare interesse presenta poi il breve Saggio politico della carta-moneta - scritto probabilmente nel 1790 e pubblicato (in Memorie della R. Accademia delle Scienze di Torino, 2ª serie, LXV, 1916), da G. Prato che nell'anonimo riconobbe il V. - in cui con acutezza di gran lunga superiore a quella dei contemporanei sono analizzati i fenomeni dell'emissione, dei cambî e della circolazione sia di biglietti sia di cambiali. La maggior parte delle opere del V. si trova nella collezione di P. Custodi, XXXIII-XXXV, Milano 1804.
Bibl.: G. Prato, Problemi monetarî e bancarî nei secoli XVII e XVIII (R. Università di Torino), Torino 1916; A. E. Monroe, Monetary Theory before A. Smith, in Harvard Ec. St., XXV, Cambridge (Mass.) 1923.