Medico e anatomico (Forlì 1682 - Padova 1771), considerato il fondatore dell'anatomia patologica. Laureatosi diciannovenne in filosofia e medicina a Bologna, dove fu allievo di A. Valsalva, ottenne (1711) la prima cattedra di medicina teorica di Padova. La sua prolusione, Nova institutionum medicarum idea, ha valore storico perché in essa preconizzò l'evoluzione della medicina sulle orme del metodo sperimentale. Ottenne poi (1715), sempre a Padova, la cattedra di anatomia, che occupò fino alla morte. In breve conquistò grandissima fama, per la sua arte didattica che richiamò allo studio di Padova discepoli da ogni parte d'Europa. La sua produzione scientifica, iniziata col primo dei sei Adversaria anatomica (1706), aprì nuovi orizzonti all'arte medica. Negli Adversaria compì innumerevoli osservazioni originali sulla struttura e sulla funzione di numerose formazioni anatomiche: ventricoli laringei, noduli delle valvole arteriose del cuore, idatide del testicolo, piramidi della sostanza midollare del rene, colonne rettali, fossette uretrali; ecc. Nella successiva monumentale opera De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis (1761), M. gettò le fondamenta dell'anatomia patologica, insegnando a studiare i rapporti tra sintomatologia e le concomitanti alterazioni viscerali, introducendo così in medicina il metodo dell'analisi epicritica. Ingegno quanto mai versatile e fecondo, M. si rivelò, in un complesso di altre opere, anche prosatore e poeta, storico e archeologo, profondo conoscitore d'agronomia e della lingua latina.