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Giuliani, Giambattista

di Nicola Carducci - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Giuliani, Giambattista

Nicola Carducci

Filologo (Canelli, Asti, 1818-Firenze 1884), collaboratore de " Il Propugnatore " e del " Jahrbuch der Deutsche Dante-Gesellschaft ". Dal 1860 tenne la cattedra dantesca presso l'Istituto di studi superiori di Firenze. Dal 1865 al 1882 attese alla pubblicazione delle opere di D.: lavoro meritorio nel suo carattere divulgativo anche se di scarso valore critico-filologico. Il suo orientamento generale è neo-guelfo (Del cattolicesimo, Firenze 1851; Arte, Patria e Religione, ibid. 1870); i suoi maestri sono Ozanam, Gioberti, Tommaseo, ma ne rimane assai lontano, nella prospettiva e nell'acume della sintesi. Il progetto di un " nuovo commento " alla Commedia fu ideale perseguito per più di un trentennio, con lavori, saggi e chiose, in parte raccolti nel volume Metodo di commentare la Commedia di D. (Firenze 1861) e poi, in definitiva ma disorganica sistemazione esegetica, rifusi nel suo libro di maggiore ambizione, La D.C. raffermata nel testo giusta la ragione e l'arte dell'autore (ibid. 1880).

Il metodo del " nuovo commento " fu da lui illustrato in una prolusione a un corso fiorentino di lezioni, D. spiegato con D., pubblicata nella " Gazzetta del Popolo " e ristampata nel volume del centenario D. e il suo secolo (Firenze 1865, 353-381). La formula del G., non nuova ma rinnovata con una certa vivacità di propositi, sarebbe poi piaciuta al Pietrobono. Il G. afferma che è D. stesso a fornire la chiave dell'interpretazione del suo poema, nell'epistola a Cangrande, che egli, sulle recenti orme del Foscolo e del Witte, ritiene autentica (L'Epistola di D. a Cangrande, Savona 1856): " Per quella epistola si pone a stabile principio che la Commedia è puranco un trattato di dottrina, e che oltre alla moralità e all'anagogia da notarsi solo in alcuna parte, vi s'alterna continuo il senso letterale con l'allegorico. Conforme a ciò il soggetto, intorno cui s'aggira tutto il processo dell'Opera, vuole essere considerato sia letteralmente come allegoricamente " (Metodo, p. 10). Al G. non interessa tanto la poesia della Commedia quanto la sua allegoria fondamentale; e questa poi non deve andar confusa con l'allegoria propria di D., cittadino privato che ha ottenuto, " per singolar privilegio e la mercè di Beatrice ", la visione dell'aldilà; infatti, a giudizio del G., l'allegoria fondamentale s'identifica col " fine " stesso del poema, e l'una e l'altro si riferiscono all'uomo " universalmente "; codesto fine, poi, nel suo aspetto " ultimo e rimoto ", altro non è che " la felicità o la salute dell'uomo individuo e in comunanza con gli altri ", mentre nel suo aspetto, " prossimo e immediato ", è l'armonia del popolo e dell'Impero (ibid., p. 80). Il vizio dell'antica e nuova esegesi per il G. risiede nella confusione della " visione ", fatto privato di D., con la Commedia, che è la poetica descrizione della visione stessa. La sottigliezza di siffatta distinzione lo porta quindi a respingere tutte le interpretazioni del veltro, a eccezione di quella che vi ravvisa la persona di Benedetto XI. Di un certo interesse è l'excursus storico della prolusione fiorentina, che dai tempi più remoti giunge sino ai commenti del Dionisi, del Lombardi, del Biagioli e del Tommaseo.

Altre opere del G.: Saggio di un nuovo commento della Commedia, Genova, s.a. [ma 1844]; Commento di G. Boccaccio sopra la Commedia di D., Firenze 1844; Nuovi studi sulla D.C., in " Rivista Contemporanea ", Torino 1857; Delle benemerenze di D. verso l'Italia e la civiltà, Firenze 1860; La vita Nuova e il Canzoniere commentati da G.G., ibid. 1863 (diverse ristampe); Vita Nuova e Canzoniere ridotti a miglior lezione, ibid. 1865; Gli ultimi canti del Purgatorio, in " Il Propugnatore " II (1869); Inferno, canti XI, XII, XIII, XXXII, XXXIII, in " Jahrbuch der Deutsche Dante-Gesellschaft " II (1869), III (1871), IV (1877); Il Convito di D., in " Nuova Antologia " XXV, aprile 1874; Il Convito reintegrato nel testo con nuovo commento, Firenze 1874-75; Opere latine di D., ibid. 1878-82; Dell'attinenza della Vita Nuova col Convito e colla D.C., ibid. 1883.

Bibl. - G. Picci, Della letteratura dantesca contemporanea; rivista critica, III, Milano-Padova 1847, 212 ss.; K. Witte, in " Jenaer Literaturzeitung " VI (1879); G. Rigutini, Di certe nuove varianti al testo della D.C. escogitate da G.G., in " Nuova Rivista Storica " I (1880) 764-770; I. Bernardi, Intorno a G.G. e ai commentatori della D.C., in " Atti R. Ist. Veneto " s. 6, II (1883-84) 1097-1136; G. Bustico, Un dantologo del sec. XIX, Riva 1905; C. Pracchia, Un dantista dimenticato, Lucca 1921; M.A. Bruno, La vita e gli scritti di G.G., Firenze 1921; V. Cian, Un dantista piemontese, in " La Gazzetta del Popolo " 24 aprile 1931; M. Barbi, Problemi fondamentali per un nuovo commento della D.C., Firenze 1956, 141; A. Vallone, La critica dantesca nell'Ottocento, ibid. 1958, 119-121.

Vedi anche
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