CASTELLO, Giambattista (Giovanni Battista), detto il Bergamasco
Architetto e pittore. Nacque a Gandino in Val Seriana, circa il 1509; morì a Madrid nel 1569. Condotto a Genova giovanissimo dal suo primo maestro, il cremonese Aurelio Busso, seguì poi la maniera di Luca Cambiaso, suo amicissimo. Riuscì valente pittore, ma è da considerare specialmente come architetto.
Le sue opere sono numerose; e tre palazzi importanti (Carrega-Cataldi, 1558-61; Doria, 1564; Podestà, cominciato nel 1563) gli si devono attribuire in Strada Nuova (Via Garibaldi). Sostanzialmente suo è pure quello Imperiale (Campetto, 1560). Per Battista Grimaldi decorò di stucchi il palazzo di città (ora Mongiardino) e la villa a Sampierdarena (detta La fortezza, ora del comune di Genova). Riformò la chiesa gotica di S. Matteo (terminata nel 1554), diede pitture e stucchi alla chiesa dell'Annunziata di Portoria (1563-64), e alla cattedrale (1564). Per quanto risenta a volte le forme di Galeazzo Alessi (palazzo Carrega-Cataldi, villa di Battista Grimaldi), il C. rimane in fondo un artista del primo Cinquecento, che apre l'adito al Barocco senza inoltrarvisi. Nelle sue opere una certa timidità si risolve in grazia preziosa, senza magniloquenza.
Fuggito in Spagna perché indebitato, nel 1567 fu assunto al servizio di Filippo II e impiegato a dipingere, avendo a collaboratori il figliastro Nicolao Granello e il figlio Fabrizio. Forse lavorò alla torre dell'Alcazar, poiché risulterebbe che fece per essa venir marmi da Genova. L'unica opera architettonica che gli si riconosca in Spagna è lo scalone di passaggio tra la chiesa e il palazzo dell'Escuriale, freddo e muto al paragone delle opere genovesi.
Bibl.: G. P. Lomazzo, Trattato di pittura ecc., Milano 1584; R. Soprani e C. G. Ratti, Vite de pittori, ecc., Genova 1768; J. A. Céan Bermudez, Diccionario de las Bellas artes en España, I, Madrid 1800, p. 278 segg.; F. Alizeri, Prof. del disegno ecc., II e IV, Genova 1873 e 1880; O. Grosso, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912 (con bibl.); A. E. Brinckmann, Die Baukunst des 17. und 18. Jahrh., Berlino-Neubabelsberg 1919; M. Labò, Studi di architettura genovese: palazzo Carrega, in L'Arte, XXV (1922), pp. 70-75; id., La villa di Battista Grimaldi a Sampierdarena e il palazzo d'Oria in Strada Nuova, in L'Arte, XXIX (1926), pp. 52-55; id., G. B. Castello, Roma 1925.