CASTAGNETO, Giambattista
Nato a Genova nel 1862, si trasferì a tredici anni con la sua famiglia in Brasile. Il padre - racconta il critico d'arte brasiliano Gonzaga Duque, suo contemporaneo e amico, che ne ha lasciato nei suoi scritti un vivissimo ritratto - era marinaio e pescatore, e da lui il C. ereditò la passione per il mare che caratterizza in modo esclusivo tutta la sua attività di pittore.
Portato istintivamente alla pittura, il C. si iscrisse intorno al 1882 all'Accademia di Belle Arti di Rio de Janeiro (nello stesso periodo lo troviamo tra gli assistenti di João Zeferino da Costa impegnato nell'esecuzione dei pannelli decorativi della chiesa della Candelaria). Non era uomo da assoggettarsi ai regolamenti e ai metodi di insegnamento accademici, ma ebbe la fortuna di incontrarvi - titolare provvisorio della cattedra di paesaggio - il tedesco Jorge Grimm, iniziatore a Rio della pittura en plein air.
Il paesaggio tuttavia non lo attraeva; appena riuscì a copiare con sicurezza "o que lhe impressionava a retina e lhe vibrava a emotividade" (Gonzaga Duque, 1910, p. 63), lasciò la scuola di Grimm, comprò colori e tele, affittò una imbarcazione e cominciò a navigare e a dipingere lungo le coste della baia di Guanabara. Emerse subito, senza fatica, tra i pochi, e poco dotati, pittori di marine dell'epoca. Nell'agosto del 1884, nel catalogo delle opere esposte nell'Accademia di Belle Arti, figurano quattro tele del "Sr João Baptista Castagnetto ex alunno da Academia", abitante in "rua de Santa Luzia n. 36": i titoli indicano già quella che sarà la sua costante tematica (Rio de janeiro: Santa Luzia; Porto di Rio de Janeiro; A sera: marina a Rio de Janeiro; Mattino: marina a Rio de Janeiro). Vinse la medaglia d'oro, insieme con il suo maestro Jorge Grimm.
Nel 1886 organizza a Rio de Janeiro la sua prima mostra personale. I comiciai - racconta Gonzaga Duque - cominciano a riempire cavalletti e vetrine con le sue tavole, i suoi famosi coperchi di casse di sigari (su cui dipingeva per economia, e per far più presto), e piccole tele di 50 cm. Lo accoglie un grande successo, a cui contribuisce in parte anche la sua simpatica figura di bohémien (barba bionda, occhi azzurri, un cappellaccio nero calcato sui capelli crespi, l'eterno sigaro tra i denti e l'inimitabile "risatina gorgogliata, in gola"), la brusca sincerità del temperamento a cui s'accompagna la vigorosa spontaneità della sua pittura.
Il C. risponde alla notorietà lavorando febbrilmente, nella sua barca trasformata in atelier. Qualunque oggetto gli serve per fissare una impressione; dipinge su piatti di porcellana, di ceramica e di terracotta, su cartoni e casse. Gonzaga Duque, recatosi a trovarlo, lo trova immerso in una incredibile confusione di reti, arpioni, vele e remi, colori e pennelli; appeso alla parete c'è anche un baccalà secco, che gli serve da supporto per dipingere "un bellissimo effetto di spumeggiare di onde sopra un ammasso di pietre!". Anticonvenzionale come i supporti è del resto il suo modo di dipingere, inconsapevolmente di avanguardia.
"Quando gli manca tempo per cambiare il pennello - scrive Gonzaga Duque - ne maneggia uno solo, immergendolo in tinte differenti, o dipinge con le dita, con le unghie, con la spatola, con il primo oggetto che ha a portata di mano: una scheggia di pietra, un pezzo di legno, uno stecchino, la canna della pipa, la punta del sigaro. La sua cassa dei colori è un caos, la sua tavolozza in mano a un altro artista sarebbe inservibile. perché l'ammasso dei colori, l'impiastricciamento delle tinte secche fanno male alla vista..." (1888, p. 176).
Nelle sue marine, accuratamente firmate e datate, si accentua intanto il tocco impressionista, la nervosità del segno, spontaneo e d'effetto, mentre scompare il carattere lievemente calligrafico e compiaciuto delle prime opere, molto affine a quello di Antonio Parreiras, suo compagno alla scuola di Grimm.
Nel 1891 il C. progetta un viaggio in Europa. Con l'aiuto finanziario di amici e ammiratori si reca in Francia e frequenta, a Tolone, le lezioni di un "celebre marinista", di cui non sappiamo il nome. Racconterà poi agli amici che a Tolone ebbe le sue prime delusioni di pittore, quando il maestro, divertito, gli fece notare le sue "imperfezioni di disegnatore".
Rientra a Rio de Janeiro intorno al 1893. Sue mostre personali vengono organizzate a Rio (alla Escola nacional de Belas Artes, maggio 1884) e a San Paolo (Banco Uniao de Sáo Paulo, giugno 1895; Salão de Concertos de Pauliceia, ottobre 1895). Ma la sua salute peggiora rapidamente, forse anche a causa della vita sregolata.
Morì - sembra di precoce arteriosclerosi - il 28 dic. 1900 nella casa di salute del dottor Ferreira Leal, suo amico, in rua San Clemente a Rio de Janeiro.
Opere del C., considerato il migliore pittore di marine brasiliano, si trovano al Museu de Belas Artes di Rio de Janeiro (sette marine, tra cui la famosa Praia de Santa Luzia, 1884, e la Praia de Mourillon, dipinta a Tolone), al Museu imperial di Petropolis, alla Pinacoteca do Estado a San Paolo, al Museu de arte di San Paolo, e in importanti collezioni private. Una importante esposizione retrospettiva, comprendente duecentodiciannove tra tavole e tele e molti disegni, venne organizzata nel 1944 al Museu nacional de Belas Artes di Rio. Recenti mostre in gallerie private (alla Bolsa de arte di Rio de Janciro, ottobre 1973;alla Mauricio Pontual Galeria de arte, novembre 1975)confermano con le loro elevate quotazioni che la sua fama non accenna a diminuire: unico problema l'elevato numero di falsi, firmati e datati, immessi sul mercato già a partire dagli inizi del secolo.
Fonti e Bibl.: Catalogo das obras expostas na Academia das Belas Artes em 23de agosto de 1884, Rio 1884, p. 15; L. Gonzaga Duque, A arte brasileira, Rio 1888, pp. 169-178; Catalogo explicativo das obras expostas nas Galerias da Escola Nacional de Belas Artes, Rio 1893, p. 25; L. Gonzaga Duque, Graves efrivolos, Lisboa 1910, pp. 63-75; L. Freire, Um século de pintura, Rio 1916, pp. 151, 380-82, 508; Dicionario do Instituto histor. e geografico brasileiro, Rio 1922, p. 1605; Catalogo general das Galerias de pintura e de escuiptura, Rio 1923, p. 50; A. Guimaraes, Historia das artes plasticas no Brasil, in Revista do Instituto historico e geografico brasileiro, IX (1930), pp. 457, 492; C. Rubens, Pequena historia das artes plasticas no Brasil, São Paulo 1941, pp. 76, 121 s.; F. Acquarone-A. De Queiroz Vieira, Primores da pintura no Brasil, Rio 1941, S. v.; O. Teixeira, Alguinas das obras primas do Museu nacional, in Jornal do Brasil, 9 apr. 1941; T. Braga, Artistas piniores no Brasil, São Paulo 1942, s. v.; Exposição J. B. C., Museu nacional de Belas Artes (catal.), Rio 1944; R. Pontual, Dicionario das artes plasticas no Brasil, Rio 1970, s. v.; C. Cavalcanti, Dicionario brasileiro de artistas plasticos, Brasilia 1973, s. v.; J. R. Teixeira Leite, Atualidade de C., in Vida das Artes, n. 6, 1975, pp. 58 s.