BISSONI, Giambattista
Nacque a Padova nel 1576 circa. Secondo il Ridolfi, sarebbe stato "discepolo di Francesco Apollodoro detto di Porcia, huomo stimato in Padova nel fare de' ritratti... ma poscia si ridusse alla scola di Dario Varotari ove si fece pratico nelle inventioni". Sempre secondo lo stesso autore, il B. avrebbe esordito a Padova con una tavola fatta per i benedettini di S. Giustina, oggi non più reperibile. Si sarebbe recato quindi a Ravenna, dove dipinse per il refettorio del convento di S. Vitale una Cena (per il Martinetti le Nozze di Cana), pure scomparsa. Di ritorno a Padova, dipinse e firmò nella chiesa parrocchiale di Salboro (Padova) l'Assunta (1609). Completò poi la decorazione dei due organi della chiesa del Carmine di Padova raffigurando, a sinistra,I Padovani si recano in processione a venerare l'immagine della Vergine e La traslazione dell'immagine della Vergine (firmata e datata 1613); a destra,Il popolo venera l'immagine della Madonna del Carmine e La Madonna del Carmine portata trionfalmente in chiesa.
Sono dipinti di gusto arcaicizzante manierista, con mezze figure in primo piano accostate senza gradazioni prospettiche alle lontane visioni sullo sfondo. In tali vedute panoramiche, raffiguranti processioni, il B. sembrerebbe ispirarsi a Ludovico Pozzoserrato, costante collaboratore di Dario Varotari.
Del 1616 sarebbe un Cristo che appare alla Maddalena (firmato) nel santuario di Monte Ortone (Padova); l'anno dopo, secondo G. A. Moschini, dipinse una pala con S. Lucia e s. Apollonia, nella chiesa parrocchiale di Arzergrande (Padova), dove è anche un Santo Vescovo in trono tra s. Lorenzo e s. Carlo Borromeo (1619, firmato); nel 1622 dipinse per la chiesa di S. Gaetano a Padova una tela con S. Carlo Borromeo davanti a Clemente VIII (firmata), affine alla maniera di Pietro Malombra; del 1625 è S. Bonaventura comunicato da un angelo (firmato) nella basilica del Santo; del 1629 era la grandiosa tela, raffigurante La pace conclusa tra la Repubblica di Venezia e il duca di Milano, già nella chiesa di Monte Ortone (Padova); del 1630 una lunetta (firmata), con Angioletti musicanti, nella sagrestia di S. Maria dei Servi, e una lunetta con Madonna e santi nel convento di Praglia (Padova), proveniente da Ca' Lando a Padova (illustrata in M. Checchi,La corte Lando-Correr, in Padova, II [1956], 6, pp. 6, 7); l'anno dopo dipinse una Missione degli apostoli per la chiesa dello Spirito Santo, oggi a S. Giustina. È questa l'opera più ambiziosa del B., sebbene macchinosa e vacua: riallacciandosi ancora alla tradizione compositiva del Veronese, risente anche dell'influsso del Padovanino.
G. A. Moschini cita, tra le opere migliori del B., le Favole di Danae e di Proserpina, eseguite in modo paolesco, a fresco, nella villa Dotto a Lazzare di Salero (Padova). Fece anche affreschi a chiaroscuro nel chiostro minore di S. Giustina. Altre opere in Padova sono Il martirio di s. Paolo a S. Sofia,Il miracolo di s. Alò a S. Clemente,La processione di s. Carlo Borromeo a S. Canziano; a Treviso, nella chiesa di S. Niccolò, è del B. la pala di S. Rocco (firmata). Secondo una iscrizione trovata dal Moschini il B. sarebbe morto a Padova nel 1634.
Il B. fu un pittore provinciale, piuttosto eclettico. Lasciò numerose opere, tutte nel Padovano, caratterizzate da una certa aspirazione manieristica alla grandiosità, da un'intonazione fredda e da ombre nerastre.
Fonti e Bibl.: C. Ridolfi,Le maraviglie dell'arte [1648], a cura di D. von Hadeln, Berlin 1924, pp. 255 s.; G. Rossetti,Descriz. delle pitture sculture e architetture di Padova, Padova 1786, v. Indice; F. Brandolese,Pitture,sculture e architetture... di Padova, Padova 1795, v. Indice; Padova, Museo civico: G. A. Moschini,Viaggio per l'antico territorio padovano [1809], ms.; Id.,Guida per la città di Padova, Venezia 1817, v. Indice; L. Lanzi,Storia pittorica dell'Italia, VII, Milano 1831, p. 36; P. Selvatico,Guida di Padova…, Padova 1869, p. 173; G. Martinetti-Cardoni,Vite brevi, Ravenna 1873, p. 8; L. A. Cervetto,I Gaggini…, Milano 1903, p. 186; Inv. degli oggetti d'Arte d'Italia; W. Arslan,La prov. di Padova,Comune di Padova, Roma 1936, v. Indice; C. Gasparotto, S. Maria del Carmine di Padova, Padova 1955, pp. 199-205; L. Grossato,Di alcune pitture ai Carmini... e del recente vol.della Gasparotto, in Padova, I (1955), 11, pp. 13 s.; F. Cessi,L'oratorio di S. Bovo a Padova e l'opera di S. Florigerio,ibid., VI (1960), 2, ill. 9; M. Checchi-L. Gaudenzio-L. Grossato,Padova, Venezia 1961, v. Indice; C. B. Tiozzo,Una pala di G. B. B. nel Santuario di Monte Ortone, in Padova e la sua provincia, XI (1965), 8, pp. 39 s.; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, p. 69.