Vedi GIADA dell'anno: 1960 - 1994
GIADA (v.vol. III, p. 871)
Sotto il nome di g. si suole comprendere la nefrite, silicato di calcio e magnesio, e la giadeite, silicato di sodio e alluminio. La nefrite si trova nel Xinjiang (vicino Khotan e Yarkand) e in Siberia nella zona del lago Baikal. La giadeite proviene dalla Birmania e, attraverso le province dello Yunnan e del Guangdong, sembra sia stata portata in Cina nella seconda metà del XVIII sec., durante l'era di regno Qianlong (1736-95).
I cinesi chiamano yu la/nefrite e feicui la giadeite per la somiglianza che presenta quest'ultima con il colore delle penne del martin pescatore. G. sono state trovate anche in Europa (Svizzera, Italia, Slesia), in America (Stati Uniti, Canada, America centrale), in Nuova Zelanda, a Taiwan e in Giappone.
La vasta gamma di colori della g. è da attribuire alla presenza di varí ossidi metallici, di solito in piccole quantità, soprattutto ferro, cromo e manganese. Le varianti di colore sono innumerevoli, dal verde al bianco lattiginoso, dal marrone al grigio scuro, dal giallo al nero. La nefrite di tipo siberiano è di colore verde scuro punteggiata da piccole macchie nere. La giadeite è di colore più puro e più vivo per la presenza di cromo. Originariamente molti oggetti erano ricoperti da uno strato di ocra rossa (cinabro), una sostanza che si diceva avesse la capacità di guarire; ancora oggi parecchie g. arcaiche ne conservano tracce.
I giacimenti cinesi di g. sembra siano stati sfruttati fin dai tempi preistorici; le g. più antiche, databili intorno al 5000 a.C., sono state scoperte negli scavi di Hemudu e Yuyao nella provincia del Zhejiang. Il materiale rinvenuto comprende ciondoli (huang), anelli (jue) e vari piccoli ornamenti. In altri siti neolitici, in un'epoca compresa tra il 4500 e il 2000 a.C., pezzi di g. sono stati trovati lungo il corso del Fiume Giallo e dello Yangzi e lungo i fiumi Heilong, Songhua e Liao nel Nord-Est del paese. A oltre un centinaio di km a NO di Hemudu, il rinvenimento di molte g. appartenenti alla cultura di Liangzhu (v.), sempre nella provincia del Zhejiang, lascia supporre che nella zona potesse esserci un'industria neolitica della giada. Dallo scavo di tombe di un'altra cultura quasi contemporanea, quella di Dawenkou, sviluppatasi nel distretto di Tai'an lungo il corso inferiore del Fiume Giallo nella provincia dello Shandong, provengono manufatti di giada. La cultura di Erlitou, corrispondente alla dinastia Xia (c.a 2100-1600 a.C.) e sorta a Yanshi nella provincia dello Hunan, ha prodotto g. di notevole livello tecnico e artistico tra cui monili, anelli, asce-pugnali (gè), parallelepipedi perforati di tipo cong, pale, coltelli trapezoidali, asce (yue).
In epoca Shang (c.a 1600-1100 a.C.) i ritrovamenti sono estremamente ricchi e diversificati: asce rituali (qi), placche rettangolari (gui), dischi rituali (bi), parallelepipedi (cong), animali dei punti cardinali (tigre bianca, drago verde, tartaruga gialla, uccello rosso), ecc. Gli oggetti di tipo rituale più comune sono il bi e lo cong. Il bi, simbolo del cielo o forse emblema di potere, è un disco di misura variabile, forato al centro, le cui differenti proporzioni tra l'apertura centrale e la larghezza producono tipi diversi: bi se il diametro centrale è uguale o inferiore alla metà della larghezza; huan se le due misure sono quasi uguali; yuan se il disco è un anello più stretto. Nella fase iniziale i bi non presentano alcuna decorazione, mentre successivamente hanno ornati a rilievo. Lo cong, simbolo della terra, è un cilindro incastrato in un parallelepipedo rettangolo di misura variabile (può raggiungere anche i 50 cm di altezza). Il bi si offriva al re, lo cong alla regina.
Nel 1976, ad Anyang nello Henan, è stata scoperta un'importante tomba del periodo Shang, quella di Fu Hao, moglie del re Wuding (1324-1266 a.C.). Il ricco corredo funerario di c.a 1500 oggetti, tra cui oltre 500 in g., comprende pezzi rituali, ornamenti vari, utensili od oggetti militari ed elementi propiziatori posti sul defunto. Notevoli, per l'alto livello tecnico nella lavorazione, sono soprattutto alcune piccole sculture a tutto tondo di uomini e animali, estremamente realistiche. Sembra anche che in quest'epoca cominciassero a effettuarsi trasporti su lunghe distanze, come dimostrano appunto le g. della tomba di Fu Hao, provenienti dal Xinjiang.
Molte collane di g. di raffinata fattura, databili al periodo delle «Primavere e Autunni» (770-476 a.C.) sono state scavate nella necropoli dello stato di Guo a Shangcunling, presso Shanxian nello Henan, disposte su varie parti del corpo del defunto (collo, orecchie, testa, polsi, caviglie e petto) oppure all'interno del sarcofago, sul suo coperchio o tra la bara esterna e quella interna.
A partire dal periodo degli «Stati Combattenti» (475-221 a.C.) aumenta la produzione di oggetti ornamentali, tra cui fermagli, pendenti, fibbie per cinture, mentre i bi presentano una decorazione con grani e spirali.
Durante l'epoca Han (206 a.C.-220 d.C.) si riteneva che la g. potesse evitare il decadimento, respingere il male e portare felicità. A queste credenze è probabilmente da ricollegare la produzione di lenzuoli funebri di g., rari sostituti fastosi delle stoffe con cui si ricoprivano i defunti. Ne sono stati trovati ventidue, una metà appartenenti al periodo degli Han Occidentali (206 a.C.-24 d.C.) e l'altra agli Han Orientali (25-220 d.C.); posteriori, in ogni caso, al regno dell'imperatore Wen (179-157 a.C.). Anche i testi cinesi ne fanno menzione dandone una descrizione dettagliata e attribuendo diversa destinazione, in relazione al rango del defunto, a seconda che siano cuciti con filo d'oro, d'argento o di rame. I soli lenzuoli funebri completi sono quelli ritrovati nel 1968 a Mancheng (v.), nello Hebei nelle tombe del re di Zhongshan, Liu Sheng, e di sua moglie Dou Wan, databili tra il 113 e il 104 a.C. Questi veri e propri abiti di g. sono formati da tessere di varia grandezza e forma (in prevalenza rettangolari), cucite con filo d'oro: 2498 per il vestito di Liu Sheng e 2160 per quello di Dou Wan. L'abito si divide in cinque parti principali: la testa (maschera facciale e rivestimento del capo); la parte superiore dell'abito (comprendente le parti anteriore e posteriore e le maniche); pantaloni; guanti e calzari. Il defunto giaceva in posizione supina con gli arti distesi e con in mano un oggetto di g. a forma di semiluna (huang) e poggiava la testa su un cuscino di bronzo con intarsi in g. e oro.
Nel periodo di caos e divisione che seguì alla dinastia Han si verificò l'interruzione con i centri di produzione del Xinjiang e perciò rimangono pochi manufatti di giada. La produzione riprese nelle successive epoche Sui (581-618) e Tang (618-907), quando si cercò anche di codificare l'uso della g. negli abiti ufficiali, a seconda, naturalmente, del rango del defunto. Uno dei simboli distintivi era la cintura da apparato con placche decorative (kua) che potevano variare in numero e materiale in relazione alla posizione sociale del morto. Tali piastre erano fissate alla cintura con fili d'argento che passavano attraverso piccoli fori praticati ai quattro angoli. Nella tomba di Wang Jian, morto nel 918, fondatore di uno dei Dieci Regni, al tempo delle Cinque Dinastie e dei Dieci Regni (907-960), è stata trovata una serie completa di kua comprendente 7 piastre di g. quadrate di c.a 20 cm, un pezzo terminale rettangolare di 20 x 7 cm: e due fibbie d'argento. Le placche sono decorate a basso rilievo con un drago e sul retro recano un'iscrizione che le data al 911 d.C.
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