VIOLARDO, Giacomo
– Nacque l’11 maggio 1898 a Govone (Cuneo), nella diocesi di Alba, in una famiglia di piccoli imprenditori. Figlio di Antonio e di Elena Adriano, ebbe un fratello, Ignazio, e due sorelle, Angela e Maria.
Frequentò il seminario diocesano di Alba finché dovette interrompere la formazione prima per il servizio militare e quindi per partecipare alla prima guerra mondiale; nell’aprile del 1918 risulta trovarsi in zona di guerra, arruolato nel reparto 2108 compagnia Mitraglieri Fiat con il grado di caporale (Archivio diocesano di Alba, Fondo del Seminario Vescovile). Violardo venne congedato dall’esercito nel 1919, potendo quindi riprendere il percorso seminariale sotto la guida dei professori Francesco Chiesa e Giuseppe Priero. Fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1923 nella cattedrale di Alba dal vescovo Giuseppe Francesco Re; dal 1° ottobre 1926 si trasferì a Roma – dove salvo brevi periodi rimase per tutta la vita – per completare gli studi. Lì frequentò soprattutto la chiesa di S. Benedetto, affidata ai sacerdoti della Compagnia di San Paolo, in cui ebbe modo di conoscere soprattutto il conterraneo don Timoteo Giaccardo, oggi beato, al quale si affidò per la direzione spirituale.
Conseguì la laurea in utroque iure alla Pontificia Università lateranense, nell’antica sede dell’Apollinare, e la laurea in giurisprudenza all’Università cattolica di Milano. Dal 1928 al 1935 insegnò teologia morale e diritto canonico al pontificio seminario regionale Pio XI di Fano, nelle Marche. Nel 1935 ottenne la cattedra di diritto canonico alla Lateranense, in cui insegnò fino alla sua nomina a cardinale; dal 1963 al 1969 fu preside della facoltà di diritto canonico. Le sue lezioni alla Pontificia Università lateranense furono pubblicate a cura degli studenti in due volumi: De bonis ecclesiae temporalibus, Roma 1948-1949, e De Matrimonio, Roma 1950.
Nel 1937 Violardo pubblicò per Vita e Pensiero la sua prima monografia, Il pensiero giuridico di San Girolamo, tra le prime opere interamente dedicate allo studio di s. Girolamo come giurista, argomentando in favore dell’influenza della patristica sul diritto romano. A questo studio fece seguire il saggio Appunti sul diritto matrimoniale in Sant’Ambrogio, in Sant’Ambrogio nel XVI centenario della nascita (Milano 1940, pp. 485-512). Violardo fu anche autore di voci per l’Enciclopedia cattolica – tra cui Teologia morale (XI, Città del Vaticano 1953, pp. 1966-1970) e Coscienza (IV, Città del Vaticano 1950, pp. 674-682), in seguito ampiamente citate dalla letteratura cattolica – e per il Dizionario di Teologia morale (a cura di F. Roberti, Roma 1957). Si specializzò in particolare nel diritto sacramentale canonico, diventando tra i massimi esperti di dottrina matrimoniale.
Nel 1938 trascorse qualche mese in Francia, da febbraio a luglio, come revisore della nunziatura apostolica di Parigi, mentre i primi incarichi curiali a Roma gli vennero assegnati nel 1939: il 23 aprile venne nominato da Pio XII, eletto il mese precedente, prelato domestico di Sua Santità e prelato referendario del supremo tribunale della Segnatura apostolica. Nel massimo tribunale della S. Sede trascorse la parte maggiore della sua carriera ecclesiastica, diventandone sottosegretario dal 1954 al 1965, e quindi membro sino alla morte. I voti redatti da Violardo nell’esercizio delle sue funzioni per il tribunale, stimabili nell’ordine delle centinaia e tuttora inediti, sono stati definiti dalla letteratura «vere ricerche scientifiche» (Fabris, 1963, p. 249).
Nel 1957 divenne il primo codirettore della rivista di teologia pratica Studi cattolici, assieme al sacerdote spagnolo Salvador Canals, stretto collaboratore del fondatore dell’Opus Dei Josemaría Escrivá de Balaguer y Albás, il quale ebbe Violardo tra i relatori della sua tesi di dottorato discussa nel 1955 alla Pontificia Università lateranense. Il prelato govonese tenne anche, su richiesta di Canals, un ciclo di lezioni su temi dottrinali per l’attività formativa dell’Opus Dei negli anni 1955-56. Le lezioni si svolgevano nella sede romana dell’Obra in via Orsini, la sera due volte al mese. Per Studi cattolici Violardo pubblicò due studi su s. Caterina da Siena, Come pregava S. Caterina da Siena (1957-1958, n. 1, pp. 46-53), e Dottrina dell’amore in Santa Caterina (1957-1958, n. 2, pp. 43-55), più una recensione a un compendio della dottrina di Gesù Cristo a cura del sacerdote Francesco Morano (1957-1958,n. 3, p. 93). Rimase codirettore della rivista sino all’inizio del 1966, quando sia lui sia Canals lasciarono l’incarico e vennero sostituiti da Cesare Cavalleri e Francesco Matassi.
La sua carriera curiale proseguì con le nomine a canonista della Penitenzieria apostolica nel 1960 e a perito del Concilio Vaticano II nel 1962. Lo stesso anno fu chiamato a svolgere il ruolo di segretario della pontificia commissione per l’Interpretazione autentica del codice di diritto canonico, di cui era consultore dal 1955.
La commissione era stata istituita nel 1917 da papa Benedetto XV a seguito alla promulgazione del Codex iuris canonici; nel 1959 papa Giovanni XXIII annunciò la volontà di procedere alla riforma del codice, per adeguarlo all’esito del più generale aggiornamento della dottrina della Chiesa cui il Concilio doveva provvedere. Nel 1963 il papa costituì a tal proposito la commissione per la Revisione del Codice di diritto canonico, chiamando Violardo a svolgere la funzione di primo segretario. Si trattava di un ruolo di prestigio che riconosceva la sua fama eminente di studioso di diritto canonico, come venne poi ricordato da Giovanni Paolo II nella costituzione apostolica Sacrae disciplinae leges per la promulgazione del nuovo codice nel gennaio del 1983.
L’alta considerazione di cui godeva il prelato piemontese in Curia in qualità di canonista e sacramentista fu confermata due anni dopo, nel 1965, quando Violardo lasciò il segretariato della commissione per assumere quello della congregazione per la Disciplina dei sacramenti.
Il 19 febbraio 1966 fu nominato arcivescovo titolare di Satafi, antica sede episcopale della provincia romana della Mauritania Cesariense, da papa Paolo VI, che lo consacrò nella basilica di S. Pietro il 19 marzo seguente. Nel 1967 divenne membro della neocostituita commissione per l’Interpretazione dei decreti del Concilio Vaticano II, che fu affiancata da papa Montini alla commissione per la Revisione del codice di diritto canonico. Dopo la promulgazione del nuovo codice nel 1983, entrambe le commissioni cessarono di esistere e vennero sostituite dalla commissione per l’Interpretazione autentica del codice di diritto canonico, trasformata nel 1988, con competenze allargate, nel vigente Pontificio consiglio per i testi legislativi. L’influenza di Violardo nell’impostazione di questa imponente fase di riforma venne riconosciuta anche dalla rivista giuridica Apollinaris, edita dall’Università Lateranense, che a lui dedicò l’annata 1969 definendolo nell’epigrafe posta nel frontespizio «scientissimus iuris magister».
Violardo fu creato cardinale nel concistoro del 28 aprile 1969, all’età di settantuno anni, ricevendo il titolo di cardinale diacono di S. Eustachio. Il 3 luglio dello stesso anno fu nominato cardinale patrono del Sovrano militare ordine ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, titolo in vigore dal 1961. Contestualmente, venne chiamato a far parte della commissione cardinalizia per la Prefettura degli affari economici della S. Sede, e della congregazione per le Chiese orientali. Violardo mantenne fino al termine della sua vita i ruoli di membro della congregazione per la Disciplina dei sacramenti (lasciando la posizione di segretario, com’era prassi dopo l’ottenimento del cardinalato), della commissione per la Revisione del Codice di diritto canonico, e del supremo tribunale della Segnatura apostolica. Paolo VI, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale, il 28 giugno 1973, sottolineò «le rare qualità del porporato, particolarmente esperto in discipline giuridiche, e il suo prezioso servizio reso alla Sede Apostolica» nelle varie funzioni da lui ricoperte (L’attività della Santa Sede nel 1973, Città del Vaticano 1974, p. 243).
Morì venerdì 17 marzo 1978 nel palazzo del S. Uffizio in Vaticano. I funerali si svolsero la mattina del 21 marzo, celebrati dall’arcivescovo titolare di Eclano Antonio Innocenti, mentre il cardinale Carlo Confalonieri, decano del Collegio cardinalizio, impartì la benedizione finale. Nel telegramma di cordoglio inviato al vescovo di Alba Fausto Vallainc, Paolo VI ne ricordò le «preclare doti di sacerdote esemplare et zelante cultore di teologia sacramentaria» (L’Osservatore romano, 19 marzo 1978). Altri due telegrammi furono inviati dal pontefice al cardinale Confalonieri e al fratello del defunto, Ignazio. Violardo fu sepolto nella chiesa parrocchiale di S. Secondo a Govone, in cui era stato battezzato ottant’anni prima.
Fonti e Bibl.: Le carte personali di Giacomo Violardo, tra cui principalmente gli appunti per le lezioni universitarie, sono state in parte conservate dal nipote Emilio Cantamessa, presso il quale si trovano al momento della redazione di questo profilo. Alcuni brevi cenni biografici sono consultabili nell’Archivio storico diocesano della diocesi di Alba monsignore Paolo Brizio, nei fondi Curia Vescovile, Registro del clero diocesano (1911-XXI secolo inizio), e Seminario Vescovile di Alba. Si conserva un ampio carteggio con il fondatore dell’Opus Dei Josemaría Escrivá nell’Archivio generale della Prelatura dell’Opus Dei, serie E-1, leg. 190, exp. 550.
Su Violardo sono disponibili alcuni brevi profili che ripercorrono le tappe principali del percorso accademico e della carriera ecclesiastica: si vedano soprattutto R. Fabris, Mons. G. V., decano della Facoltà di Diritto Canonico, in La Pontificia Università lateranense: profilo della sua storia, dei suoi maestri e dei suoi discepoli, a cura di A. Piolanti, Roma 1963, pp. 249 s.; Popes and Cardinals of the 20th Century, a cura di H.M. Lentz III, Jefferson (N.C.) 2002, pp. 198-199. Si vedano anche i cenni in A. Méndiz, Salvador Canals. Una biografía (1920-1975), Madrid 2019, ad indicem. Le notizie sugli incarichi curiali possono essere verificate nelle annate degli Acta Apostolicae Sedis. Per una ricostruzione della riforma del Codice di diritto canonico, che massimamente impegnò Violardo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, si veda F. D’Ostilio, La storia del nuovo Codice di diritto canonico. Revisione, promulgazione, presentazione, Città del Vaticano 1983, passim.
Le fonti on-line si basano essenzialmente sulla voce consultabile su https://it.cathopedia.org/ (23 maggio 2020), ricca ma con qualche inesattezza.