RASTELLI, Giacomo
RASTELLI, Giacomo (Iacomo, Jacopo). – Nacque nel 1491 a Perugia da Matteo, chirurgo di origini riminesi che si trasferì in giovane età nella città umbra. Non si conosce l’identità della madre.
La formazione di Giacomo, che non ha lasciato significative tracce documentarie, dovette svolgersi con tutta probabilità fuori dalle mura universitarie e sotto la guida del padre, secondo una prassi allora assai frequente.
Dopo aver esercitato per alcuni anni nella sua città d’origine, prima del 1523 si trasferì a Roma, dove dovette godere di una certa fama se nel novembre di quell’anno venne nominato chirurgo del conclave che portò all’elezione di Clemente VII. Per il brillante servizio reso durante il consesso cardinalizio, il neoeletto papa lo nominò chirurgo pontificio ed egli entrò così a far parte della famiglia apostolica.
A partire da questo momento, Rastelli divenne una presenza costante nei ranghi del personale sanitario pontificio. Egli fu infatti chirurgo personale di Paolo III, Giulio III, Marcello II, Paolo IV e Pio IV e partecipò a tutti i conclavi che portarono all’elezione di questi pontefici. Secondo Gaetano Marini, egli fu il chirurgo accusato da Alfonso Chacón di aver provocato attraverso l’avvelenamento di una ferita la prematura morte di papa Cervini.
Tra il 1577 e il 1578 fu chirurgo del S. Spirito con lo stipendio di tre scudi mensili. Come chirurgo pontificio ottenne diversi benefici, tra cui un’esenzione fiscale a causa dei numerosi figli a suo carico (Archivio segreto Vaticano, Diversa Cameralia, t. CLIX, cc. 110-111).
Morì a Roma nel giugno del 1566. Nel 1610 il nipote Ludovico Monticoli gli dedicò un’iscrizione funebre riportata dal Marini (1784, p. 356).
Tra i suoi pazienti troviamo non solo numerosi pontefici ed esponenti della Curia, ma anche Benvenuto Cellini. Quando infatti nel 1538 l’orafo e scultore fiorentino si ruppe una gamba nel corso della sua rocambolesca evasione dalle prigioni di Castel Sant’Angelo, Rastelli lo visitò nella casa del cardinal Cornaro tentando di ricomporre la frattura. L’episodio è riportato da Cellini nella Vita, che definisce Rastelli «molto eccellentissimo cerusico» (La vita, a cura di G. Davico Bonino, I, 1973, p. 235). I due si erano già conosciuti negli ambienti pontifici e alcuni anni prima Cellini aveva fatto appello alle qualità del chirurgo quando lavorava nella bottega di Raffaello del Moro. Quest’ultimo aveva infatti una figlia affetta da un’infermità alla mano destra che, secondo alcuni medici, le avrebbe fatto perdere l’uso dell’arto. Cellini ricorse al chirurgo pontificio che, anche grazie a un bisturi costruito appositamente dall’orafo, riuscì a guarirla (La vita, cit., pp. 98 s.). Tra le frequentazioni di Rastelli troviamo anche Pietro Aretino che gli inviò una lettera da Venezia nel 1550.
Rastelli ebbe dodici figli e fu il capostipite di una dinastia di chirurghi pontifici. Suo nipote Matteo Viti fu nominato chirurgo della famiglia apostolica durante il pontificato di Paolo IV grazie alla sua raccomandazione e a quella di Carlo Carafa, esercitando la carica fino al 1557 (Biblioteca apostolica Vaticana, Ruoli, 21, c. 29v; 32, c. 7r). Nel settembre del 1566, a sostituire Giacomo morto poco tempo prima troviamo suo figlio Germanico e suo nipote Ludovico Monticoli. Germanico ricoprì la prestigiosa carica ancora prima di conseguire i gradi in medicina e chirurgia, che ottenne a Roma nel dicembre del 1568 (Archivio di Stato di Roma, Università, b. 48, c. 17r). Fu a lui che vennero affidate le autopsie di Pio IV e di Pio V, quest’ultima condotta con l’aiuto del cugino Ludovico. Se Germanico perse l’incarico nel 1567, Ludovico si radicò profondamente negli ambienti vaticani. Lo ritroviamo, infatti, tra i chirurghi di Gregorio XIII, Gregorio XIV e Paolo V.
Due esponenti della famiglia Rastelli appaiono a titolo diverso negli atti dei processi del tribunale criminale del governatore di Roma. Contro Germanico venne intentato un procedimento giudiziario per ferite e procurato aborto (Archivio di Stato di Roma, Tribunale criminale del governatore di Roma. Processi, 1505-1584, b. 175, f. 24, cc. 982r-997v) al quale va forse ricondotta la perdita del suo incarico di chirurgo pontificio. Un Matteo Rastelli chirurgo eseguì invece a Perugia, per conto del governatore di Roma, l’autopsia sul cadavere di Ortensia Farnese nell’ambito del processo che ebbe luogo nella città per il presunto avvelenamento della donna (ibid., b. 120, cc. 1072v-1073v). Nel ramo della famiglia che rimase a Perugia, troviamo anche Giovanni Bernardino Rastelli medico del Collegio che, oltre a esercitare con profitto la professione sviluppando conoscenze specifiche sulle proprietà delle acque, pubblicò nel 1579 un trattato sull’emendazione del calendario, una Descrittione della pompa e del apparato fatto in Roma per la traslatione del corpo di S. Gregorio Nazianzeno (Perugia 1580) e detenne una stamperia a Perugia. Dai suoi tipi videro la luce trattati di matematica e medicina, tra i quali, nel 1575, il De tempore et occasione in re medica tractatus di Francesco Tommasi.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Roma, Università, b. 48, c. 17r; Tribunale criminale del governatore di Roma. Processi 1505-1584, b. 120, cc. 1072v-1073v; b. 175, f. 24, cc. 982r-997v; S. Spirito, b. 1904, m.303, 2033; Archivio segreto Vaticano, Diversa Cameralia, t. CLIX, cc. 110-111; Biblioteca apostolica Vaticana, Ruoli, 2, c. 19v; 5, c. 4r; 6, c. 6r; 11, c. 22v; 12, c. 5v; 16, c. 23v; 19, c. 5v; 21, c. 29r-v; 22, c. 16r; 23, c. 9r; 24, c. 8r; 25, c. 5r; 26, c. 12v; 27, c. 28; 28, c. 19v; 29, c. 7v; 30, c. 9v; 32, c. 7r; 37, c. 13; 39, c. 22; 42, c. 28; 44, c. 7r; 45, c. 8r; 47, c. 14v; 48, c. 9r; 50, c. 8r; 53, c. 6v; 53 c. 7v; 56, c. 18r e c. 21r; 57, c. 62r; 58, c. 6v; 60, c. 6r.
P. Aretino, Il quinto libro delle lettere, Parigi 1609, pp. 277v-278v; A. Chacón, Vitae, et res gestae pontificum Romanorum et s.r.e. cardinalium ab initio nascentis Ecclesiæ vsque ad Clementem 9, III, Roma 1677, p. 802; P. Polidori, De vita, gestis, et moribus Marcelli II, Pontificis Maximi commentarius, Roma 1744, p. 137; G. Marini, Degli archiatri pontifici, I, Roma 1784, pp. 355-357, 442 s.; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, XIII, Venezia 1842, p. 111, XLIII, Venezia 1847, pp. 131 s.; B. Cellini, La vita, a cura di G. Davico Bonino, I, Torino 1973, pp. 98 s., 235; F. Dozza, Università di Peugia. Sette secoli di modernità (1308-1976), Perugia 1991, p. 208.