Pseudonimo dello scrittore italiano Giacomo Ca' Zorzi (Noventa di Piave 1898 - Milano 1960). Dotato di una ricca cultura internazionale, N. appare una figura atipica di intellettuale nel panorama italiano, estraneo sia all'idealismo sia all'ermetismo, molto attento alla vita sociale, animato da uno spirito antiborghese che intreccia socialismo e liberalismo nel proposito di trovare una sintesi tra valori aristocratici e popolari. L'immagine più genuina di sé l'ha lasciata nella raccolta di versi in dialetto veneto, dove il suo umore estroso dà accenti di epigramma ora a temi civili, ora, e assai meglio, a un canto vagamente elegiaco ispirato all'amore, all'amicizia e ai valori positivi della vita.
Volontario nella prima guerra mondiale, si laureò in giurisprudenza con una tesi in filosofia del diritto nel 1923 a Torino , dove strinse amicizia con M. Soldati, G. Debenedetti e con i giovani che si raccoglievano intorno a Piero Gobetti e a Rivoluzione liberale; avverso al regime fascista (da cui avrà poi non pochi fastid) e desideroso di aprire i propri orizzonti culturali, dal 1926 al 1934 soggiornò in vari paesi europei. Tornato in Italia, nel 1936 fondò a Firenze con A. Carocci la rivista La riforma letteraria (sospesa nel 1939), pubblicandovi alcuni saggi in cui egli, che proveniva dall'idealismo gentiliano, prospettò una sua particolare visione del cattolicesimo. Finita la guerra, fondò a Venezia La gazzetta del Nord (1946-47) e prese a collaborare a vari giornali, fra cui L'Italia socialista di A. Garosci.
La produzione poetica di N. si svolse in gran parte negli anni Trenta, con poesie diffuse per via orale o in lettere ad amici, apparse in varie riviste, fino al 1933, con lo pseudonimo di Emilio Sarpi. N. fu soprattutto un poeta, fautore, in contrasto con le poetiche novecentesche, di un linguaggio comunicativo e comprensibile, come attestano le raccolte delle sue poesie in veneziano (Versi e poesie, 1956, nuova ed. accr. 1960; Versi e poesie di Emilio Sarpi, post., 1963; poi riunite in Versi e poesie, 1975), nelle quali un umore estrosamente polemico, a fondo politico (tra liberale e socialista), dà accenti di epigramma a un canto sensualmente elegiaco. Fra i volumi saggistici si ricordano: Il vescovo di Prato (1958); Nulla di nuovo (1960); Gott mit uns (1960), commento alle tavole omonime di R. Guttuso; e, postumi, I calzoni di Beethoven. Dialogo tra due letterati (1965); Tre parole sulla Resistenza (1965); Caffè Greco (1969); Storia di una eresia (1971). A cura di F. Manfriani sono apparse le Opere complete (4 voll., 1986-89).