MANZÙ, Giacomo
(pseud. di Manzoni, Giacomo; App. II, II, p. 261)
Scultore italiano, morto ad Ardea (Roma) il 17 gennaio 1991. Proponendo una serie di opere che testimoniavano il coerente svolgersi della propria figurazione d'accento realistico, nel 1948 M. ricevette il Gran premio della scultura della xxiv Biennale di Venezia e fu ammesso al concorso per la realizzazione delle tre porte di bronzo di San Pietro in Vaticano, che vinse, con A. Biagini e V. Crocetti, nel 1950. Nominato nel 1954 Accademico di San Luca, nello stesso anno fece le sue prime esperienze di litografia (illustrazioni per Il falso e vero verde di S. Quasimodo, 1954) e, dimessosi dalla cattedra di scultura di Brera che teneva dal 1941, iniziò l'attività didattica presso l'Accademia estiva di Salisburgo (1954-60), dove incontrò O. Kokoschka e la ballerina I. Schabel, sua futura compagna e ispiratrice (Busto di Inge, 1964-90, Ardea).
Temi preferiti di quegli anni sono il ''passo di danza'' e i ''cardinali'' (Cardinale, 1953, Colonia, Wallraf-Richartz Museum; Passo di Danza, 1954, Mannheim, Staadtliche Kunsthalle; Cardinale seduto, 1955, Milano, Galleria d'arte moderna), rielaborati anche in formato monumentale. Vincitore nel 1955 del premio per la Scultura della vii Quadriennale di Roma, M. è ormai ampiamente conosciuto anche in ambito internazionale: invitato a partecipare alle più importanti rassegne periodiche europee e americane (Biennale di San Paolo, 1951; Biennale di scultura di Anversa, 1959, 1961, 1973), ottiene prestigiose commissioni pubbliche tra le quali la porta centrale del duomo di Salisburgo (incentrata sul tema dell'Amore), a cui lavorerà dal 1955 al 1958 anticipando, nella semplificazione degli schemi compositivi e nella rigorosa ricerca disegnativa, soluzioni che caratterizzeranno la successiva porta del Vaticano.
Impegnato in una serie di commissioni per il pontefice Giovanni xxiii (busto in bronzo del papa, medaglie commemorative del Concilio Vaticano ii, ecc.), tra il 1959 e il 1964 M. realizza infatti la celebre Porta della Morte per la Basilica di San Pietro, in cui il tema è svolto con una narrazione tesa e drammatica che testimonia, al di là del motivo religioso, il suo costante impegno civile e la profonda fede nel riscatto finale dell'uomo. Negli anni successivi, accanto all'intensa attività di scultore che riesplora, anche in formato monumentale, tematiche precedenti (serie delle ''crocifissioni'', del ''passo di danza'', dei ''cardinali'') o che elabora nuovi motivi iconografici (''sedia con natura morta'', gli ''amanti'', le ''pattinatrici'', ecc.), M. propone la ricca produzione grafica e pittorica che comprende, oltre ai dipinti e alle incisioni (illustrazioni per l'Edipo Re di Sofocle, 1966; l'Odissea di Omero, 1977; serie di 16 tempere delle Copie dei maestri antichi e moderni, 1976-79, Mosca, Museo Puskin; ecc.), numerosi bozzetti preparatori e disegni per costumi e scenografie (Edipo re di Stravinskij, Roma, 1963; Tristano e Isotta di Wagner, Venezia 1971; Ifigenia in Tauride di Gluck, Firenze 1981; Macbeth di Verdi, Napoli 1985).
Autore delle fontane per il Gas Company Building di Detroit (1964) e per il McGregor Found dell'università di Detroit (1968), nel 1965 M. completò il grande rilievo per la facciata del Palazzo d'Italia del Rockefeller Center di New York. Vincitore, nel 1966, del premio Lenin per la Pace, nel 1968, sostenendo con coerenza le proprie scelte estetiche, M. portò a termine la Porta della Pace e della Guerra, per la chiesa di Saint Laurenz a Rotterdam al cui tema s'ispirerà, nel 1972, per il grande rilievo del Palazzo della Comunità europea a Lussemburgo e ancora nel 1977 per il Monumento al Partigiano di Bergamo. Nel 1969 è stata inaugurata ad Ardea, dove M. aveva impiantato il suo studio e la sua abitazione, la Raccolta amici di Manzù, donata allo stato italiano nel 1981. Vedi tav. f.t.
Bibl.: C.L. Ragghianti, Giacomo Manzù: Scultore, Milano 1957; J. Rewald, Manzù, Londra 1967; C.B. Pepper, An artist and the pope, New York 1968; B. Heynold von Graefe, Manzù and the stage, Ardea 1972; G. Pellegrini, Manzù e il tema della pace, Firenze 1976; E. Steingräber, Giacomo Manzù, Torino 1984. Cataloghi di mostre: A. Cirana, L'opera grafica di Giacomo Manzù, 1929-1968, Milano 1968; M. Homma, J.P. Hodin, H. Kon, Giacomo Manzù, Tokyo 1973; Giacomo Manzù, Firenze 1986; L. Trucchi, Manzù, Roma 1991.