TERRANEO, Giacomo Lorenzo
– Nacque a Torino nel 1666, da Pier Francesco. Non è noto il nome della madre.
Laureatosi in medicina (in data non pervenuta) nell’ateneo torinese sotto la guida di Carlo Domenico Riccardi, esercitò negli ospedali della città dove praticò dissezioni anatomiche, che lo indussero a confrontarsi con le espressioni più avanzate della ricerca medica. Fu dottore collegiato e insegnante di anatomia e botanica negli anni della guerra di successione spagnola. Secondo una prassi diffusa che doveva valorizzare l’immagine dello Studio torinese, diede alle stampe una serie di orazioni dottorali, tenute nella pubblica cerimonia del conferimento della laurea in qualità di promotore dell’esaminando, oppure in occasione del conferimento della cosiddetta laurea trionfale, che comportava l’ammissione del candidato al Collegio dei filosofi e dei medici di Torino.
Su proposta del medico ducale Pietro Paolo Ricca ricevette l’incarico di riordinare e catalogare i libri e i manoscritti di medicina, storia naturale e filosofia conservati nella biblioteca ducale. In questo compito Terraneo collaborò con il teologo protestante, illustre antichista e orientalista, Christoph Matthias Pfaff, alla corte di Torino nel 1710, che insieme con il canonico Filippo Maria Machet provvide alla risistemazione della biblioteca, riuscendo tra l’altro a identificare il prezioso codice Lattanzio del IV secolo.
Nel solco delle ricerche fisiologico-anatomiche che in Europa stavano rivoluzionando le conoscenze sulla base dell’epistemologia atomistica e meccanicistica, Terraneo indagò le funzioni secretorie delle ghiandole, applicando la metodologia di analisi portata in auge da Marcello Malpighi. Era fondata sul principio dell’anatomia ‘sottile’, che mirava a indagare le parti minime del corpo, anche con l’ausilio del microscopio, adottando modelli esplicativi sperimentali di derivazione galileiana che presupponevano una complessiva reinterpretazione dell’organismo vivente, delle sue funzioni e alterazioni. Si spalancava un nuovo campo d’indagine che metteva a profitto non solo le ipotesi della fisica sperimentale, ma anche quelle altrettanto inedite che derivavano dalla ripresa su basi rinnovate delle analisi chimiche.
Ciò spiega l’interesse mostrato da molti medici europei per il libro di Terraneo Glandulae conglomeratae, et disgregatae ad urethram virilem detectae, pubblicato secondo alcune fonti nel 1702, in una edizione non più reperibile. La seconda, del 1709, ottenne una discreta fortuna testimoniata dalle due ristampe effettuate a Leida nel 1721 e nel 1729.
Ricostruendo il quadro complessivo del dibattito sulla natura e sulle funzioni delle ghiandole, Terraneo tracciava un bilancio degli studi e affrontava questioni in cui si erano misurati gli anatomisti dell’Académie royale des sciences di Parigi, vertenti sulle cause e le sedi delle malattie sessuali. Di altrettanto rilievo era il riferimento alle scoperte effettuate dal medico inglese Thomas Sydenham, maestro e amico di John Locke, il quale, rifacendosi alla metodologia baconiana, aveva elaborato una concezione delle malattie come specie nosologiche costanti, che destituiva di valore le teorie patogenetiche classiche. Terraneo dava conto dei risultati delle sue ricerche che gli avevano permesso di identificare alcune ghiandole dell’uretra, che ipotizzava essere sede di malattie veneree, da lui analizzate e descritte con raffigurazioni iconografiche. Nella parte conclusiva presentava sei relazioni di dissezioni anatomiche su cadaveri di malati di lue, di gonorrea e di cancri alla prostata effettuate nell’ospedale Mauriziano dietro la supervisione del medico Ricca.
Con la mediazione del letterato Giacinto Gimma, che lo associò all’Accademia degli Spensierati di Rossano e ne scrisse un elogio, fu una delle principali personalità piemontesi a stringere rapporti con la cultura meridionale, in particolare con i medici napoletani Luca Tozzi e Lucantonio Porzio, allievi di Tommaso Cornelio, ispiratore del rinnovamento che si irradiò dall’Accademia degli Investiganti di Napoli. Gimma si fece promotore dell’opera del torinese presso Antonio Vallisneri, cui si deve l’ampia recensione pubblicata nel Giornale de’ letterati d’Italia. A segnalarlo nella comunità degli scienziati furono inoltre le notizie divulgate dal ginevrino Jean-Jacques Manget, una presenza centrale nella repubblica delle lettere sia come mediatore di scambi intellettuali sia come organizzatore editoriale. A lui si deve l’inserzione delle ricerche di Terraneo, illustrate da incisioni, nella grande opera Theatrum anatomicum, pubblicata a Ginevra in due volumi da Cramer e Perachon nel 1717.
Il libro di Terraneo conseguì lusinghieri apprezzamenti in Inghilterra da parte di William Cockburn, membro del College of physicians di Londra, e a Leida da parte di Herman Boerhaave. In Italia invece fu criticato da Giambattista Morgagni, che nel quarto volume dei suoi Adversaria anatomica biasimò il collega torinese, colpevole di avere ignorato le precedenti scoperte del chirurgo Guillaume Cowper (come già aveva rilevato Vallisneri) e dell’anatomista francese Alexis Littré, e gli contrappose i risultati delle indagini anatomiche che egli stesso aveva compiuto intorno alle ghiandole dell’uretra e alle loro patologie.
Il secondo ambito di studi cui si rivolse Terraneo fu la botanica. È probabile che abbia avuto per un breve periodo l’incarico di lettore, riprendendo così una tradizione che aveva conosciuto fasi alterne senza insediarsi stabilmente nel sistema istituzionale, come mostra il fatto che l’Ateneo torinese non disponeva di un giardino dei semplici. Un primo passo in questa direzione fu compiuto da Terraneo, che raccolse una bibliografia sistematica e, stando a quanto sostenne lo storico della medicina piemontese Gian Giacomo Bonino, compose un trattato botanico in sette volumi, oggi irreperibile, che confermerebbe l’attività d’insegnamento.
Di certo iniziò a raccogliere un erbario ordinato secondo i criteri di classificazione di Joseph Pitton de Tournefort, di cui Gimma auspicò la pubblicazione. I risultati della ricerca botanica di Terraneo non vennero mai sistemati in pubblicazioni e si sarebbero persi se a Carlo Allioni, il grande botanico dell’età dei lumi, non fossero pervenuti tramite l’allievo di Terraneo, il dottor D. Massola, sia i quattordici volumi in folio dell’erbario sia il repertorio bibliografico. Gli fu così possibile valorizzare la figura di Terraneo, precocemente scomparso, ricordandolo come il fondatore della botanica in Piemonte e come colui che per primo aveva compiuto escursioni naturalistiche nel territorio alpino e collinare, dal Monviso alla Valle d’Aosta, dalle colline dell’Astigiano a quelle delle Langhe.
Morì a Torino, a trentasette anni, il 4 giugno 1714. Due mesi prima, dal matrimonio con Marianna Marchetti, donna di camera del duca d’Aosta, era nato il figlio Gian Tommaso (v. la voce in questo Dizionario), che si sarebbe segnalato per le sue ricerche di storia del Piemonte medievale.
Opere. Orazioni accademiche: Philippi V Hispaniarum regis et Mariae Ludovicae a Sabaudi augustis sponsalibus in laurea physico-medica perillustris domini Joseph Ferrerii Plausus oratio [...] anno MDCCI mense augusti, Taurini 1701; In laurea physico-medica perillustris domini Francisci Bessani oratio [...] anno MDCCI mense septembris, Taurini 1701; De glandulis universim, et speciatim ad urethram virilem novis, Taurini 1702 e 1709, Lugduni Batavorum 1721 e 1729 (una recensione, molto probabilmente dovuta ad Antonio Vallisneri, è in Giornale de’ letterati d’Italia, 1711, t. 5, pp. 103-119); Perillustris domini Vincentii Fantini lauream physico-medicam assumentis galaxia oratio [...] anno MDCCIII mense Iulii, Taurini 1703; In doctoratu philosophico medico, per-illustris domini Io. Antonii Perretti, laurea triumphalis oratio habita. Anno MDCCVI mense decembris, Taurini 1707; In natalitiis regii principis pro laurea physico-medica per Illustris d. Io. Martini presbiteri genethliacus quem Illustrissimo, et eccellentissimo d.d. Bartholomaeo Torrini [...] anno MDCXCIX, Taurini 1707. Le valutazioni critiche di Giovanni Battista Morgagni sono nel trattato Adversaria anatomica quarta, Patavii 1719, pp. 11-41.
Fonti e Bibl.: Il catalogo delle opere della Biblioteca ducale, le cui parti di medicina e storia naturale furono curate da Terraneo, si trova nella Biblioteca reale di Torino, Index alphabétique des livres qui se trouvent en la Bibliothèque royale de Turin en cette année 1713, Cons. mss. 8. Una copia è nella Biblioteca nazionale di Torino, ms. R. I. 5. Il codice manoscritto della bibliografia botanica redatto da Terraneo con aggiunte di mano di Carlo Allioni, è in Biblioteca dell’Accademia delle scienze di Torino: Bibliographia botanica sive de scriptoribus medico-botanicis una cum elencho operum quae ediderunt, tum loci tum temporis. A Laurentio Terraneo ph. d. med. doct. coleg. taurin. et botanices professore collecta. Anno D. 1714. Augustae Taurinorum, quam Carolus Allionus taurinensis ulterius supplet ac auget, ms. 077.
L’elogio scritto da Giacinto Gimma è la fonte principale delle notizie sugli studi e le ricerche di Terraneo: Elogi accademici della Società degli Spensierati di Rossano, descritti dal dottor signor d. Giacinto Gimma [...] pubblicati da Gaetano Tremigliozzi [...] colle memorie istoriche della Società stessa aggiunte dal medesimo nella seconda parte, II, Napoli 1703, pp. 289-300. A essa attinse Giovanni Giacomo Bonino, Biografia medica piemontese, II, Torino 1825, pp. 1-8. Gli omaggi resi a Terraneo da Carlo Allioni si trovano nei suoi libri: Rariorum Pedemontii atirpium. Specimen primum, Augustae Taurinorum 1755, pp. 31 s., e Flora Pedemontana sive Enumeratio methodica stirpium indigenarum Pedemontii, I, Augustae Taurinorum 1785, p. III. O. Mattirolo, L. T. (1676-1714) e l’importanza dell’opera sua nella storia botanica del Piemonte, Firenze s.d. [1912?]; D. Carpanetto, Scienza e arte del guarire. Cultura, formazione universitaria e professioni mediche a Torino tra Sei e Settecento, Torino 1998, pp. 11 s., 16-25.