GIACOMO I di Catalogna-Aragona, detto il Conquistatore
Morto Pietro il Cattolico nella battaglia di Muret (1213), Simone di Monfort, capo della crociata contro gli Albigesi, ritenne presso di sé l'erede G. bambino di cinque anni, sino a che il papa non lo indusse a rilasciarlo. La sua educazione venne allora affidata a Guglielmo di Montredó, maestro del Tempio, mentre il conte Sancio, suo zio, era nominato procuratore generale di Catalogna e Aragona. Presto, adolescente ancora, ingaggiò lotta contro la nobiltà insubordinata e contro i proprî parenti. Nel 1228 intraprese la conquista delle Baleari, dopo la convocazione a Barcellona delle Corts catalane che offrirono entusiasticamente il loro concorso. E il 13 dicembre dello stesso anno la capitale di Maiorca cadde in potere dei Catalani. Nel 1232 poi, anche Minorca era fatta tributaria e, nel 1235, Iviza sottomessa. Seguì la conquista del regno di Valenza a cui parteciparono Catalani e Aragonesi. La campagna, cominciata nel 1232, durò, con brevi tregue, fino al 1238: e il 9 ottobre iI conquistatore entrava vittorioso nella capitale. Tuttavia l'acquisto del reame non fu completo se non negli anni successivi. Giacomo intervenne anche negli affari interni di Navarra e di Castiglia. In Castiglia regnava Alfonso X, suo genero. G. lo aiutò nella lotta contro i Mori, e gli fece dono generoso della Murcia, conquistata con le sue genti (1266). Altra cessione aveva fatto nel 1258, rinunciando, col trattato di Corbeil, a ogni diritto sulle terre della Francia meridionale (eccetto Montpellier, signoria di sua madre), mentre il re francese Luigi rinunziava ai molti problematici diritti suoi sulle contee catalane, qual successore dei carolingi. Se questo trattato rappresenta la fine dell'espansione catalana oltre i Pirenei, G. apre invece nuovi orizzonti alla politica marittima catalana, procurando al figlio e successore suo, Pietro, il matrimonio con Costanza, figlia di Manfredi di Sicilia (1262), allacciando rapporti con gli stati musulmani del nord d'Africa e con Cipro, proteggendo il commercio marittimo della sua nazione. A tale scopo, mantenne buone relazioni con Genova e Pisa, concedendo ai Genovesi anche privilegi mercantili. Negli ultimi anni della sua vita si preparò per una crociata in Terrasanta: ma dovette rinunciarvi. Un grosso nucleo di sue navi fu disperso dalle tempeste nel 1269 e i suoi propositi furono accolti con indifferenza nel concilio di Lione (1274). Amareggiarono in questo tempo il monarca l'opposizione della nobiltà feudale contro il potere regio e una rivolta dei mori di Valenza. Neppure mancarono gravi conflitti familiari a causa dei varî testamenti per le relative divisioni dei suoi stati. Morì a Valenza il 27 lugfio 1276. Catalogna, Valenza e Aragona restarono a Pietro; l'altro figlio, Giacomo, succedeva nel regno di Maiorca (con Rossiglione e Cerdagna) e in Montpellier.
Uomo di non piccoli difetti nella vita privata (sebbene fosse detto dai successori il "santo re"); autore, nella vita pubblica, di gravi errori politici (trattato di Corbeil, divisione dei territorî conquistati), Giacomo I rimane tuttavia, per i suoi popoli "l'alt rei En Jaume", moralmente e fisicamente; rimane il padre delle terre che parlano catalano. Ma più di tutto egli fu il "Conquistatore", prode guerriero e leale cavaliere. Ben secondato da insigni consiglieri - ecclesiastici e giuristi - egli seppe anche compiere un'ingente opera legislativa e amministrativa (v. catalogna).
Per molto tempo è stata attribuita a G. stesso la cronaca del suo lungo regno (Libre dels Feyts), scritta in forma autobiografica. Si può escludere che egli l'abbia scritta direttamente: di lui, anzi, non si è trovato nemmeno una segnatura autografa. Ma egli certo intervenne di persona nella redazione di parecchi passi. Comunque, questa cronaca, bel monumento di storiografia medievale, ha conservato sempre viva la sua memoria nella storia, nella letteratura e nella leggenda dei suoi popoli.
Bibl.: Cronaca di Giacomo I, pubbl. più volte e di cui l'Institut d'Estudis Catalans è in procinto di dare un'ed. critica; G. Zurita, Anales de la Corona de Aragón, lib. III; Ch. de Tourtoulon, Jacme I le Conquérant, Montpellier 1863-67, voll. 2; F. Dawin Swift, The life and thimes of James the First, the Conqueror, Oxford 1894; Congrès d'Hist. de la Corona d'Aragó dedicat al Rey En Jaume I y a la seua época (1908), Barcellona 1909-13, voll. 2; A. Huici, Colección dipl. de Jaime I el Conquistador, Valencia 1916-19, voll. 2; J. Miret i Sans, Itinerari de Jaume I el Conqueridor, Barcellona 1918; F. VallsTaberner e F. Soldevila, Hist. de Catalunya. Curs superior, I, Barcellona 1922, p. 175 segg.; F. Soldevila, Jaume I, Barcellona 1926; A. Rovira i Virgili, Hist. Nacional de Catalunya, IV, Barcellona 1926, p. 511 segg. e V (1928), p. 9 segg.