GROSSO, Giacomo
Pittore, vivente a Torino, professore all'Accademia Albertina. Nato a Cambiano nel 1860. Ebbe a maestro il Gastaldi: espose per la prima volta nel 1882 alla Promotrice e al circolo degli Artisti, ma il quadro che lo pose in vista fra i giovani fu La cella delle pazze (1884), in cui s'era proposto un tema cromatico di bianco e nero e aveva sfoggiato un verismo, che al gusto d'oggi appare un elemento negativo per l'arte, ma impressionò come indizio di libertà antiaccademica e ricchezza di doni naturali. In questa linea di verismo naturalistico, accompagnato da una compiacenza delle belle stoffe, della bella pennellata, della suggestione illusionistica della rappresentazione, il G. si è sempre mantenuto fino a oggi. Egli ebbe grande successo soprattutto come ritrattista (ritratto dell'attrice Reiter, numerosi ritratti di signora); come compositore suscitò talvolta vivaci polemiche (per esempio, a proposito dell'Ultimo Convegno); trattò anche l'affresco (L'incontro di Gesù con le pie donne, in S. Gioacchino a Torino); partecipò assiduamente alle esposizioni di Torino, Venezia, Roma, Parigi, Vienna, ecc., realizzando in mezzo secolo una produzione abbondantissima. Opere sue sono conservate nel museo civico di Torino, nella galleria d'arte moderna di Venezia, nella galleria Pitti di Firenze, ecc.
Bibl.: G. Corradini, G. G., Torino 1914; B. C. K., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XV, Lipsia 1922 (con bibl.).