GIACOMETTI, Giacomo
Nacque a Padova, da genitori di modeste condizioni, nel 1663.
Fu accolto in giovane età nel seminario cittadino per volere del vescovo Gregorio Barbarigo, che in quegli anni stava riformando profondamente la struttura del seminario, introducendovi, tra l'altro, l'insegnamento del greco. Proprio in questa materia il G. si sarebbe presto distinto. Compiuto il corso degli studi, il G. fu ordinato sacerdote e prese a insegnare umanità nello stesso seminario. Dal 1691 passò alla cattedra di retorica al collegio di Tresto, il nuovo collegio nobile istituito dal Barbarigo nel soppresso convento di S. Maria del Tresto, presso Padova, e annesso al seminario cittadino.
Nel 1692 pubblicò la sua prima opera importante, un'edizione antologica adattata all'uso degli studenti del seminario della Calligraphia di J. Possel (originariamente pubblicata a Francoforte nel 1600). Nel 1698 divenne prefetto degli studi del seminario patavino, carica che esercitò fino al 1701, e poi nuovamente dal 1705 al 1712.
Nel 1717, a seguito del vescovo di Adria A. Vaira, si recò a Roma dove rimase per alcuni mesi, frequentando i circoli eruditi della città e adoperandosi per la causa di beatificazione del Barbarigo, allora passata all'esame della congregazione dei Riti.
Tornato in patria, nel 1718 i riformatori dello Studio di Padova gli proposero di occupare la cattedra di etica con un lauto emolumento. Temendo di non poter sostenere tale incarico e colto da una violenta crisi depressiva, sembra che il G. tentasse il suicidio. Due anni gli furono necessari per rimettersi e poter tornare all'insegnamento, dopo i quali mantenne dal 1720 fino al 1736 la pubblica lettura di etica con successo. In riconoscimento dei suoi meriti ottenne anche il canonicato della chiesa di Panurmia, presso Padova.
Morì a Padova il 12 maggio 1737 e fu sepolto nella cattedrale.
Il G. fu buon latinista e soprattutto ottimo grecista. La sua produzione deve essere in larga parte ricondotta alle necessità didattiche; se in filosofia, seguendo fedelmente la linea tracciata dal Barbarigo, si attenne a un rigido aristotelismo, il suo tratto migliore deve essere ricercato nella produzione oratoria legata alle occasioni liturgiche e festive del seminario patavino, e negli scritti di retorica.
La sua fama di oratore gli sopravvisse e nel 1738 alcune orazioni rimaste manoscritte furono pubblicate a Venezia negli Opuscula politioris litteraturae, recensiti positivamente anche nei Nova Acta eruditorum di Lipsia.
Opere: Nella Biblioteca del Seminario di Padova il ms. 309 contiene varie prolusioni, orazioni in italiano, latino e greco, lettere; altri componimenti nei mss. 592 e 643; nel ms. 262 la difesa che il G. fece dell'orazione funebre da lui scritta per il Barbarigo, criticata da M.A. Ferrazzi. A stampa: I. Posselius, Calligraphia oratoria linguae Grecae ad proprietatem elegantiam et copiam Graeci sermonis parandam utilissima…, Patavii 1692; Academia habita in funere Gregorii card. Barbadici…, ibid. 1697 (l'orazione del G. è alle pp. IV-VII); Exercitationes rhetoricae in orationes Titi Livii, ibid. 1707; Oratio in funere Iosephi Mariae Thomasii… cardinalis…, ibid. 1713; Dissertatio rhetorica ad pronunciatum Aristotelis "Rhetorica refertur ad iudicium" lib. II Rhet., ibid. 1733; Oratio ad Georg. card. Cornelium episc., primo invisentem Seminarium, ibid. 1733; Summa eorum, quae hoc anno 1736 explicabit in Gymnasio Patavino, ibid. 1736; Proemium ad philosophiam morum in Gymnasio Patavino tradendam, ibid. s.d; Opuscula politioris litteraturae, quae hactenus reperiri potuerunt…, Venetiis 1738. Alcune sue pagine sono state ripubblicate da S. Serena in Scrittori latini del seminario di Padova, Padova 1936, pp. 48-57.
Fonti e Bibl.: Sacra Rituum congregatione… beatificationis et canonizationis ven. servi Dei Gregorii card. Barbadici… Positio super dubio…, Romae 1746, pp. 32, 119, 233, 248, 273, 294 s., 321 s., 345 s., 419, 447; G. Barbarigo, Lettere a Marco Antonio Ferrazzi prefetto degli studi nel seminario di Padova (1687-1693), Padova 1934, pp. XIII, 14, 41; Id., Lettere al rettore del suo seminario di Padova Sebastiano de Grandis (1674-1697), a cura di S. Serena, Padova 1940, pp. 75, 77; N.C. Papadopoli, Historia Gymnasii Patavini, Venetiis 1726, pp. 181 s.; S. Franzoni, De vita et studiis Iacobi Iacometti in Gymnasio Patavino moralis philosophiae professoris. Epistola ad amicum, in Orationes, Patavii 1737, pp. 233-248; Nova Acta eruditorum Lipsiensium, 1741, pp. 476 s.; I. Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini, Patavii 1757, II, p. 318; G.B. Ferrari, Vita Jacobi Jacometti, in Vitae illustrium virorum Seminarii Patavini, Patavii 1799, pp. 33-48; G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1832, pp. 464-468; [T. Ricchini], De vita ac rebus gestis beati Gregorii Barbadici S.R.E. cardinalis episcopi Patavini libri tres, Romae 1791, pp. 118 s.; Il seminario di Padova. Notizie raccolte e pubblicate nella ricorrenza del III cinquantenario della beatificazione del cardinale Gregorio Barbarigo, Padova 1911, pp. 127 s., 146, 163, 174, 179, 189-191.