GASTALDI, Giacomo (o Iacopo; detto maestro Iacopo piemontese)
Il più celebre cartografo italiano del sec. XVI, nato a Villafranca Piemonte al principio del Cinquecento, ma vivente e operante in Venezia dove lo troviamo dal 1539, anno a cui risale la richiesta della licenza per la stampa d'un Lunario perpetuo. Le più antiche carte con il suo nome sono del 1544 (una Spagna e una Sicilia), più volte in seguito ristampate; del 1546 è il suo primo Mappamondo (Universale); in questi anni attese poi a preparare una serie di 60 carte per un'edizione italiana della Geografia di Tolomeo, pubblicata a Venezia nel 1548; di queste carte 26 seguono il modello tolemaico, 34 sono opera originale del G., che mise insieme anche numerosi elenchi di nomi locali antichi e moderni. Nel 1546 ebbe da G.B. Ramusio l'incarico d'istruire il figlio nella cosmografia; e da allora fu in rapporti di amicizia e di studî, oltre che con il Ramusio, con altri dotti uomini del tempo, il Maurolico, il Fracastoro, il Bembo. Era già un geografo e cartografo famoso, quando, nel 1548, il Consiglio dei Dieci gli commetteva l'incarico di dipingere su tela due grandi carte da collocarsi nella Sala dello Scudo in Palazzo Ducale (una dell'Africa e dell'America Meridionale, l'altra dell'Asia Orientale e America Settentrionale). Tali carte, alla seconda delle quali metteva mano nel 1553, non corrispondono tuttavia a quelle che attualmente si vedono nella sala suddetta. In quest'epoca lavorò anche alle carte che accompagnano la raccolta Delle navigationi et viaggi di G.B. Ramusio (4 carte per il vol. I e 6 per il III, tutte, a quanto pare, anteriori per fattura al 1550). Dal 1551 ebbe più volte, dai Savî sopra le lagune, incarichi di eseguire disegni e sopraluoghi per lo studio di questioni d'acque, anche in aiuto del proto dell'ufficio delle acque, Cristoforo Sabbadino; tali incarichi durano fino al 1565. Dopo il 1565 non si parla più del G.: egli morì quasi certamente prima del 1568.
Del Gastaldi si conoscono in complesso circa 110 carte a stampa (comprese quelle della menzionata edizione di Tolomeo); tra le più famose, una descrizione del Piemonte (1555), tre carte dell'Asia (esclusa l'Asia settentrionale, 1559-61), una carta di gran parte dell'Europa (1560), la carta d'Italia (1561), la più celebre delle opere gastaldine, varî mappamondi (1562 ecc.), una grandiosa carta dell'Africa (1564), una carta del Padovano (1568), una grande carta della Lombardia ecc., e varie carte speciali di paesi europei. Si hanno inoltre di lui alcuni disegni manoscritti di carattere idrografico. Il G. rettificò, per l'Italia in prima linea, ma anche per il resto d'Europa e per i paesi mediterranei, i dati di Tolomeo utilizzando sagacemente tutti gli elementi e i materiali nuovi a sua disposizione e in prima linea le carte nautiche; con somma abilità sintetizzò ed espresse in rappresentazioni cartografiche i risultati delle conoscenze acquisite sui paesi nuovamente scoperti o esplorati dell'Africa, dell'Asia, dell'America, elaborando un'ingente quantità di materiali. In entrarnbe queste categorie di lavori nessuno dei contemporanei eccelse più di lui, onde è giustificata la fama che godette anche fuori d'Italia, pecie nei Paesi Bassi, dove molte delle sue carte furono riprodotte più volte; talune circolarono anche in raccolte cartografiche e atlanti italiani e stranieri (p. es. nel Theatrum dell'Ortelio).
Bibl.: S. Grande, Notizie sulla vita e sulle opere di G.G., Torino 1902; id., Le carte d'America di G.G., Torino 1905; Le relazioni geografiche fra P. Bembo, G. Fracastoro, G.B. Ramusio e G.G., in Memorie Soc. geogr. ital., XII, 1905; M. Baratta, Nuove ricerche intorno a G.G., in Riv. geogr. ital., 1914; A. Nordenskiöld, Facsimile Atlas, Stoccolma 1880, passim (spec. p. 122); R. Biasutti, Il "Disegno della Geografia moderna" dell'Italia di G.G., Firenze 1908; R. Almagià, Monumenta Italiae cartographica, Firenze 1929, cap. 4°; L. Bagrow, A. Ortelii Catalogus Cartographorum, parte 1ª, Gotha 1928 (s.v. Gastaldi).