GALVANI, Giacomo
Nacque a Bologna il 1° nov. 1825, da Nicola e da Anna Verrate.
Dedicatosi allo studio della chitarra, poi a quello del canto nel registro di tenore sotto la guida di L. Zamboni, G. Tadolini e da N. Gamberini nel liceo musicale di Bologna, il G. debuttò nel teatro Caio Melisso di Spoleto nella stagione teatrale 1849-50 interpretando due opere di G. Verdi, Giovanna d'Arco e I masnadieri, opera, quest'ultima, che egli portò al primo grande successo. Cantò quindi con esito positivo nel 1850, prima al teatro Corso di Bologna nel Don Bucefalo di A. Cagnoni, in I falsi monetari di L. Rossi e in Cenerentola di G. Rossini, poi nel teatro S. Giacomo di Corfù nel Buondelmonte di G. Pacini, nel Don Pasquale di G. Donizetti e in I due Foscari di Verdi; nella primavera del 1851 si esibì al teatro Re di Milano nel Reggente di S. Mercadante, nel Barbiere di Siviglia rossiniano, nel Don Pasquale e nella Regina di Leone di L.A. Villanis. Nel carnevale 1851-52 il G. riscosse ampio successo al teatro di S. Radegonda di Milano sostenendo con padronanza tecnica e interpretativa la parte di Corradino nella Matilde di Shabran di Rossini.
Fu poi a Londra dove cantò ne L'elisir d'amore di Donizetti. Rientrato in Italia, al teatro Regio di Parma ottenne ampio successo nell'Italiana in Algeri di Rossini il 16 genn. 1854 mentre con qualche riserva fu accolta la sua partecipazione al Trovatore di Verdi; il successivo 4 febbraio, in sostituzione del tenore Ottavio Benedetti il G. riuscì a conquistare il pubblico. Un vero e proprio insuccesso fu invece l'opera L'abbazia di Kelso ovvero La leggenda meravigliosa di E. Biletta rappresentata sempre nel teatro Regio di Parma il 4 marzo dello stesso anno.
La fama del G., intanto, raggiungeva vari teatri europei, tra cui Barcellona, ove si esibì nella Cenerentola e nel Barbiere di Siviglia di Rossini, nel Don Pasquale e nella Linda di Chamounix di Donizetti. L'11 ott. 1854 debuttò al teatro Comunale di Bologna, interpretando (accanto al soprano Fanny Tacchinardi Persiani, nel ruolo di Lucia) il personaggio di Edgardo nella Lucia di Lammermoor di Donizetti. Nella stessa stagione e nello stesso teatro fu organizzata, il 21 novembre, una serata in suo onore, in occasione della quale egli interpretò Il Barbiere di Siviglia. Nella stagione 1856-57 ricevette ampi consensi nel teatro delle Muse di Ancona; il 10 luglio 1857 debuttò nel teatro La Fenice di Venezia, interpretando con grande successo Linda di Chamounix e passò successivamente a esibirsi nel teatro Real di Madrid. Il 20 marzo 1858 interpretò l'opera Rolandino di Torresmondi di G. Pacini al S. Carlo di Napoli; passò quindi al Théâtre-Italien di Parigi e al Carlo Felice di Genova, dove il 5 aprile esordì nella Lucrezia Borgia di Donizetti, con qualche riserva da parte della critica. Sempre nel teatro Carlo Felice di Genova, il 18 aprile, la stessa compagnia di canto interpretò il Mosé di Rossini con grandissimo successo: l'opera fu replicata per ventuno serate.
Dopo aver cantato nell'Apollo di Venezia e nel Vittorio Emanuele di Torino, iniziò una lunga e brillante tournée europea (1860-61). Fu a Londra, Edimburgo, Berlino, Francoforte, Bruxelles, Liegi, Anversa e Barcellona. Tornato in Italia, cantò a Verona, Modena e Vicenza, dove sposò Virginia Pignolo, appartenente a un'agiata famiglia di Rovigo. Il 30 dic. 1862 prese parte, con buon esito, al Bravo di Mercadante al teatro alla Scala, nel ruolo di Pisani.
La sua voce, tuttavia, cominciava a dare segni di affaticamento, tanto che dopo la prima rappresentazione del Faust di Ch. Gounod nel teatro Regio di Parma, il 25 dic. 1863, egli dovette essere sostituito dal tenore G. Stigelli. Un ulteriore fallimento fu la sua interpretazione, nello stesso teatro il 20 genn. 1864, della Lucrezia Borgia: dopo appena una replica, fu cancellata dal cartellone. Nella stagione 1864-65 fu nuovamente a Genova, questa volta nel teatro Nazionale, dove il 26 dicembre interpretò La favorita di Donizetti e il 5 gennaio il Barbiere di Siviglia di Rossini. Dopo essere tornato alla Scala l'11 ott. 1868 con Norma di V. Bellini, conobbe un grave insuccesso nel teatro La Fenice di Venezia dove, il 7 genn. 1869, interpretò Marta di Friedrich von Flotow.
Decise allora di trasferirsi in Russia, dove, in società con il basso comico G. Ciampi, diresse varie stagioni teatrali a Pietroburgo e insegnò canto nel conservatorio di Mosca. Tornato in Italia dopo diciotto anni, insegnò per breve tempo a Venezia, dove morì il 7 maggio 1889.
È da escludere che il G. sia stato l'interprete, nel 1871, del Lohengrin di R. Wagner nel teatro Comunale di Bologna, come sostengono alcuni studiosi; spesso, infatti, il suo nome è stato confuso con quello di altri due tenori dell'epoca: Giovanni Galvani (pseudonimo di Giacinto Ghislanzoni) e Giuseppe Galvani.
La sua vocalità si fondava essenzialmente sul recupero della tradizione del "mezzo carattere" dell'opera comica settecentesca, che egli seppe, tuttavia, abilmente conciliare con elementi stilistici mutuati da G.B. Rubini, quali la dolcezza e la duttilità del canto, la flessibilità della voce nelle fioriture, i toni elegiaci e malinconici delle interpretazioni. Con sicura tecnica esecutiva, otteneva, grazie alla morbidezza di emissione, un timbro vocale di incantevole soavità, che usava con eccellenti risultati nel registro di falsettone e nelle mezze voci. Fu, dunque, un tenore "di grazia" come I. Gardoni ed E. Calzolari, e con questi ispirò il "belcantismo" leggero ed elegante di grandi cantanti quali F. De Lucia, A. Bonci e G. Anselmi. Tuttavia, il temperamento ardente e gli accenti energici delle sue interpretazioni gli permisero di affrontare anche un repertorio drammatico, soddisfacendo le esigenze del pubblico che apprezzava allora nei tenori la capacità di esprimersi in una gamma molto estesa di sfumature e tinte. All'epoca fu considerato interprete ideale delle opere rossiniane: secondo i giornali era insuperabile nei ruoli di Almaviva del Barbiere di Siviglia e di Lindoro nell'Italiana in Algeri.
Fonti e Bibl.: P. Cambiasi, Rappresentazioni date nei Reali teatri di Milano, Bologna 1872, pp. 66 s.; L. Bignami, Cronologia di tutti gli spettacoli nel gran teatro Comunale di Bologna…, Bologna 1881, p. 156; O. Sansi, Il nobile teatro di Spoleto (Caio Melisso)…, Spoleto 1922, pp. 80 s.; P. Arrigoni - A. Bertarelli, Ritratti di musicisti ed artisti di teatro conservati nella raccolta di stampe e dei disegni, Milano 1934, pp. 131-198; F. De Filippis - R. Arnese, Cronache del teatro di S. Carlo (1737-1960), Napoli 1961, p. 85; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), II, Milano 1964, pp. 53, 56; R. Giacomelli, Il teatro Comunale di Bologna, II, Bologna 1965, pp. 75 s.; P.E. Ferrari, Spettacoli drammatico-musicali e coreografici in Parma dall'anno 1628 all'anno 1883, Bologna 1969, pp. 142, 146, 239, 255 s.; La Fenice, Milano 1972, pp. 179, 181, 317 s.; E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, I, Genova 1980, pp. 233, 264 s.; A. Brocca, Il teatro Carlo Felice di Genova, Genova 1981, p. 73; J. Budden, Le opere di Verdi. Dal Trovatore alla Forza del destino, II, Torino 1986, p. 389; Due secoli di vita musicale. Storia del teatro Comunale di Bologna, a cura di L. Trezzini, II, Bologna 1987, II, pp. 75 s.; F. Regli, Diz. melodrammatico dei più celebri poeti e artisti… che fiorirono in Italia dal 1800 al 1860, Torino 1860, p. 221; Enc. dello spettacolo, V, coll. 877 s.; Storia dell'Opera, III, 1, Torino 1977, p. 372; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti. Le biografie, III, p. 110.