FRANCESCHI, Giacomo
Nacque il 2 marzo 1776 a Parezzana, presso Lucca, da Giovan Domenico, locale chirurgo condotto formatosi a Montpellier, e da Vittoria Giusti. Dopo aver compiuto gli studi classici nella sua città, si addottorò in filosofia e medicina presso l'università di Pisa. Viaggiò molto, soggiornando nei principali centri della cultura medico-scientifica dell'epoca: a Napoli, nelle scuole dell'anatomista e igienista D. Cotugno e del biologo e medico D. Cirillo; a Vienna, allievo per due anni di J.P. Frank; a Milano, presso l'ospedale Maggiore, allievo del chirurgo G.B. Monteggia, ove studiò in particolare ostetricia e pediatria. La parentesi napoletana, durante la quale aveva potuto far apprezzare le sue attitudini scientifiche e cliniche, gli fruttò la nomina a medico personale di Antonio Pignatelli principe di Belmonte. Quando questi, nel 1800, fu inviato in missione speciale presso la corte dello zar, il F. andò al suo seguito avendo modo di visitare le più rinomate università di Germania e Russia. Poté così conoscere A.G. Richter, chirurgo di Gottinga; F.A. Walter e J.C. Loder, anatomisti rispettivamente di Berlino e di Halle; C.W. Hufeland di Jena, uno dei più eminenti medici del tempo.
In seguito si stabilì a Lucca, ove nel 1804 fu preposto alla direzione dell'Istituto per l'innesto del vaccino, della cui fondazione egli, insieme con A. Capurri, era stato promotore (ordinanza del 21 apr. 1804).
Nel 1806 fu nominato professore di anatomia generale e fisiologia nel locale liceo, che si andava affermando per le sue tendenze progressiste. Qui il F. - che nel 1809 era stato nominato direttore delle terme lucchesi - ottenne nel 1815 l'incarico dell'insegnamento di clinica medica, terapia speciale e medicina forense, che mantenne fino al 1834.
In ambito clinico nel 1817 il F. si distinse per l'attività svolta in occasione di un'epidemia di tifo esantematico, malattia allora scarsamente conosciuta, che aveva colpito il Ducato di Lucca. In campo scientifico fu fortemente influenzato dagli orientamenti della nascente medicina sociale che aveva nel Frank (più volte citato negli scritti del F.) uno dei promotori. Si occupò in generale della pratica clinica e attese alla redazione degli Annali di medicina pratica (I [1819-20], Lucca 1821) e alla stesura di un'opera rimasta incompiuta, Precetti di medicina pratica ad uso principalmente dei chirurghi di campagna, della quale fu pubblicato il solo primo volume a Lucca nel 1826. I suoi principali contributi scientifici riguardarono l'infettivologia, le teorie alla base dei sistemi medici allora dominanti e il termalismo.
La medicina preventiva delle malattie infettive lo vide al centro delle prime campagne di divulgazione della pratica della vaccinazione jenneriana in Italia: il suo lavoro Memoria sopra l'innesto della vaccina e modo di propagarla, pubblicato a Lucca nel 1803 con presentazione di J.P. Frank e G. De Carro, diretto al governo e ai cittadini di Lucca, esponeva un suo piano per l'introduzione della vaccinazione obbligatoria nel Ducato: alle premesse storiche e alle documentazioni bibliografiche e statistiche delle esperienze in corso in Europa fece seguire l'esposizione dettagliata dell'organizzazione dell'auspicato "Istituto per la vaccina" e il resoconto degli innesti da lui stesso già felicemente operati. Pubblicò poi sull'argomento Rapporto del pubblico esperimento di controprova con vajuolo umano e Genuina esposizione di fatto sulla pretesa comparsa di un vajuolo dopo la vaccina (entrambe ibid. 1804). In tema di malattie infettive e di misure atte a prevenirle pubblicò ancora: Compendio di un trattato sulla febbre gialla del dottor Gullielmo Currie (ibid. 1804), arricchito di originali annotazioni e di personali consigli per arrestare l'epidemia che in quell'anno funestava Livorno; Istruzione al popolo sulla corrente epidemia petecchiale (ibid. 1817, menzionata da A. Corradi in Annali delle epidemie occorse in Italia…, ristampati a Bologna 1972, V, pp. 133 s.); Istruzione al popolo sul cholera morbus contagioso (ibid. 1831), dissertazione sui concetti di contagiosità e diffusione epidemica, di patogenesi e di conseguente terapia razionalmente concepita.
In tema di medicina dei sistemi, con l'opera Sul modo di conciliare i controstimolisti coi loro avversari (ibid. 1818) il F. si inserì nel vivace dibattito in atto tra i sostenitori delle teorie browniane e di quelle rasoriane, mettendone in rilievo i punti controversi di fronte al nuovo indirizzo sperimentale delle scienze e tentando di individuare un punto di incontro intermedio tra concezioni forse solo apparentemente contrastanti.
I suoi contributi sul termalismo furono una dissertazione storica e dottrinale sulla pratica della balneoterapia: Saggio sull'uso de' bagni per servire d'introduzione alla storia de' Bagni di Lucca (ibid. 1811); e l'ampia monografia Igea dei bagni e più particolarmente di quelli di Lucca (ibid. 1815; successive edizioni corrette, rivedute e nuovamente illustrate ibid. 1820 e 1832), nella quale, condannando la tendenza all'automedicazione fondata su un diffuso e pericoloso empirismo, forniva un vero e proprio inventario dell'efficacia e delle azioni terapeutiche delle acque dei vari stabilimenti lucchesi in base alle più aggiornate acquisizioni sulle loro caratteristiche fisico-chimiche.
Cultore delle lettere, il F. compose anche alcuni sonetti (tra cui uno Sopra la passione di Gesù Cristo, ibid. 1815). Socio dell'Accademia dei Filomati, della R. Accademia lucchese di scienze e lettere fin dalla sua fondazione (1818) e dell'Accademia dei Georgofili, fu membro di numerose società medico-scientifiche italiane e straniere. Primo chirurgo di corte e membro del Collegio medico-chirurgico di Lucca, fu anche insignito della croce di S. Giorgio.
Contratta una malattia tifoidea, il F. morì a Lucca il 21 nov. 1838.
Fonti e Bibl.: A. Pelliccia, In morte del prof. G. F., in Atti della R. Accademia dei Filomati, VII (1839), pp. 5-15; L. Pacini, Intorno alla vita scientifica del prof. G. F. Cenni, Pisa 1838; A. Menicucci, Quadro biografico dei più distinti medici e chirurghi lucchesi, Lucca 1843, pp. 26-29; L. Pacini, Intorno allo stato attuale della scuola medico-chirurgica lucchese e della chirurgia ital., Lucca 1843, pp. 6-8; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, V, Napoli 1848, p. 534; N.M. Fischetti, Primati lucchesi nella storia della medicina durante la prima metà dell'800, in La Provincia di Lucca, 1961, pp. 52-57; G. Sforza, Ricordi e biografie lucchesi, Bologna 1976, pp. 231, 506, 631; R. Manselli, La Repubblica di Lucca, in Storia d'Italia (UTET), VII, 2, Torino 1987, pp. 722-725; A. Hirsch, Biograph. Lexikon der hervorragenden Ärzte…, II, p. 592. Una recensione degli Annali di medicina pratica fu pubblicata da G. Tonelli nel Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti, XVI (1822), pp. 3-16.