FACCO, Giacomo
Nacque a Campo San Martino (Padova) nel 1676; dopo aver studiato il violino, forse con A. Corelli o con uno dei discepoli di questo (secondo un'ipotesi avanzata dal Subirá), fu per un lungo periodo maestro di cappella in varie città d'Italia. In particolare, ebbe questo incarico presso le corti viceregali di Napoli e di Sicilia.
Si ha notizia di un oratorio da lui diretto il 10 marzo 1705 a Palermo. Nel 1710 compose una Serenata, eseguita in onore di Filippo V in quello stesso anno a Messina, e più tardi la musica di un Dialogo, eseguita sempre a Messina. Negli ambienti di corte era conosciuto come virtuoso del viceré, probabilmente per la sua piena padronanza nella pratica esecutiva del clavicordo. Carlo Spinola marchese di los Balbases promosse la pubblicazione dell'Op. I, Pensieri adriarmonici, una serie di sei concerti che furono stampati ad Amsterdam (1716-1719). Nel 1720 il F. lasciò la Sicilia, dove due anni prima era terminato il dominio spagnolo. Da un documento epistolare del 22 genn. 1720 (cfr. Enc. d. spett.) sappiamo che era stato invitato alla corte di Lisbona. Egli comunque interruppe il viaggio a Madrid, dove ricevette accoglienze più che favorevoli.
Presso la corte spagnola il F. doveva occupare cariche di un certo rilievo, in virtù dell'alta considerazione di cui già godeva negli ambienti ufficiali, grazie sia alle sue doti artistiche sia alla sua condotta morale. Appena giunto a Madrid, infatti, ottenne la carica di maestro di musica del principe delle Asturie Luigi, erede al trono di Spagna.
Il 18 aprile dello stesso 1720 superò un esame per la carica di violinista nella cappella reale, per la quale ebbe a percepire un notevole stipendio. Le ragioni immediate della favorevole accoglienza a corte sono legate nondimeno a quelle capacità di organizzatore ufficiale delle sessioni musicali allora gradite dal principe ereditario, che egli aveva ben maturate durante il periodo palermitano. Tuttavia è probabile che fosse stimato soprattutto come compositore ed infatti nel 1721 ricevette l'incarico di comporre un'opera su libretto di José de Cañizares, poeta ufficiale alla corte spagnola. Il manoscritto di quest'opera, ritrovato dal Subirá presso l'Istituto nacional de previsión di Madrid, unitamente ad altre musiche provenienti dalla raccolta del duca di Bailén, oggi conservato presso l'Istituto Español de musicologia di Barcellona, reca sul frontespizio: "Melodrama, al Estilo Ytaliano, su tituolo Amor es todo ymbenzión, Jupiter y Amphitrión. Fiesta que se representó a sus magestades en el Coliseo del Buen Retiro, Letra de D. Joseph Cañizares, y Musica de Dn. Jaime Facco. Año de 1721".
Un esemplare del libretto viene conservato presso la Biblioteca nazionale di Madrid; il manoscritto dell'opera in due atti comprende, oltre al foglio di intestazione, 91 fogli musicali tutti numerati recentemente a matita ed è rilegato in pelle con ornamenti dorati (senza incisione né stemma che dia notizia circa l'originario possessore del volume).
Come si è detto, l'opera venne rappresentata nello stesso 1721 al teatro Reale del Buen Retiro a Madrid, alla presenza di Filippo V e della consorte Elisabetta Farnese. L'interpretazione dovette essere affidata a cantanti spagnoli delle compagnie attive allora a Madrid. Con quest'opera il F. offrì un esempio di stile barocco, soprattutto per l'abbondanza di arie virtuosistiche che risentono delle esperienze della scuola veneziana e poi di quella napoletana rappresentate da A. Scarlatti, F. Provenzale e tanti altri compositori che contribuirono alla formazione del F., probabilmente negli anni del suo apprendistato veneziano. Nel 1723 il F. compose un Festejo para los dias de la Reyna Nuestra Señora (que dedica a su Alteza don Carlo de Borbon Infante de Castilla) per solo voci coro e orchestra, su libretto dello stesso Cañizares (conservato in ms. presso la Biblioteca del Palacio nacional di Madrid, segn. Ba 141), rappresentata per le feste di compleanno della stessa Elisabetta. Quindi compose una Serenata a seis voces, con dedica a Filippo V, eseguita nel palazzo del marchese di los Balbases, allora ambasciatore straordinario di Spagna a Lisbona, in occasione delle celebrazioni per il compleanno del sovrano (ms. presso la Biblioteca del Palacio nacional di Madrid, segn. Ba 140). Seguì il Loa, cori recitativi arie duetti e cori, sempre di genere mitologico e nel 1728 la musica per il terzo atto del dramma armonico Amor aumenta el valor, di José de Nebra, rappresentato a Lisbona in onore del marchese di Los Balbases. Nel 1729 fu nominato maestro di musica del principe Carlo (futuro Carlo III) e seguì la famiglia reale nelle residenze di Siviglia e Granada fino al 1731.
La sua fama di compositore a Madrid doveva scemare rapidamente di contro al prestigio crescente di altri colleghi italiani che prestavano servizio a corte (così F. Falconi, F. Corselli, F. Corradini, G.B. Mele e, più tardi, N. Conforto). Continuò comunque la sua attività di strumentista presso la cappella reale, assieme col maggiore dei suoi tre figli, Pablo 1711-1769), il quale ne fece parte come violinista dal 1728 fino alla morte. Fu in questo periodo che il F. dovette con tutta probabilità comporre musica di genere religioso, andata poi distrutta con il fondo musicale della cappella nell'incendio del 1734. Fu inoltre membro dell'orchestra del teatro del Buen Retiro e del Reale Sitio de' Aranjuez. Secondo una ipotesi avanzata dal Subirá, è possibile che a Madrid il F. insegnasse il violino tra gli altri allo stesso José Herrando, l'autore del primo Método de violin scritto in lingua castigliana.
Il F. morì a Madrid il 16 febbraio 1753.
Compose inoltre: Morir es vivir, Vilancico, a una voce (Barcellona, Biblioteca de Catalunya; Napoli, Bibl. d. Conservatorio di musica S. Pietro a Majella), 0 Que brillar, Cantata, Natività della Beata Vergine Maria, a una voce (Barcellona, Biblioteca de Cataluna; Città del Messico, Instituto nacional de bellas artes, Colección Jesus Sánchez; Garza); un concerto in 6 concertos in 7 parts... composed by sigr. Geminiani 7 and other... Italian authors, London 1734; un pezzo per violino in M. Corrette, L'art de se perfectionner dans le violon, Paris 1782.
Bibl.: J. Subirá, J. F. y su obra musical en Madrid, in Anuario musical (Barcellona), III (1948), pp. 109-132; V. Zanolli, G. F. maestro de reyes: introducciòn a la vida y la obra del gran músico véneto de 1700, Ciudad de México 1965; R. Stevenson, Renaissance and Baroque musical sources in the Americas, Washington 1970, pp. 83, 143, 170; Enc. dello spettacolo, IV, col. 1774; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, p. 356; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 690.