FABRIANO (Fabriani), Giacomo
Tipografo e libraio padovano attivo tra il 1546 e il 1561, discendeva dalla famiglia dei Fabriano, trasferitasi nella prima metà del Quattrocento dalle Marche a Padova, ove per vari anni ebbe in gestione la cartiera di Battaglia. Non è chiaro tuttavia che rapporto di parentela intercorresse tra lo stampatore F. e l'omonimo Giacomo Fabriano, figlio di Nicola e fratello di Marco, Matteo e Luca, assieme ai quali negli anni 1475-82 aveva amministrato la cartiera di Battaglia, disponendo anche di una bottega da cartolaio a Padova al ponte dei Tadi.
Le prime notizie circa l'attività editoriale del F. risalgono al 1546. In quell'anno apparve a Venezia il testo di Aristotele Parva naturalia. De sensu et sensibili. De memoria et reminiscientia, tradotto in latino e commentato da Leonico Tomeo. Fu a Venezia quindi che maturò l'accordo tra il cartolaio padovano neostampatore ed il libraio d'origine milanese Bernardino Bindoni.
Sino allora, dalla fine del Quattrocento, nessuno aveva più intrapreso l'arte della stampa a Padova. Sono infatti da accogliere le osservazioni di Denis Rhodes al saggio di Bianca Saraceni Fantini che negano che le quattro edizioni segnalate da quest'ultima possano realmente essere state impresse a Padova. La vicinanza con Venezia, maggiore centro editoriale d'Italia, e probabilmente anche gli avvenimenti conseguenti alla guerra della Lega di Cambrai non avevano favorito la reintroduzione dell'arte tipografica. Ciò non aveva impedito tuttavia che molti librai e stampatori veneziani mantenessero relazioni particolari con Padova aprendo proprie librerie rifornite direttamente da Venezia con lo scopo di soddisfare le rilevanti esigenze dell'università.
Fu del resto l'intento di riferirsi agli ambienti universitari che diede la spinta al F. e al Bindoni a ridar vita nel 1547 all'arte della stampa padovana. Verosimilmente il primo libro prodotto dalla compagnia fu l'edizione di Avicenna (Avicennae Primi libri fen prima, nunc primum per magistrum Iacobum Mantinum medicum hebraeum ex hebraico in latinum translata).
Gli esiti della società non dovettero tuttavia essere favorevoli e nello stesso anno l'accordo fu sciolto. I libri editi di cui si abbia notizia sono tre: oltre all'Avicenna, uno scritto del giureconsulto padovano Francesco Pappafava ed una breve Orazione di Philibert de Pingon. Il Bindoni, dopo un tentativo di proseguire da solo, ritornò a Venezia. Il F. insistette invece nell'attività tipografica.
Tra il 1548 e 1550 la sua opera fu piuttosto intensa. Ci restano 5 edizioni del 1548, 18 del 1549 e 8 del 1550. In questo stesso anno fu anche nominato "stimadore de' libri" del Monte di pietà. Quindi il suo impegno tipografico iniziò a diminuire. Sino al 1552 rimase l'unico stampatore padovano. Tale monopolio nell'esercizio dell'arte tipografica fece sì che per qualsiasi necessità chi non voleva rivolgersi agli stampatori veneziani non poteva che affidarsi al Fabriano. Inutile pertanto cercare nella sua produzione una linea editoriale. Come quelle di tutti gli stampatori provinciali, le sue edizioni furono determinate esclusivamente dalle commissioni ricevute. Abbondano quindi brevi Orazioni, testi di professori universitari di scarso impegno tipografico, pubblicazioni celebrative, pronostici ornati da qualche fregio xilografico. Si trattava comunque di testi generalmente brevi, che raramente superavano le 50 pagine, predisposti generalmente in formati ridotti (quarto o ottavo), spesso stampati in caratteri corsivi con marchi e motti editoriali che mutavano molto frequentemente. In sole tre occasioni si ebbero libri di una certa dimensione. Nel 1548 fu pubblicata una Tradottione antica de la Rettorica d'Aristotele, nuovamente trovata; nel 1549 furono editi gli Statuti de Padova tradotti de latino in vulgare e le Aeschinis et Demosthenis orationes inter se contrariae.
Dal 1551 l'attività tipografica del F. iniziò a decrescere. Nel 1552 si ha notizia di due opere pubblicate assieme a Giambattista Amico. Da quell'anno tuttavia non deteneva più il monopolio padovano. Oltre all'Amico anche altri si stavano cimentando nella tipografia: Simone Galignani, Giovanni Domenico Barbetta e soprattutto dal 1554 Grazioso Percaccino.
In tutto si ha sinora notizia di 43 edizioni (38 elencate dalla Saraceni Fantini, due aggiunte dal Rhodes, altre due segnalate dal Faggian - di queste ultime solo una è sicuramente del F. e l'altra è un foglio volante - ed una inserita nel primo volume del catalogo delle cinquecentine italiane).
Nel 1555 il F. dovette abbandonare definitivamente l'attività di stampatore. A quell'anno infatti risale l'ultimo suo libro. Con ogni probabilità allora cessò solo la sua attività di stampatore, mentre proseguì la professione di cartolaio e libraio. Nella polizza d'estimo che presentò il 2 giugno 1561 si dichiarò di professione "cartolaro", mentre nell'attergato allo stesso documento fu annotato quale "libraro". In base alle facoltà che dichiarò in questa occasione non risultava avere grandi disponibilità economiche. Oltre ad una casa e ad una bottega in Padova denunciò 44 campi di terra sparsi nel territorio tra Abano, Mandria e Camposampiero.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Padova, Archivio civico antico. Estimo 1518, reg. 107; Cartiere e stamperie, b. 1, 1517; O. Ronchi, Lo "stimador da libri" presso il S. Monte di Pietà di Padova, in Atti e memorie dell'Acc. patavina di scienze, lettere e arti, LXVIII (1955-56), p. 96; B. Saraceni Fantini, Prime indagini sulla stampa padovana del Cinquecento, in Miscell. di scritti di erudiz. in memoria di L. Ferrari, Firenze 1952, pp. 422, 432-435; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina in Italia, Firenze 1953, p. 218; Short-title catalogue of books printed in Italy... now in the British Museum, London 1958, pp. 820 s.; A. Sartori, Doc. padovani sull'arte della stampa nel sec. XV, in Libri e stampatori in Padova. Miscell. di studi storici in on. di mons. G. Bellini, Padova, 1959, pp. 131 s., 181-189; D. E. Rhodes, Rettifiche e aggiunte alla storia della stampa a Padova, 1471-1600, in Studi di bibl. e di storia in on. di T. De Marinis, Verona 1964, IV, pp. 36, 42; A. Cioni, in Diz. biogr. degli Italiani, X, Roma 1968, pp. 499 ss., s.v. Bindoni, Bernardino; G. Faggian, Contributo per la storia della stampa a Padova nel Cinquecento, in Boll. del Museo civico di Padova, LII (1968), 2, p. 104; E. Vaccaro, Le marche dei tipografi ed editori italiani del sec. XVI nella Biblioteca Angelica di Roma, Firenze 1983, p. 144; G. Zappella, Le marche dei tipografi e degli editori italiani del Cinquecento, Milano 1986, fig. 1119; Ist. centr. per il Catalogo unico, Le ediz. del XVI secolo..., I-II, Roma 1985-89, ad Indices.