DELLA CORTE (Corti, de Curte), Giacomo
Nacque a Padova intorno al 1430, sembra da famiglia patrizia; ma di essa e dell'ambiente familiare del D. nulla ci è noto, facendo eccezione per il nome del padre, "signor Musso", che appare in due atti nell'anno 1501. Il D. compare per la prima volta nelle fonti a noi note intorno al 1449, quando apparteneva già all'Ordine degli eremitani di S. Agostino. Studiò teologia ed è menzionato come lector nel convento agostiniano di Pavia in un atto notarile relativo all'elezione del procuratore di S. Agostino il 4 sett. 1475. Nel medesimo anno presenziò al capitolo provinciale del suo Ordine a Cittadella e per i successivi due anni, 1475-1477, continuò la sua attività di lettore nello studium dell'Ordine a Pavia. Poco dopo fu trasferito al convento agostiniano di Rodi dove si trovava durante l'assedio turco del 1480 e la difesa, coronata dal successo, dei cavalieri.
Egli descrisse questo assedio e le azioni militari che lo accompagnarono in modo dettagliato nel De urbis Collosensis obsidione a. 1480 a Turcis tentata, che venne stampato a Venezia da Erhard Radtolt di Augusta dopo il 18 ag. 1480, molto probabilmente dopo la morte di Sisto IV (12 ag. 1484). Il lavoro fu dedicato "Ad magnificum spectabilem J. u. d. dominum Franciscum de Curte Adversus urbem collonsenses quid actum sit per ymanissimos turcos Anno Domini M.CCCCLXXX, die vero vigesimatertia maij...", cioè a Francesco Della Corte, un professore di diritto romano all'università di Pavia (1495) che era presumibilmente parente del D., finché non vi siano prove dirette per l'assunto del Mizzi (p. 68), che essi fossero fratelli.
Nel capitolo generale dell'Ordine agostiniano tenutosi a Perugia il 25 maggio 1482, il D. fu nominato priore e lector biblicus del convento di Rodi per i successivi quattro anni. Tuttavia, nel 1486 era già tornato a Pavia. Quell'anno divenne infatti "sacrae theologiae magister" e fu cooptato nel "Collegium theologorum" dell'università di Pavia. Funse anche da rettore della chiesa di S. Giulietta, "villaggio dell'Oltrepò pavese" (Maiocchi-Casacca).
Dal 1493 il D. fu, insieme col magister Antonio de Laude e col magister Giovanni Visconti, assegnato al convento di S. Mustiole in Pavia, ove rimase fino al 1501. Il 9 genn. 1493 partecipò ad un capitolo conventuale a S. Mustiole, presieduto dal priore Antonio de Laude. L'11 febbr. 1501 fu uno dei "magistri" che presiedettero alla solenne cerimonia del conferimento dell'incarico nell'università di Pavia ad un professore francese, Iohannes Iambrie di Tours. Aveva allora già dato le dimissioni dalla parrocchia di S. Giulietta e il 15 febbr. 1501 ricevette dal suo successore la somma di 36 lire "pro pensione anni cursi 1499 dicte rectorie et ecclesie". Il 27 febbr. 1501 un analogo pagamento gli fu fatto per il 1500 e in ambedue questi documenti egli è identificato come "figlio del fu signor Musso" (Maiocchi-Casacca).
È molto probabile che sia morto poco dopo le sue dimissioni da S. Giulietta, poiché dopo il 1501 non si hanno altre testimonianze della sua esistenza.
Nonostante la sua lunga carriera di insegnante di teologia a Pavia e in Rodi, il solo scritto che ci sia rimasto di lui è la descrizione dell'assedio di Rodi, già citato. L'opera è caratterizzata dalla minuta descrizione degli eventi (cfr. però Setton, II, pp. 357n., per alcuni dubbi riguardo all'accuratezza della datazione fornita dal D. per alcune fasi della campagna), dal fervore religioso dell'autore e dal suo entusiasmo per la causa dei cavalieri. Inoltre il D. sembra aver anche avuto un certo senso dell'apprezzamento umanistico per la retorica; il suo stile è originale, benché lamenti di non possedere l'eloquenza di Cicerone.
Fonti e Bibl.: Codex diplom. Ordinis eremitarum S. Augustini Papiae, a cura di R. Maiocchi-N. Casacca, Papiae 1906-1907, II, pp. 195, 318 s.; III, pp. 1 s.; Acta capituli generalis Ordinis eremitarum S. Augustini Perusii anno 1482 celebrati, a cura di E Esteban, in Analecta Augustiniana, VII(1918), p. 290; D. A. Perini, Bibliographia Augustiniana cum notis biographicis, I, Firenze 1929, pp. 283 s.; Le guerre di Rodi. Relazioni di diversi autori sui due grandi assedi di Rodi (1480-1522), a cura di F. Mizzi, Torino 1934, pp. 68-87; K. M. Setton, The Papacy and the Levant (1204-1571), II, Philadelphia 1978, pp. 357 n., 359 n.; Indice generale degliincunaboli della Biblioteche d'Italia, II, n. 3280; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, VII, n. 7860.