GIACOMO da Molfetta
Nacque a Molfetta, in Terra di Bari, il 25 ott. 1489; il suo cognome è riportato in varie grafie: Pancotto, Paniscotti, Biancolini Paniscotti, Panis Coctus in opere latine. Fin da giovane si dedicò allo studio della logica e della filosofia. Nel 1509 prese i voti nell'Ordine dei francescani minori osservanti e, nel 1522, fu elevato alla carica di provinciale. Nel corso del secondo anno del suo mandato fu deposto e sostituito con Desiato da Altamura durante la congregazione celebrata nel convento di Gravina e presieduta dal Ilarione Sacchetti da Firenze, generale dell'ordine.
Libero da incarichi, G. si dedicò alla predicazione, recandosi in diverse città italiane (Bari, Forlì, Venezia, Milano, Genova, Bologna), dove combatté l'eresia luterana con la forza della sua oratoria. Nel 1536 passò all'Ordine dei cappuccini e fu nominato predicatore a Napoli per il tempo della quaresima. Nel 1537 si recò a Ferrara, dove, accusato di essere un pericoloso settario, fu chiamato a discolparsi di fronte al vicario capitolare. Riconosciuto vero seguace della dottrina francescana, gli fu concesso di predicare nella chiesa cattedrale durante il periodo dell'avvento. Quindi, rientrato a Molfetta, nel 1540, fondò il convento dei padri cappuccini.
Il 27 ag. 1540 il papa Paolo III nominò G. predicatore di Ragusa (l'odierna Dubrovnik) per il periodo dell'avvento e della quaresima. Il Senato ragusano fu colpito dalla forza della sua eloquenza e, trovandosi vacante la sede arcivescovile, avrebbe chiesto a Paolo III di destinarlo a capo di quella Chiesa. Tuttavia, nonostante le ripetute insistenze del pontefice e dei cittadini, G. rifiutò.
Rientrato nel Regno di Napoli, si recò dapprima a Lecce, dove denunciò con forza la pratica dell'usura, e successivamente a Matera, Gallipoli e in altre città della provincia di Terra d'Otranto.
Venuto a conoscenza che Giovanni Bernardino Bonifacio, marchese di Oria, aveva abbracciato dottrine eretiche, si sarebbe recato a Francavilla per incontrarlo, nel tentativo, fallito, di redimerlo. Sfuggito a un attentato che sarebbe stato ordito contro di lui dal Bonifacio, si trasferì a Napoli.
Rientrato in Terra d'Otranto, denunciò pubblicamente, nel 1559, il malgoverno del preside della provincia. G., accusato dal governatore di aver redatto un libello anonimo contro di lui, fu relegato nel convento dei frati cappuccini di Mesagne, presso Brindisi.
Tra il 1535 e il 1543 G. scrisse diverse opere ascetiche e teologiche, più volte date alle stampe, nelle quali denunciava e condannava l'eresia protestante ma, soprattutto, i vizi morali come l'usura.
G. morì a Mesagne il 7 sett. 1561.
Opere: I divini precetti dell'angelo a Moise divinamente dati, e per il Verbo Incarnato apertamente dichiarati, e dalla Chiesa cattolica confermati (varie edizioni veneziane: Nicolini, 1543, 1548; Tridino, 1556; Sessa, 1570; Zanetti, 1575; nonché un'edizione napoletana del 1595); Opus in expositione psalmi 14: "Domine quis habitabit", toti Christianae reipublicae maxime utile…, Venetiis, A. Pinzi, 1535; Opuscolum in symbolum fidei cum commentariis, ibid., Tridino, 1535, 1575, 1578; De praeceptis Ecclesiae, ibid., id., 1535, 1575, 1578; Tractatus de mortificatione carnis, ibid., id., 1535, 1575, 1578; De Immaculata Virginis Mariae Conceptione, ibid., id., 1535, 1575, 1578; Conciones diversae, ibid., id., 1535, 1575, 1578; Opus de sancte fidei articulis, dialogo editum, toti Christianae religioni perutile, et necessarium, ibid., A. Pinzi, 1535.
Fonti e Bibl.: Monumenta historica Ordinis minorum capuccinorum, III, Città di Castello 1940, pp. 128-130; Lexicon capuccinum promptuarium historico-bibliographicum Ordinis fratrum minorum capuccinorum (1525-1950), Romae 1951, coll. 786 s.; P. Filioli, Notizie sulla vita e sulle opere del p. G. da M., Napoli 1836; A. Tessier, Il p. Jacopo Paniscotti, in Miscellanea francescana, IV (1889), pp. 114 s.; F. Callaey, L'infiltration des idées franciscaines spirituelles chez les frères mineurs capucins au XVIe siècle, in Misc. Ehrle, I, Roma 1924, p. 389; P. Ciocia, Il ven. G. Paniscotti, in L'Italia francescana, II (1927), pp. 262-285; P. Coco, I francescani nel Salento, Taranto 1928, pp. 22 s., 535, 540, 571; F. Samarelli, P. G. Paniscotti ed i conventuali cappuccini di Molfetta, Bari 1942; G. Cantini, I francescani d'Italia di fronte alle dottrine luterane e calviniste durante il '500, Roma 1948, pp. 124-129; Dictionnaire de spiritualité…, VIII, coll. 49 s.