CARACCIOLO, Giacomo
Figlio di Petraccone conte di Brienza e Caterina di Sansone Gesualdo, nacque nella prima metà del XV secolo. Il 4 febbr. 1459 il C., che nel luglio dell'anno precedente aveva avuto la conferma del contado di Brienza (Potenza) e della dogana della città di Molfetta ereditati dal padre, presenziò all'incoronazione di Ferdinando I in Barletta, recando la lancia, uno dei simboli del potere regio. Nello stesso mese il re lo investiva del feudo di Baragiano (Potenza).
Fino alla guerra di Otranto si hanno di lui sporadiche e frammentarie notizie. Conosciamo il conferimento in data imprecisata delle insegne dell'Ordine dell'Ermellino; l'acquisto, il 21 settembre 1462, della terra di Bella (Potenza), già appartenuta al conte del Pulcino; il permesso da parte del re alla cessione della dogana di Molfetta; e infine, nel 1479, il conseguimento della carica di gran cancelliere del Regno.
Quando Otranto cadde nelle mani dei Turchi (8 ag. 1480), il C. fu uno dei baroni napoletani che seguirono Alfonso, duca di Calabria, nella campagna che questi capeggiò per la riconquista della città. Il 4 ott. 1480 egli partecipò ad un fatto d'arme di cui è rimasta notizia. Quel giorno circa quattrocento soldati ottomani uscirono dalla città in cerca di vettovaglie; al ritorno della scorreria furono presi alle spalle da un contingente di truppe napoletane, fra i comandanti del quale era il Caracciolo. I Turchi subirono la perdita di quasi la metà degli uomini, dei quali circa centoventi rimasero uccisi in battaglia e circa cinquanta trovarono la morte mentre cercavano di fuggire per mare.
Due anni più tardi il C. otteneva dal sovrano la conferma di una provvigione annua di 1.500 ducati.
Rimasto evidentemente fedele a Ferdinando durante la congiura dei baroni, che scoppiò pochi anni dopo, il C. partecipò quale giudice "pro tribunali" al primo processo contro i baroni ribelli nel 1486, in seguito al quale furono condannati a morte Francesco Coppola, Antonello Petrucci ed i figli di quest'ultimo.
Nel dicembre del 1488 egli fu uno dei testimoni alla stesura dei capitoli matrimoniali fra Isabella d'Aragona e Gian Galeazzo Sforza.
Morto Ferdinando I e salito al trono il figlio Alfonso, il C. partecipò all'incoronazione del sovrano, recando lo stendardo reale. Il 19 dicembre del 1494, mentre Carlo VIII stava per entrare in Roma, il C. si preoccupò di ottenere da Alfonso II, che avrebbe abdicato di lì a poco più di un mese, la conferma della contea di Brienza, della dogana di Molfetta e del gran cancellierato con il diritto di trasmissione ereditaria. Caduto rapidamente il Regno nelle mani di Carlo VIII, il C. divenne sotto i nuovi dominatori sindaco di Napoli e il 12 maggio 1495 partecipò in questa veste alla cavalcata compiuta nella città partenopea, poco prima della sua partenza, dal sovrano francese. Ma il 7 luglio dello stesso anno, quando Ferrandino sbarcato a Napoli stava per riottenere il possesso del Regno, il C. gli inviò in dono un cavallo che era appartenuto a Ferdinando I, sul quale il giovane e sfortunato sovrano entrò nella capitale. Salito al trono Federico, dopo la morte del nipote (7 ott. 1496), il C. gli prestò giuramento di fedeltà per il "seggio" di Capuana il 23 ottobre e nel dicembre ne ottenne la conferma del gran cancellierato.
Nell'ottobre dell'anno successivo partecipò all'assedio che il re aveva posto al castello di Diano, dove si era asserragliato il principe di Salerno.
Il 21 agosto del 1498 il C. acquistò Caggiano (Salerno), con le sue pertinenze, appartenuto a Luigi Gesualdo, che era stato accusato di aver parteggiato per Carlo VIII. Restaurò il castello del suo feudo e nel dicembre dello stesso anno ottenne su di esso il titolo di duca. Morì nel gennaio del 1499.
Aveva sposato Lucrezia di Iacopo del Balzo, da cui aveva avuto dieci figli, fra i quali Petraccone, che succedette al padre come duca di Caggiano e come gran cancelliere.
Fonti e Bibl.: C. Porzio, La congiura de' baroni…, a cura di S. D'Aloe, Napoli 1559, p. CXXXVI; C. Foucard, Fonti di storia napol. nell'Archivio di Stato di Modena. Otranto nel 1480 e nel 1481, in Arch. stor. per le prov. napol., VI (1881), p. 101; N. Barone, Notizie stor. raccolte dai Registri Curiae..., ibid., XIV (1889), p. 178; XV (1890), p. 458; Regis Ferdinandi primi instructionum liber, a cura di L. Volpicella, Napoli 1916, pp. 148 s., 249, 299 s.; M. Schipa, Contese sociali nel Napoletano, in Arch. stor. per le prov. napol., XXXIII (1908), pp. 93, 104; G. D'Agostino, Il Mezzogiorno aragonese, in Storia di Napoli, IV, 1, Napoli 1974, pp. 268, 281; F. Fabris, La genealogia della famiglia Caracciolo, a cura di A. Caracciolo, Napoli 1966, tav. XXIII.