GIACOMO Capocci da Viterbo, beato
Agostiniano, scolaro di Egidio Romano e suo successore, nella cattedra dell'università di Parigi, dal 1291 o 1292. Nel 1302 arcivescovo di Benevento e poco dopo di Napoli, morì nel 1308.
I suoi scritti filosofico-teologici (per cui ottenne il nome di doctor speculativus) sono inediti (un elenco dei temi dei suoi Quodlibeta è stato pubblicato da P. Glorieux, La littérature quodlibétique, Lilla 1925, pagine 215-17, e parte del loro contenuto da B. Hauréau, Hist. d. la phil. scolast., II, 11, Parigi 1880, pagine 159-64). Edito invece (da G. L. Perugi, Roma 1914, e da H. X. Arquillière, Parigi 1926) è il suo scritto più importante, il De regimine christiano: vasto trattato politico, composto nel 1302, che, sulle tracce del De regimine principum e soprattutto del De ecclesiastica sive de summi pontificis potestate di Egidio Romano (al quale ultimo esso segue immediatamente per impornanza, nella letteratura pubblicistica di parte pontificia di questa età), svolge il tema dell'universalismo politico papale affermato nello stesso anno, e sulle orme dottrinali di Egidio, dalla bolla Unam Sanctam di Bonifacio VIII.
Bibl.: A. Gandolfo, Diss. de script. augustin., Roma 1704, pp. 184-89; B. Cantera, Documenti riguardanti il beato G. da V., Napoli 1888; R. Scholz, Die Publizistik zur Zeit Philipps d. Schönen u. Bonifaz VIII., Stoccarda 1903, pp. 129-52; V. T. Cogliani, in Rivista d'Italia, 1909, pp. 430-59; U. Mariani, in Giornale Dantesco, XXVII (1924), n. 2; id., in Arch. d. Soc. rom. di storia patria, LXVIII (1925), pp. 137-69. Ulteriore bibliografia in Ueberweg-Geyer, Grundr. d. Gesch. d. Philos., II, 2ª ed., Berlino 1928, pp. 774-75.