BRIANO (Brianus, Briani, Bryan), Giacomo
Nacque a Modena intorno al 1589(l'Annuario della Compagnia di Gesù del 1619 gli attribuisce trenta anni circa; nel necrologio del 1649viene detto di anni 63). Entrò nella Compagnia di Gesù come fratello coadiutore il 7 marzo 1607 e fu destinato a svolgere la sua attività nel campo dell'architettura. Evidentemente la sua istruzione tecnico-professionale aveva dovuto già compiersi prima ch'egli rivestisse l'abito religioso (da notare che anche un suo fratello fu architetto), dato che, nonostante la sua giovane età, divenne subito architetto dell'Ordine esplicandovi sempre mansioni direttive. Nel 1611 chiese ai suoi superiori di poter "commentare gli autori più celebri di Architettura", ma quelli stimarono più utile che si dedicasse alla progettazione di collegi ed edifici per la Compagnia (lettera del generale Acquaviva del 29 genn. 1611). Morto nel 1613 fratel Luca Bienni, il B. diresse, secondo i progetti del defunto, i lavori di costruzione del collegio di Castiglione. Progettò poi il collegio di Mirandola. Nel 1616, probabilmente in febbraio, fu inviato in Polonia, ove rimase cinque anni, dirigendo lavori in varie località. A Luck (Luceoria) in Volinia, probabilmente secondo un proprio progetto, iniziò la costruzione di una chiesa (la prima pietra fu posta il 6 luglio 1616), dirigendone per un certo tempo i lavori, che tuttavia non vennero da lui condotti a termine. A Leopoli apportò correzioni al progetto della chiesa dei gesuiti di cui erano già state gettate da qualche anno le fondamenta, e nel 1620 riprese i lavori di costruzione, portati a termine 20 anni dopo. Nel 1619 progettò la chiesa dei gesuiti a Sandomierz: probabilmente non si trattò di un nuovo edificio, ma di due cappelle gentilizie delle famiglie Gostomski e Bobola, annesse alla chiesa gotica di S. Pietro. Nel 1620 redasse il progetto del collegio di Lublino, di cui l'ala meridionale (che oggi non esiste, più) fu costruita negli anni 1632-48. Eseguì anche la misurazione precisa degli edifici gesuitici esistenti a Lublino, specialmente della chiesa da poco edificata (attuale cattedrale) e di un vasto tratto delle mura di cinta della città: i suoi disegni, conservati nella Biblioteca universitaria di Leopoli, costituiscono oggi una preziosa documentazione.
Nel novembre del 1621 il B. tornò in Italia, dove per un breve periodo diresse i lavori di costruzione del collegio di Mirandola e nell'agosto seguente, a Castiglione, elaborò il progetto del collegio dei gesuiti di Przemyśl in Polonia. Negli anni seguenti fu a Mantova, Ferrara e Busseto; in tale periodo eseguì forse una pianta di Busseto e il progetto del collegio di Cracovia. Agli inizi del 1627 lo troviamo a Trieste per dare avvio alla costruzione della chiesa di S. Maria Maggiore, i cui lavori tuttavia, dopo due anni, vennero sospesi. Nel luglio 1630 ripartì per la Polonia, chiamatovi dalla principessa Anna Luigia Chodkiewicz, fondatrice del collegio di Ostróg, per modificare le difettose fondazioni della chiesa. Eseguì misurazioni e rilievi ed elaborò vari progetti, che, non trovandosi il B. d'accordo con la principessa e con i suoi superiori, non vennero approvati. Nel 1631, a Leopoli, lavorò a un progetto, forse quello dell'ingrandimento del collegio. Dopo la Pasqua del 1632 il B. tornò in Italia, prima a Modena, poi a Forlì, dove attese a stendere nuovi progetti per il collegio dei gesuiti di Fiume. Nel 1633 eseguì il progetto della villa S. Martino presso Forlì e un nuovo progetto del collegio di Leopoli; altri piani per la Polonia elaborò nel 1634, anno in cui diresse anche i lavori di costruzione del collegio di Modena. Dal 1635 fu a Trieste per due anni per dirigere la costruzione della chiesa di S. Maria Maggiore, quindi a Ferrara dove apportò ancora modifiche ai piani della chiesa di Trieste. Trascorse gli ultimi anni della sua vita tra Ferrara, Imola (1645) e Faenza. Morì a Busseto nell'ottobre del 1649.
Pur essendo dotato di notevoli qualità e di non comune capacità professionale, A B. riuscì a costruire relativamente poco: ciò dipese per buona parte dal suo carattere che non gli permise di andare d'accordo né con i superiori né con le maestranze; da ciò il frequente mutamento di località di lavoro e, da ultimo, il completo allontanamento da ogni attività professionale. La sua genialità si manifestò però efficacemente nei numerosi progetti architettonici che appaiono accuratamente elaborati. Nella Biblioteca Nazionale di Parigi sono conservati i suoi progetti della villa S. Martino presso Forlì, dei collegi di Mirandola, Ostróg e Przemyśl; alla Biblioteca universitaria di Leopoli è conservato il progetto del collegio di Lublino; nell'Archivio romano della Compagnia di Gesù si trova un'abbondante corrispondenza del generale dell'Ordine, padre Vitelleschi, con il B., ma tutte le lettere del B. stesso sono andate perdute. Di lui si conservano soltanto le ampie note riguardanti i piari.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio della Compagnia di Gesù, Ven. 6, ff. 133, 196v, 267v, 268, 312, 341, 377, 444; Ven. 7, ff. 30v, 205, 587, 593v; Ven. 9, ff. 388, 392v, 434v, 491, 493, 504, 505v, 519, 529, 537v, 538, 550, 556, 567v, 571, 573, 577v, 578v, 580v, 604, 608, 614v, 622, 628v; Ven.10, ff. 4v, 5v, 11, 12, 20, 25, 26, 34v, 35v, 40, 44v, 49v, 63, 77, 144, 159, 161v, 175v, 183, 187, 188, 195, 207v, 208, 222v, 223, 227, 402, 409, 426, 432v, 439v, 449v, 453, 461v, 468, 474v, 484v, 485, 489v, 492, 493, 500, 507, 507v, 517v, 548v, 549v; Ven. 11, ff. 6, 15v, 19v, 20, 23, 36v, 453 54, 60v, 73, 75, 78, 139v, 143V, 144v, 146, 147, 162v, 167v, 190, 191, 197, 243v, 245, 260, 268(corrispondenza); Ven. 39, f. 24v; Ven.71, ff. 91v, 95, 110v, 123v, 255v(cataloghi); Ven. 12, f. 233 (necrologio); EE.NN. 2, ff. 156, 166v, 170v, 175v, 177v, 197v, 206v, 305v, 306v, 309, 309v, 311, 312v, 315, 322, 324v, 328, 331, 334, 336v, 337, 341v, 342, 344; EE. NN.3, ff. 1, 4, 7, 9, 11, 15, 17v, 19, 23, 23v, 24, 25v, 26v, 27, 29v, 31, 36, 40, 42, 48v, 49, 52v, 54; EE.NN. 4, ff. 80, 84v, 91, 98, 100v; Rom. 21, f. 98; Rom. 22, ff. 267, 281, 292, 307v; Congr. 66, f. 287 (corrispondenza); pol. 8, f. 186; pol. 43, ff. 107v, 120v, 124, 135v, 150, 161, 166, 235v(cataloghi); Pol. 66, ff. 207-207v(Hist. Ostrogiensis); pol. 77, pp. 307-308(la lettera della principessa Chodkewicz); Cracovia, Arch. della Prov. di Polonia Minore della Comp. di Gesù, ms. 527: Ristoria Collegii Ostrogiensis 1625-1731, p. 18;S. Załęski, Jezuiciw Polsce (I gesuiti in Polonia), IV, Kraków 1905, p. 1257;T. Mańkowski, Lwowskie koṡcioły barokowe (Le chiese barocche a Leopoli), Lwów 1932, p. 17;P. Pirri, Giovanni Tristano e i primordi della architettura gesuitica, Roma 1955, p. 43;J. Vallery-Radot, Le recueil de plans d'édifices de la Compagnie de Jésus conservé à la Bibliothèque Nationale de Paris, Rome 1960, pp. 83-87, 280, 339 s., 343-347;J. Paszenda, Chronologia budowy zespołu gmachów jezuickich w Lublinie (Cronologia della costruzione del complesso degli edifici gesuitici a Lublino), in Biuletyn RistoriiSztuki (Boll. di storia dell'arte), XXX (1968), 2, pp. 169 s.; S. Bednarski, in Polski SłoamikBiograficzny (Dizionarlo Biografico Polacco), II, p. 435.