BONCOMPAGNI, Giacomo
Figlio di Ugo, duca di Sora, e di Maria Ruffo, dei duchi di Bagnara, nacque il 15 maggio 1652. Destinato alla prelatura, già l'8 genn. 1656 un breve di Alessandro VII gli concedeva l'autorizzazione ad essere ammesso nell'Ordine gerosolimitano, "nonostante l'età minorile di anni tre" (Arch. Segr. Vat., Boncompagni, prot. 9, n. 96); ricevette la prima tonsura il 12 ag. 1668; quindi fu inviato a Roma a seguirvi, come richiedevano le prospettive di un impiego di Curia, i corsi giuridici e si addottorò il 30 marzo 1676. Dopo un lungo periodo d'apprendistato negli uffici minori di Curia, confortato da alcuni benefici ecclesiastici nei feudi familiari, il B. fu nominato governatore di Orvieto da Innocenzo XI. Eletto arcivescovo di Bologna da Alessandro VIII, il 14 apr. 1690, Innocenzo XII lo creò cardinale col titolo presbiteriale di S. Maria in Via il 2 genn. 1695. Da questo medesimo pontefice il B. aveva ottenuto il 3 nov. 1694 una pensione di 1.400 scudi sul priorato di S. Giovanni delle Vigne a Lodi; ma ebbe ancora, l'11 genn. 1695, un beneficio semplice nella chiesa cosentina di S. Michele Arcangelo, l'abbazia di S. Elia di Carbone e altri benefici minori; il 13 genn. 1696 fu infine nominato abate di S. Verecondo de Spicis a Gubbio. Venne inoltre successivamente chiamato a far parte delle Congregazioni dei Riti, del Concilio, dei Vescovi e regolari.
Anche dopo l'elevazione alla porpora il B. continuò a risiedere prevalentemente a Bologna, prendendosi gran cura dei doveri del suo episcopato: a lui si dovette un notevole incremento del seminario arcivescovile, una completa visita pastorale della diocesi e un sinodo che si tenne nel giugno del 1698 e di cui l'anno seguente pubblicò gli atti (Sinodus diocesana, Bononiae 1699). Innocenzo XII, con breve del 7 genn. 1699, lo nominò legato a latere presso Amalia di Brunswick, quando la principessa, diretta a Vienna per il matrimonio con il re d'ungheria Giuseppe d'Asburgo, si fermò per qualche giorno a Modena. Il B. le presentò l'omaggio tradizionale della "rosa d'oro", provvedendo all'organizzazione dei fastosi festeggiamenti che la circostanza imponeva. A lui fu anche affidata poi la rappresentanza pontificia al passaggio per lo Stato della Chiesa della regina di Polonia Maria Casimira. Da Bologna, dove aveva fatto anche costruire la nuova chiesa della Madonna di S. Luca, il B. fu trasferito alla diocesi di Albano il 12 giugno 1724.
Nel conclave del 1700 il B. si schierò - come gli altri cardinali creati da Innocenzo XII - nel gruppo detto degli "zelanti", che si proponevano cioè di sottrarre l'elezione del pontefice all'influenza delle potenze. Più rilevante la sua partecipazione al conclave del 1721, successivo alla morte di Clemente XI: sembrò persino che la sua candidatura all'elezione avesse qualche possibilità di successo e dapprima il governo di Vienna, nelle istruzioni inviate il 31 marzo al cardinale Althan, che in conclave rappresentava gli interessi asburgici, lo comprese in una lista di cardinali la cui elezione sarebbe stata gradita; prevalse però, poi, la considerazione degli stretti interessi che legavano la famiglia Boncompagni alla corte spagnola, di cui era feudataria per il principato di Piombino, e la candidatura del B. non ebbe seguito. Tre anni dopo, nel conclave per l'elezione di Benedetto XIII, il rappresentante imperiale, questa volta il cardinale Cienfuegos, aveva ancora istruzioni, in data 25 marzo 1724, di non opporsi a una eventuale candidatura del B., ma nemmeno in questo caso si raccolsero intorno a lui i suffragi necessari. L'ultimo conclave al quale il B. partecipò fu quello da cui risultò eletto Clemente XII, nel 1730.Morì il 24 giugno 1731. A sua cura era stato eretto nella basilica di S. Pietro il mausoleo al fondatore della casata, il pontefice Gregorio XIII.
Bibl.: L. von Pastor, Storia dei papi, XIV, 2, Roma 1932, p. 472; XV, ibid. 1933, ad Indicem; P. Litta, Le fam. celebri ital., s. v. Boncompagni di Bologna, tav. II.