BENFATTI, Giacomo
Nacque a Mantova da nobile famiglia verso la metà del sec. XIII. Entrato nell'Ordine domenicano, divenne maestro in teologia e strinse rapporti di amicizia con Niccolò Boccasini, prima generale dei domenicani, quindi papa col nome di Benedetto XI. Morto Filippo Bonaccolsi, già vescovo di Trento, gli successe nel vescovato il B., nominato appunto, da Benedetto XI (lettera del 10 gennaio 1304).
Per lungo tempo si ritenne che il suo vescovato avesse inizio solo dall'anno 1320 e che la sede episcopale di Mantova fosse retta per il periodo 1304-1307 da un "frater Iacobus" domenicano, al quale sarebbe successo un Sagramoso Gonzaga negli anni 1307-1320. Ma sin dal Seicento il Piò identificò il "frater Iacobus", che resse la sede episcopale negli anni 1304-1307, con il B. stesso, che sarebbe rimasto sulla cattedra episcopale ininterrottamente dal 1304 al 1332, salendo al vescovato Sagramoso Gonzaga solo nel 1385. Tale successione cronologica - ripresa poi dal Cappelletti e oggi concordemente accettata - è comprovata da una serie di documenti per gli anni 1307-1320, nei quali appare il nome di Giacomo come vescovo di Mantova.
Eletto dunque vescovo, il 16 febbr. 1304 il B. ricevette dal pontefice l'autorità di revocare l'interdetto che aveva colpito la città e la diocesi di Mantova sotto il suo predecessore, in seguito all'occupazione di beni spettanti al vescoVato, operata da Pinamonte Bonaccolsi e da Alberto della Scala, allora podestà, i quali avevano inoltre promulgato statuti, ritenuti lesivi della libertà ecclesiastica. Il 31 marzo 1304 era ancora a Roma, come è provato da un documento pubblicato dal Meersseman, nel quale il B., insieme con Altigrado, vescovo di Vicenza, notaio papale, comunica al priore del convento di S. Domenico di Brescia una concessione di indulgenze, da parte del pontefice alla Congregazíone di S. Domenico. Nel 1311 presenziò, a Milano, all'incoronazione di Enrico VII; l'anno dopo, il 2 maggio 1312, ottenne dal XV concilio ecumenico, tenuto a Vienne nel Delfinato, una concessione di indulgenze di quaranta giomi per coloro che in particolari festività avessero visitato la cattedrale di Mantova.
Poco sappiamo sul B. per il periodo del suo vescovato che va dal 1313 al 1328: nel 1319 promulgò gli statuti della Compagnia dei fratelli disciplinati di S. Maria della Misericordia; il 20 maggio 1326 fece una donazione "inter vivos" al convento domenicano di Mantova di libri, piviali, dalmatiche, paramenti; il 6 agosto ricevette la dispensa di Giovanni XXII di presentare la lettera di consacrazione, che non aveva ricevuto da papa Benedetto XI, al tempo della sua elezione; il 21 marzo 1328 fu chiamato a Roma dal cardinale Bertrando del Poggetto e incaricò dell'espletamento dei suoi compiti il vicario Bonifacìo de' Ferratori.
Non molto conosciamo, inoltre, delle relazioni, che non dovettero essere tuttavia molto buone, tra il B. e Passerino Bonaccolsi, signore della città, il quale nel 1322, insieme coi Visconti e con gli Scaligeri, fu colpito dalla scomunica del legato pontificio. Caduti i Bonaccolsi nel 1327, il B. ebbe rapporti molto stretti con Luigi Gonzaga, al quale furono ceduti molti beni del vescovato, anche al di fuori dei territorio mantovano: infatti nel, 1331 il B. investi Luigi Gonzaga dei "districtus Sermedi", del castello di Suzzara, di Gauolo, Cometo e di tutta l'acqua dell'Oglio; il 17 maggio 1332 del possesso dell'isola di Revere e della Corte del Poggio.
Il B. morì il 19 nov. 1332, come ricorda una lapide che si trova nella chiesa di S. Domenico, ove fu sepolto.
Il culto di B. cominciò immediatamente dopo la sua morte, e rinacque più fervido nel 1483, quando, presente il maestro dell'Ordine Salvo Casseta si spostò, per restauri da farsi in una cappella della chiesa, il corpo dei B., che venne trovato intatto e tale era ancora nel 1604. Nel 1513 i suoi resti furono trasportati nella cattedrale di Mantova, ove ancora oggi si trovano. Il 22 sett. 1859 Pio IX confermava il culto del B. come beato. Nella sala episcopale di Mantova è dipinto un suo ritratto, eseguito dietro commissione di Francesco Gonzaga, vescovo della città negli anni 1593-1620.
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