BATTISTINI, Giacomo
Nato verso il 1665, probabilmente nell'Italia settentrionale, lo si trova maestro di cappella e compositore attivo a Novara alla fine del sec. XVII. Non si hanno notizie della sua vita e dei suoi studi prima del 14 apr. 1694, quando venne nominatomaestro di cappella al duomo di Novara. Dotato di particolare gusto nella scelta e nell'interpretazione della musica polifonica, il B. contribuì anche con le sue composizioni al decoro artistico di questa cappella musicale, il cui repertorio sotto la sua direzione fu reso ricco, vario e ben eseguito. Tuttavia, pur essendosi dedicato alla musica sacra, egli non tralasciò di scrivere anche per il teatro e compose il terzo atto del dramma Antemio in Roma di Anna Rosa Bella Villa (gli autori degli altri due atti furono A. Besozzi e D. Erba) e l'opera Antioco, in tre atti, lavori eseguiti al Teatro Novo di Novara nel 1695 e la cui musica è andata perduta. Il 1º apr. 1706 per motivi economici il Capitolo del duomo deliberò di licenziare il B. (insieme con il secondo organista), e sembra che in questa occasione egli ritirasse dall'archivio della chiesa tutte le musiche da lui composte durante e per il suo servizio. Qualche mese dopo il suo licenziamento fu assunto (27 giugno 1706) come maestro di cappella alla basilica di S. Gaudenzio, dove ebbe modo di far emergere la sua personalità di compositore e il suo talento organizzativo. Il peculiare risalto della cappella, raggiunto per il magistero del B. con esecuzioni vocali e strumentali (è ritenuto uno dei primi che introdusse il violoncello nell'accompagnamento strumentale) nelle consuete solennità religiose e civili, si accentuò nel 1711 in occasione delle feste indette a Novara per la traslazione delle reliquie di s. Gaudenzio dalla cappella di S. Giorgio al luogo definitivo. Molti rinomati musicisti, fra cui A. Lotti e A. Caldara, e virtuosi parteciparono a queste manifestazioni artistiche con musiche originali appositamente composte. Il B. si prodigò in ogni maniera come esecutore e direttore dei musicisti convenuti; si distinse inoltre per alcune composizioni pregevoli: due Vespri, eseguiti il 13 e 14 giugno, una Messa a 8 voci diverse in due cori, due organi e duplice orchestra, e l'oratorio Mosè ricercato figura di s. Gaudenzio su testo di G. A. Prina (Novara s. d., nella Stampa degli eredi Caccia).
Queste musiche del B. sono perdute, ma a ricordo loro e dell'autore sono rimasti un sonetto di G. Cavallazzi, La Corona in capo all'Opera, dedicato al B., e una descrizione di queste feste del Prina, Il trionfo di S. Gaudenzio primo Vescovo e protettore dell'inclita città di Novara..., In Milano 1711, per Marc'Antonio Pandolfo Malatesta.
Nel 1712 il B. musicò un altro oratorio, Il Trionfo della Pietà (libretto di M. A. Porta), per la canonizzazione di S. Pio V celebrata dai domenicani in S. Quirico di Novara il 20 novembre. Dopo questa data non si ha memoria di altre sue opere. Il 5 febbr. 1719, a cinquantaquattro anni, il B. morì a Novara e dei suoi cinque figli, avuti dal matrimonio con Margherita Ballarina, Giuseppe (nato a Novara verso il 1695 ed ivi morto il 13 apr. 1747), organista al primo organo di S. Gaudenzio e buon compositore, fu chiamato a succedergli nella stessa carica di maestro di cappella il 27 nov. 1719, e Francesco (nato a Novara verso il 1708, forse religioso e organista a S. Gaudenzio) fu anch'egli musicista.
Dell'opera copiosa di musica sacra del B., in scarsa parte conservata manoscritta all'archivio di S. Gaudenzio, si ricordano stampati soltanto Motetti sacri a due, a tre voci, opera prima, In Bologna 1698, per Marino Silvani, e Armonie sagre ad 1, 2 e 3 voci parte con istromenti, e parte senza, opera seconda, In Bologna 1700, per Marino Silvani. Queste composizioni su testo non liturgico, ma su poesie latine, a guisa di laudi, sono di fattura musicale scorrevole ed espressiva, a cui il tono popolare conferisce una singolare armoniosità. Ricca di dottrina contrappuntistica e di buon gusto appare tutta la musica scritta dal B. nello stile polifonico, della quale si cita come miglior esempio l'introitus Gaudeamus omnes per la messa della SS. Vergine Assunta; quella scritta nel più rigido stile "a cappella", pur essendo assai dignitosa, rimane nell'ambito tradizionale e talvolta presenta qualche scorrettezza (come, per es., nella trattazione del doppio coro della Messa a 8 voci sopra citata). Le composizioni in stile "concertante" (di cui può citarsi come esempio l'Alma Redemptoris Mater a 4 voci, organo e archi) offrono invece una certa animazione e testimoniano, oltre l'adeguarsi del B. al nuovo gusto del tempo, le sue notevoli doti artistiche.
Bibl.: G. Bustico, Il teatro antico di Novara (1695-1873), Novara 1922, pp. 2 s.; V. Fedeli, Le cappelle musicalidi Novara dal secolo XVI a' primordi dell'Ottocento, in Istituzioni e monumenti dell'arte musicale italiana, III, Milano 1933, passim (v. Indice, p. 81)e pp. 91-148 (musiche); R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, pp. 378 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Supplemento, p. 71; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 206.