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ARCIPRETI, Giacomo

di ** - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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ARCIPRETI, Giacomo

**

Di nobile e influente famiglia perugina, nacque da Francesco di Ugo, fatto cavaliere alla battaglia di Torrita dell'aprile 1358, nella seconda metà del sec. XIV. Con tutta probabilità fu bandito da Perugia, insieme col padre e col fratello Gentiluomo, nel 1393, in occasione della cacciata dei nobili che era stata effettuata in quell'anno dal partito popolare.

Nel 1394 Gentiluomo figura come uno dei quattro capi fuorusciti dei Perugini, nell'elenco dei quali, peraltro, l'A. non è nominato. Certo è che nel 1402 egli appare come uno dei principali organizzatori delle forze dei fuorusciti perugini che, sostenuti da Firenze e dal pontefice Bonifacio IX, premevano su Perugia, sotto la guida di Braccio Fortebracci detto "da Montone". Nell'ottobre i fuorusciti riuscirono a cogliere alcuni notevoli successi militari: ma la pace stipulata fra il pontefice e Perugia il 18 ott. 1403, secondo la quale era impedito il rientro degli sbanditi, tolse all'A. e ai suoi compagni l'appoggio necessario per condurre con speranza di, successo le ostilità. Ciononostante l'A. organizzò e tentò, il 2 maggio 1404, un ardito colpo di mano su Perugia, entrando d'improvviso in città con un manipolo di seguaci, ma senza riuscire ad impossessarsene; respinto dalla pronta reazione degli avversari, egli fu costretto a fuggire, per venire poi catturato da alcuni abitanti del contado e condotto prigioniero nel castello di Antignora, i cui signori si rifiutarono per alcuni giorni di cederlo alle autorità perugine. Trasferito infine a Perugia il 14 maggio, fu graziato della vita dal signore della città Giannello Tomacelli, fratello del pontefice, e rinchiuso nel forte di Castiglione Chiugino, da dove riuscì agevolmente a fuggire il 20 settembre dello stesso anno. Ripresa la lotta contro il partito dominante nella sua città, l'A. compì nel 1407 numerose cavalcate nel territorio perugino, senza però conseguire alcun serio risultato. L'anno appresso era agli stipendi del rettore della Marca e nel 1409-1410, Sotto la guida di Braccio da Montone, partecipava alla guerra contro Ladislao d'Angiò. Ai primi del 1410, avendogli Braccio affidato temporaneamente il comando dell'esercito, l'A. si fece battere e catturare (secondo quanto riferisce il Campano, p. 47) dal Tartaglia, capitano del re di Napoli. Per alcuni anni non si hanno notizie di lui. Nel 1415, comunque, era capitano al servizio della Chiesa e il 13 giugno di quell'anno era fatto luogotenente e rettore generale del cardinale G. Isolani.

L'anno appresso, essendo Braccio da Montone divenuto signore di Perugia, l'A. poté finalmente rientrare, dopo tanti anni di esilio, nella sua città, di cui divenne uno dei più notevoli personaggi. Alla fine di quello stesso anno toccò a lui sedare un violento contrasto scoppiato fra popolani e nobili; nel 1418 fu scelto per portare in Costanza a Martino V, che era stato appena eletto pontefice, le congratulazioni del Comune perugino.

Uomo di fiducia di Braccio da Montone, l'A. si vide affidato dal condottiero, nel 1421, il governo di Iesi, che resse sino al giugno del 1424, quando una rivolta popolare lo cacciò dalla città marchigiana, costringendolo a rientrare a Perugia. Nell'agosto di quello stesso anno compì un'ambasceria presso il pontefice. Se ne ignora la data di morte, ma il suo corpo risulta seppellito nella chiesa perugina di S. Francesco nel 1448.

Fonti e Bibl.: Cronaca della città di Perugia... nota coi nome di Diario del Graziani, a cura di A. Fabretti, in Archivio storico ital, XVI, 1(1850). pp. 279, 280, 281, 282, 289, 291, 297, 600; I. A. Campanus, Braccii Perusini vita et gesta, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XIX, 4, a cura di R. Valentini, pp. 17, 19, 25, 32, 47, 126; G. Baldassini, Memorie istoriche dell'antichissima e regia città di Iesi, Iesi 1765, p. 127; L. Bonazzi, Storia di Perugia, I, Perugia 1875, pp. 616 s.; V. Ansidei, Un documento inedito del 1° decembre 1394 su Braccio Fortebraccio ed altri fuoriusciti perugini, Perugia 1909 (per Gentiluomo); R. Valentini, Braccio da Montone e il Comune di Orvieto, in Bullett. d. R. deputaz. di storia patria per l'Umbria, XXV (1922), p. 134; F. Guardabassi. Storia di Perugia, I, Perugia 1933, pp. 276, 289, 313; P. Partner, The papal State under Martin V, London 1958, pp. 33, 72, 82.

Vedi anche
castra Nome del campo militare presso gli antichi romani (➔ accampamento).  ● Il nome è frequente nella toponomastica antica per indicare luoghi o centri abitati nei quali era stato fissato dapprima un accampamento romano: C. Batava, C. Cornelia ecc. cardinale Titolo di alta dignità ecclesiastica. Storicamente, i cardinale sono i più importanti e stretti collaboratori del pontefice. ● La nomina dei cardinale spetta esclusivamente al pontefice e la sua scelta deve cadere su uomini che siano già stati nominati sacerdoti e che eccellano per dottrina, moralità, ... Jesi Comune della prov. di Ancona (107,7 km2 con 39.832 ab. nel 2008), nella bassa valle del fiume Esino. Ha industrie meccaniche (macchine per l’agricoltura e l’edilizia), alimentari, tessili, chimiche, della concia, del legno, dei fiammiferi e dell’abbigliamento. ● È l’antica Aesis, colonia romana fin ... conclave Luogo dove i cardinali, in clausura, procedono all’elezione del papa e il complesso dei cardinali che vi prendono parte. ● La sua origine si fa risalire alle singolari circostanze che accompagnarono l’elezione di Gregorio X: trascorsi già 18 mesi dalla morte di Clemente IV (29 nov. 1268), poiché i cardinali, ...
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Vocabolario
giàcomo
giacomo giàcomo s. m. [voce fonosimbolica, raccostata al nome pr. Giacomo]. – Nella locuz. pop. fare giacomo giacomo, detto delle gambe che tremano, si piegano per paura, per debolezza, ecc.: ho le gambe che mi fanno giacomo giacomo.
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