PERTI, Giacomo Antonio
Musicista, nato a Bologna il 6 giugno 1661. Studiò contrappunto sotto la guida dello zio Lorenzo (maestro della cappella di S. Petronio), del Franceschini e di Corso Celani. Non ancora ventenne, rappresentò la sua prima opera e fece eseguire una sua Messa a Bologna. Il successo ottenuto da una sua nuova opera Oreste valse a renderlo maggiormente noto e stimato e a farlo eleggere membro dell'Accademia Filarmonica della quale doveva più tardi divenire più volte "Principe".
Andato a Parma, unitamente al suo maestro Celani, si diede a comporre opere per i teatri italiani; nel 1690 ritornò in patria perché eletto all'ufficio di maestro nella cattedrale e sei anni dopo nella basilica di San Petronio. Morì a Bologna nel 1756.
La lunga sua esistenza e la sua attività gli consentirono una produzione rilevantissima in ogni campo della sua arte, e l'eccellenza dei suoi meriti appare altresì dalla floridezza della sua scuola dalla quale uscirono i maestri migliori della scuola bolognese del Seicento; basti nominare fra essi il Torelli e il Pistocchi. Lasciò copiose composizioni per il servizio ecclesiastico (ricordiamo le sue Messe e Salmi concertati a 4 voci editi dal Monti, e numerosi Oratorî: la Passione, la Sepoltura di Cristo, Abramo, San Pietro, ecc. Come operista, fu in un certo momento considerato emulo di A. Scarlatti e tra i molti suoi spartiti sono da citare: Coriolano (1693), Rosaura (1689), Brenno in Efeso (1690), per i teatri di Venezia; Penelope la casta, scritta per l'inaugurazione del Tordinona a Roma nel 1696; Dioniso (1707), Ginevra (1708), Rodolinda (1710), per il teatro della Villa Medicea di Pratolino; Furio Camillo (1692), La forza della virtù (1694), Lucio Varo (1717), Nerone fatto Cesare, opera spettacolosa e interessante per lo sviluppo dato all'orchestra, per varî teatri di Bologna. Infine il P. fu dai contemporanei assai apprezzato anche come compositore di cantate da camera e di sonate.