CORBELLINI, Giacomo Antonio
Nacque nel 1674 c. a Lugano (Martinola, 1963), oppure a Laino, Como, nella Valle d'Intelvi (Cavarocchi, 1971). Stuccatore e plasticatore, dal 1698 al 1708 è documentata la sua attività nei domini dei conti Dietrichstein in Moravia e Boemia. Negli anni 1700-1705, tuttavia, pagò i contributi alla corporazione degli stuccatori di Vienna.
Per i Dietrichstein lavorò nel 1698 nel giardino del castello di Mikulov nella Moravia meridionale; nel 1701, sempre a Mikulov, nel castello e nella costruzione della chiesa della Madonna di Loreto; nel 1705 lavorò a riparazioni di una chiesa in Nepomysl nella Boemia nordoccidentale; nel 1706 eseguì l'altar maggiore e due altari laterali nella chiesa di Libochovice nella Boemia settentrionale, dove modellò anche una cornice in stucco nella cappella dell'ospedale. Sempre a Libochovice, nel 1707, riparò alcuni soffitti in stucco del castello. Negli anni 1707-08 fu occupato alla grandiosa decorazione e al pulpito della chiesa di Polná nella Boemia sudorientale. Nel 1711 era stabilito a Praga dove battezzò il 24 aprile il figlio Giovanni Paolo Adalberto (il pittore Paolo) alla presenza di G. B. Aliprandi, D.G. Frisoni e Giacomo Canevale.
Finora non sono documentate opere a Praga del C. che nel 1713-18 risiedeva con la famiglia a Osek, nel nordovest della Boemia, dove lavorava per l'abbazia cisterciense (per la chiesa, decorazione in stucco dell'interno, statue in stucco dell'altar maggiore e di quellì laterali e due tombe monumentali con statue; nel convento, decorazione del refettorio e della cappella di S. Caterina).
Negli stessi anni in cui lavorava a Osek, decorò in stucco la volta ed eseguì le statue dei due altari laterali nella chiesa non lontana di Libédice. Agli anni del suo soggiorno in Boemia. appartiene anche il modelletto dì pila per l'acqua santa, oggi nella Galleria nazionale di Praga, che gli è stato attribuito da BlaWek. Alla fine del maggio 1718 il C., con la famiglia, lasciò Osek per recarsi a Ludwigsburg in Germania, dove lavorava suo cognato D. G. Frisoni. Stranamente, a Ludwigsburg, lavorava specialmente come imitatore di marmi mentre lasciava ai suoi parenti più giovani il classico lavoro in stucco. Eseguì gli stucchi marmorizzati nella "Marmorsaletta" nel padiglione occidentale del castello di Ludwigsburg, quelli grigiochiaro delle pareti del "Marmorkábinett" (1716) e quelli rossi nella cappella del castello; marmorizzò inoltre (1721) le pareti nella sala ovale dei cavalieri, oggi cappella dell'Ordine. Nel 1732 il C. era occupato nella galleria degli antenati, dove eseguì, su modelli del Ftisoni, imposte, comici di porte, fregi e architravi in finto marmo lucidato con vernice lacca "come in Znaym [oggi Zpojmo] in Moravia", e le pareti dovevano imitare il marmo di Magonza. Inoltre, il C. lavorò probabilmente nella Favorita, e per il castello di Ludwigsburg progettò lavori "perspektivmosaigische" (Fleischhauer, 1958, p. 225) che non furono realizzati. A Ludwisgburg aveva molti collaboratori tra i quali, nel 1731, suo figlio Giacomo.
Negli stessi anni il C. era impegnato anche in altri lavori: nel 1719 e 1723, per l'abbazia benedettina di Weingarten, eseguì altari su progetti del Frisoni e nel 1719, presumibilmente col nipote Donato Riccardo Retti, prese parte alla decorazione della chiesa. Nel 1721 il C. è nominato con Patioli in documenti che riguardano lavori di stucco durante il completamento del palazzo del principe a Stoccarda. Molto più tardi, nel 1731, Secondo Dóry (1964) eseguì alcune decorazioni nel castello di Ansbach.
L'opera del C. subì l'influsso del Bemini e dei plasticatori postberniniani romani; ciò appare evidente nella sua plastica figurativa dal modellato virtuosistico, drammaticamente animata, pateticamente espressiva, come pure nelle sue decorazioni in stucco (rivestimenti riccamente articolati, corone e ghirlande).
Trascorse gli ultimi anni della vita, dal 1733 al 1742, anno in cui morì, in patria, a Laffio.
Fonti e Bibl.. Arch. di Stato di Libochovice, E. Fiala, Schloss Libochowitz (ms.); G. J. Dlabacž, Aligemeines Künstlerlex. für Bbhmen und zum Teil auch für Mähren und Schlesien, I, Prag 1815, p. 245; A. Podlaha, Materiálie ke slovniku umělcê a řuměleckých emeslnikê v Čechách (Materiali per un diz. degli artisti ed artefici in Boemia), in Památky archeologické, XXVII (1915), p. 165; XXXIV (1925), p. 263; J. Opitz, Studien zur Barockplastik NordwestbMmens, in Festschrift E. W. Brauns, Augsburg 1930, pp. 151 s.; L. Seiler, Die Stukkateure, Die Künstler Wiens, I, Wien 1943, pp. 22, 79; Umělecké Památky Čech (Monum. artistici della Boemia), Praha 1957, p. 609; O. J. Blažiček, Sochařstvi baroku v Čechách (Scultura barocca in Boemia), Praha 1958, pp. 128, 147, 261; W. Fleischhaucr, Barock im Herzogtum Württemberg, Stuttgart 1958, ad Indicem;V. Ricliter, Fischeriana, in Uměni, X (1962), pp. 514; 519 ss.; G. Martinola, Lettere dai paesi transalpini d. artisti di Meride..., Bellinzona 1963, p. 22 n. 1 (erroneamente indicato come Giovan Antonio e con errata data di nascita); L. Döry, Die Tdtigkeit italien. Stuckateure (1650-1750) im Gebiet der Bundesrepublik Deutschland, in Arte e artisti dei laghi lombardi, II, Como 1964, p. 142; O. Blažiček, G. A. C. e la sua attività in Boemia, in Arte lomb., XI (1966), 2, pp. 169 s.; V. Ricliter-I. Krsek-M. Stehlik-M. Zemek, Mikulov, Brno 1971, pp. 175 s.; F. Cavarocchi, Brevi precisaz. sull'attività in Italia di alcuni artisti comaschi, in Riv. di Como, 1971, n. 3, p. 11; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 390; Pr. Toman, Novýslovnik českosiovenských výtvarných umélcê (Nuovo diz. d. artisti cecoclovacchi), I, Praha 1947, p. 131.