GIACOBITI
. Con questo nome si sono definiti, più nella letteratura che nella politica, i fedeli degli Stuart, che in Francia rimasero intorno al re Giacomo II esule, dopo che la rivoluzione del 1688 aveva dato la corona d'Inghilterra a Guglielmo d'Orange. È un gruppo di nobili che segue a Saint-Germain il monarca e nutre speranze di restaurazione, nel primo periodo specialmente in Luigi XIV, nemico acerrimo di Guglielmo d'Orange; ha amici e rapporti con altri che sono rimasti in Inghilterra e sperano di cogliere il momento opportuno per un colpo di mano. Non rappresentarono mai un pericolo molto serio per la nuova monarchia, neppure quando tentarono qualche movimento nel 1715, in nome del figlio di Giacomo, dello stesso nome, e poi nel 1745-46 in nome del figlio di questo, Carlo Edoardo, detto il Pretendente: gl'insuccessi fecero sbandare il gruppo che scomparve poi col consolidarsi della nuova dinastia. Ma i Giacobiti devono essere ricordati più per la letteratura che ispirarono che per la loro opera: in Scozia soprattutto essi mantennero viva, con canti e poemi, la tradizione della vecchia casa regnante che aveva avuto una storia così turbinosa e gloriosa. Questi canti, che si tramandavano di generazione in generazione quasi un'epopea vivente, mantennero vivo il pensiero giacobita per lunghi anni: ad essi ancora si ispira, per sua stessa ammissione, la trama di alcuni romanzi di Walter Scott di argomento storico. Molti dei Giacobiti emigrati in Francia al momento dell'esilio di Giacomo II vi rimasero e fondarono quei rami francesi di famiglie inglesi che esistono tuttora.