GIACINTO (‛Υάκινϑος, Hyacinthus)
La leggenda più comune narra che G., giovinetto amato da Apollo, fu da lui ucciso durante un esercizio di lancio del disco, che sarebbe rimbalzato da una rupe o sarebbe stato deviato dal vento. Il nume stesso avrebbe con le sue mani scavato la tomba del caro giovinetto, e su questa sarebbe spuntato il fiore del giacinto, che reca sui suoi petali il grido di dolore AI. Una tarda complicazione sentimentale spiega che la deviazione del disco sarebbe stata dovuta alla gelosia di Zefiro o di Borea, innamorati anch'essi di G. Questi è la personificazione della fiorente vegetazione primaverile che si consuma ai raggi troppo ardenti del sole estivo, oppure è uno degli aspetti del sole stesso, sopraffatto dal più poderoso. Il giovinetto era esaltato specialmente nella dorica festa delle Giacinzie che si celebravano durante tre giorni del mese laconico Ecatombeone (attico Targhlione): maggio-giugno. Il sito originario del culto di G. fu Amicle: di là esso si diffuse specie in territorio dorico. L'arte tanto pittorica quanto plastica s'inspirò sovente al patetico mito.
Bibl.: Greve, in Roscher, Lex. d. gr. u. röm. Myth., col 2579 segg.; S. Eitrem, in Pauly-Wissowa, Real-Enc., IX, coll. 4 segg.; L. Preller, Griech. Myth., 4ª ed. di C. Robert, I, i, Berlino 1894, pp. 248, 249, 271, 362, ecc.