MORERA, Giacinto
MORERA, Giacinto. – Nacque a Novara il 18 luglio 1856 da Giacomo e da Vittoria Unico, in una famiglia di ricchi commercianti.
Iscritto nel 1875 alla R. Scuola d’applicazione per gli ingegneri di Torino, si laureò in ingegneria civile il 20 settembre 1878 e fu ammesso al quarto anno del corso di laurea in matematiche pure dell’Università di Torino (delibera del Consiglio di facoltà del 16 novembre 1878). Nel suo percorso di studi matematici seguì i corsi di analisi superiore con Francesco Faà di Bruno, di geometria superiore con Enrico D’Ovidio, di meccanica superiore con Francesco Siacci, di fisica matematica con Giuseppe Basso, di astronomia con Alessandro Dorna e le conferenze di Faà di Bruno, D’Ovidio e Siacci alla sezione di matematica della Scuola di magistero. Si laureò il 10 luglio 1879 presentando la tesi Sul moto di un punto attratto da due centri fissi, redatta sotto la guida di Siacci, e discutendo temi di meccanica razionale, meccanica superiore, geometria superiore, geodesia teoretica e fisica matematica posti dalla commissione costituita da Siacci, D’Ovidio, Basso, Giuseppe Bartolomeo Erba, Giuseppe Lantelme e Galileo Ferraris.
I risultati descritti nella tesi di laurea su quell’importante problema di meccanica razionale, già affrontato da Isaac Newton, Eulero, Joseph- Louis Lagrange, Adrien-Marie Legendre, Joseph Liouville e Carl Jacobi, furono editi nel 1880 sul Giornale di Matematiche di Giuseppe Battaglini. Morera mostrava di aver ben compreso i metodi dei celebri matematici che del problema si erano occupati e di saperli usare per elaborare nuovi contributi su casi specifici della traiettoria piana, giungendo anche a dimostrazioni più semplici di teoremi noti.
Nel 1881-1882 Morera ottenne un posto di perfezionamento dapprima all’interno dell’Università di Pavia, dove seguì i corsi di Eugenio Beltrami, Felice Casorati ed Eugenio Bertini, poi a Pisa nel 1882-1883, assistendo alle lezioni e alle ricerche di Enrico Betti, Ulisse Dini e Riccardo De Paolis. In quel periodo approfondì gli studi sulle equazioni fondamentali della meccanica, che erano di viva attualità per i recenti risultati di Émile Mathieu, Adolph Mayer e Sophus Lie.
Compì studi di perfezionamento a Pavia, Pisa, Lipsia e Berlino. Nel 1886 vinse il concorso per la cattedra di meccanica razionale e fu chiamato a insegnare tale disciplina nell’Università di Genova, dove insegnò anche fisica matematica, fu preside della facoltà di scienze matematiche fisiche e naturali e fu rettore. Nel 1900 passò a Torino sulla cattedra di meccanica razionale presso la stessa facoltà di scienze, come successore di Vito Volterra, insegnando contemporaneamente anche meccanica superiore. Nel 1908 si trasferì sulla cattedra di meccanica superiore e assunse anche l’incarico dell’insegnamento di meccanica razionale presso il Politecnico di Torino. Fu preside della facoltà di scienze matematiche fisiche e naturali dal 1907 al 1909.
Morera ha lasciato rilevanti contributi nella meccanica analitica, nella teoria dell’attrazione degli ellissoidi, nella teoria delle funzioni armoniche, nella teoria delle funzioni a variabile complessa, nella propagazione ondosa, nella termodinamica, nella teoria matematica dell’elasticità.
Nelle sue ricerche di meccanica analitica, in analogia al suo maestro Siacci, rivela una profonda conoscenza dei moderni metodi matematici, sviluppati da Lie, Ferdinand Georg Frobenius, Johann Friedrich Pfaff, Jean - Gaston Darboux, metodi applicati nelle sue numerose e vaste ricerche sulle equazioni del moto, sia nella forma di Lagrange sia nella forma di Hamilton e sulle trasformazioni di queste equazioni. Particolarmente importanti, anche se poco noti, sono i suoi contributi al classico problema dell’attrazione degli ellissoidi. In tale campo in particolare approfondì, perfezionò ed estese i fondamentali risultati ottenuti da Paolo Pizzetti, deducendo anche, tra l’altro, una conseguente soluzione del problema di Dirichlet per lo spazio esterno. Vari sono i suoi contributi dati alla teoria delle funzioni a variabile complessa, tra i quali emerge la sua celebre inversione del teorema fondamentale di Augustin-Louis Cauchy per tali funzioni, inversione che è ampiamente riportata nei trattati con il nome di «teorema di Morera ». Nell’analizzare la questione delle corde vibranti contribuì a chiarire il significato delle varie formule integrali che emergono da tale problema. Svolse poi indagini sulle equazioni della termodinamica, nonché sulla capacità termica. Vari e importanti contributi ha lasciato infine nel campo della teoria matematica dell’elasticità, fra cui emergono le sue indagini sulla soluzione generale delle equazioni dell’equilibrio.
Morera fu socio dell’Accademia nazionale dei Lincei e dell’Accademia delle Scienze di Torino.
Morì a Torino l’8 febbraio 1909.
Fonti e Bibl.: Torino, Arch. Storico del Politecnico - Scuola d’applicazione per gli ingegneri, Matricole, 45: Libretto d’iscrizione di M. G.; Arch. Storico dell’Università di Torino, Studenti, Registri di iscrizione…, Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali (IX.A.), 115, p. 544; Esami, Facoltà di scienze matematiche … (X.D.), 190, p. 32; Verbali, 93 (6 Luglio 1900), pp. 59- 61; Affari ordinati per classi (XIV.B.), 173, fasc. 1.3 (lettere riguardanti la carriera, l’attività didattica e gli assistenti: 29 novembre 1900; 2, 15 dicembre 1900; 15, 17, 29 gennaio 1901; 20 maggio 1901; 2 luglio 1901; 5 agosto 1901; 10, 11 marzo 1904); Biblioteca del Dipartimento di matematica dell’Università di Torino, Fondo G. Fano, Lettere di M. a G. Fano (14 ottobre 1908); Pisa, Scuola normale superiore, Archivio Betti, Lettere di M. a E. Betti (11 dicembre 1883; 3 maggio 1887); Roma, Accademia nazionale dei Lincei, Lettere di M. a Tullio Levi Civita (8, 10 aprile 1903; 5, 8 novembre 1903; 3 marzo 1906); C. Somigliana, G. M., in Atti dell’ Acc. delle scienze di Torino, 1909-10, 45, pp. 573-583; G. M., in Il Nuovo Cimento, XVII (1909), pp. 191-194; G. M., in Annuario dell’Università di Torino, 1909- 10, pp. 149-153 (con ritratto); F.G. Tricomi, Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario, in Memorie dell’ Acc. delle scienze di Torino, cl. di scienze fisiche matematiche e naturali, IV (1962), p. 77; C.S. Roero, G. M., in Bibliotheca Mathematica, a cura di L. Giacardi - C.S. Roero, Torino 1987, pp. 154-155.