FOGLIATA, Giacinto Giuseppe
Nacque a Chiari (Brescia) il 2 giugno 1851 da Giambattista e da Bianca Vittoria Galbiati, nell'atto di nascita indicati come "bottegai". Si laureò presso la scuola superiore di medicina veterinaria di Milano nel 1872 e, subito dopo, divenne assistente incaricato di anatomia e fisiologia nell'istituto diretto da E. Sertoli.
Nel 1873, accettando il posto di aiuto clinico offertogli da A.A. Vachetta, chirurgo e studioso di podologia veterinaria, si trasferì nella scuola di medicina veterinaria di Pisa, ove rimase fino al 1876. In questo periodo coadiuvò il Vachetta nel preparare il materiale scientifico della collezione chirurgica e podologica e pubblicò importanti lavori concernenti il piede equino, di cui studiò l'anatomia, la patologia e l'igiene in relazione alla corretta pavimentazione delle scuderie.
Nel 1876 fu incaricato del servizio veterinario alle razze reali di San Rossore, e fu poi nominato veterinario effettivo della Real Casa in Pisa. Ottenuta, poco dopo, la libera docenza in zootecnia a Bologna, la trasferì a Pisa, ove esercitò per parecchi anni.
Il F. si distinse non solo come autore di importanti pubblicazioni scientifiche ma anche come brillante divulgatore, scrivendo articoli - spesso di carattere polemico, ma basati su inoppugnabili presupposti scientifici - concernenti varie questioni ippiche.
Nel 1887 fondò il Giornale di ippologia, che nel primi anni praticamente redigeva da solo e del quale tenne con particolare competenza la direzione sino alla morte: il periodico, ampiamente diffuso nell'ambiente ippotecnico e sportivo, divenne un valido strumento di difesa della ippicoltura nazionale.
Il F. morì a Pisa il 21 marzo 1912.
Tra le varie opere pubblicate dal F., la principale è il Manuale di ippopodologia (Pisa 1882) che ebbe successive edizioni, migliorate e ampliate (2 ed., Pisa 1886; 3 ed., in Enciclopedia italiana di veterinaria, Milano 1898, sub voce Podologia; 4 ed., ibid. 1910). Nell'impostazione originale il Manuale comprendeva sette parti: anatomia esterna, anatomia interna, fisiologia, ferratura, ateleologia (studio dei difetti) generale e speciale, zoppicature e malattie, alle quali furono aggiunte, a partire dalla terza edizione, un'ottava parte dedicata alle questioni legali connesse alla podologia e una nona che descriveva il piede di asini e muli. Nell'opera, corredata da una valida parte iconografica intesa come imprescindibile ausilio didattico, con notevole lungimiranza - in una epoca che vedeva un forte empirismo zooiatrico - il F. auspicava il superamento della sterile contrapposizione tra maniscalchi e veterinari.
Altro lavoro assai apprezzato, da alcuni anzi considerato il migliore del F., fu Tipi e razze equine: lezioni d'ippologia (Pisa 1896; 2 ed., Tipi e razze equine in rapporto con la produzione equina in Italia, con l'aggiunta della produzione del mulo, ibid. 1910). Un pregevole studio volto a fornire alla pratica fondamenti scientifici solidi onde incrementare la produzione di elementi abili fu La riproduzione della specie equina: monografia (Pisa 1904). Il F. fu autore di altre numerose pubblicazioni nel campo dell'ippologia, delle quali si ricordano: Prontuario per la cura delle più comuni malattie del cavallo (Pisa 1897); Prontuario per la conoscenza e la cura delle zoppicature del cavallo (ibid. 1898); Guida per l'allevamento del cavallo per corse piane e ad ostacoli e patologia speciale del cavallo puro sangue inglese (ibid. 1900, in coll. con G. Meschieri); Conferenze di zootecnica (ibid. 1906); Il cavallo: organizzazione e conservazione (Milano 1907); Il commercio del cavallo: libro utile agli agricoltori, ai veterinari, agli avvocati (ibid. 1909).
Ippologo di grande valore, il F. introdusse in Italia il concetto di anatomia costituzionale e le classificazioni tipologiche, recò un notevole contributo allo sviluppo della zootecnia italiana e impiantò in Barbaricina la stazione di trenamento per cavalli da corsa, pur senza perdere di vista altri risvolti della professione veterinaria, come l'igiene pubblica: tra l'altro si prodigò con successo affinché a Pisa venisse costruito un nuovo funzionale macello pubblico. Si impegnò anche nella vita pubblica: fu infatti per vari mesi facente funzione di sindaco a Pisa e a San Giuliano, fu presidente del tiro a segno pisano, della società Alfea e di varie altre, specialmente di beneficenza.
Bibl.: Necr. in La Dinamica veterinaria, XXXV (1912), pp. 305 s.; in Il Nuovo Ercolani, XVII (1912), pp. 143 s.; V. Chiodi, Storia della veterinaria, Bologna 1981, pp. 182, 184, 347, 350, 457.